Exor a nuovi massimi storici con la riapertura delle trattative per PartnerRe


La holding della famiglia Agnelli starebbe trattando nuovamente la vendita di PartnerRe ai francesi di Covéa, dopo lo stop arrivato lo scorso anno. La notizia sta attirando acquisti sul titolo Exor, oggi il migliore tra le blue chips del Ftse Mib, con le sue azioni che aggiornano nuovi massimi storici.


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Exor corre a Piazza Affari

Inizio di settimana di slancio per Exor, dopo le indiscrezioni sulla riapertura delle trattative per la cessione di PartnerRe a Covéa.

Le azioni della holding della famiglia Agnelli guadagnano subito oltre il 5% e superano quota 78 euro, salendo sul gradino più alto tra le migliori del Ftse Mib (+0,30%), vicino ai suoi massimi storici oltre la soglia dei 26.400 punti.

Anche il titolo Exor aggiorna così i suoi massimi storici, già superati venerdì scorso, e prosegue nel suo trend positivo di inizio anno (+17%).

Tra le altre società legate alla galassia Agnelli si assiste alla buona performance di Stellantis (+1,50%) e Ferrari (+0,50%), mentre la Juventus resta negativa (-0,30%).

La trattativa per PartnerRe

Un articolo del Sole 24 Ore rilancia la possibile cessione del gruppo di riassicurazione PartnerRe ai francesi di Covéa, operazione da 9 miliardi di dollari già sfumata nel maggio 2020.

Fonti del quotidiano finanziario rivelano la ripresa delle trattative tra le due società per un valore che potrebbe essere vicino alla stessa cifra sulla quale si erano già arenate lo scorso anno, portando nelle casse di Exor una plusvalenza di 3 miliardi.

Dopo il Memorandum of understanding (Mou) firmato a marzo, l’accordo definitivo era sfumato a causa dell’arrivo della pandemia, la quale pesava “sulle prospettive economiche mondiali”, secondo quanto spiegato allora da Covéa.

La risposta di Exor negava l’incidenza della crisi da coronavirus sulle trattative, spiegando che “nel tentativo di negoziare i termini dell’accordo, Covéa non aveva mai indicato l’esistenza di cambiamenti sostanziali negativi, incluso il rischio della pandemia, o altri problemi legati a Partner Re, tali da spiegare il suo rifiuto di onorare l’impegno”.

Al centro delle trattative, invece, secondo Exor c’era “un prezzo inferiore rispetto a quello indicato nel MoU” che “non riflette il valore della società”, ma il presidente dei francesi avrebbe tentato di convincere Exor ad abbassare il prezzo.

Passato oltre un anno dalla fumata nera, in queste ore si sarebbero creati i presupposti per un nuovo accordo condiviso sul valore della partecipata di Exor e i francesi potrebbero accettare i nove miliardi proposti dal presidente John Elkann.

Per il momento, però, non si conoscono né i tempi né i dettagli di quanto discusso tra le parti, mentre Exor, interpellata sulla vicenda, non avrebbe risposto.

L’analisi di Equita Sim

La riapertura delle trattative sarebbe “uno scenario plausibile”, in quanto la firma del MoU dello scorso marzo 2020 mostrava che Exor “non considera PartnerRe un core asset”, secondo gli analisti di Equita Sim.

Inoltre, “i rapporti tra Exor e Covea sono rimasti buoni dato che nell'agosto 2020 hanno concordato di co-investire 1,5 miliardi in sostituzione della penale di 175 milioni di dollari per il mancato acquisto”, aggiungono dalla sim milanese.

Exor attualmente “tratta al 35% di sconto sul nostro Nav, assumendo PartnerRe a circa 7 miliardi di dollari, pari al 22% del Nav. Assumendo PartnerRe a 9 miliardi, il Nav salirebbe del 6% e lo sconto sarebbe del 38%”, calcolano questi esperti.

Per l'eventuale utilizzo del cash “riteniamo possa tornare l'ipotesi di diversificazione nel settore del lusso dove Exor negli ultimi 12 mesi ha già realizzato due investimenti (Christian Louboutin e in Cina Shang Xia che rappresentano il 3% del Nav) senza dimenticare i rumour su Armani e potrebbe essere presa in considerazione la distribuzione di un dividendo straordinario”, concludono da Equita.

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