Exor sbanda dopo l’accordo con fisco da 746 milioni di euro


La Holding della famiglia Agnelli raggiunge un accordo con l’Agenzia delle Entrate che si rifletterà sul bilancio 2021 ma ribadisce di aver agito secondo le regole.


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Vendite su Exor

Apertura di settimana difficile per Exor, dopo l’accordo raggiunto con il fisco che comporterà per la società detenuta dalla famiglia Agnelli un esborso di 746 milioni di euro.

I titoli della società scendono sotto quota 70 euro, cedendo oltre il 4% dopo poco più di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, toccando un minimo di 69 euro per azione.

La negativa performance odierna conferma l’andamento negativo di Exor in questo 2022, portando il suo calo al 12% da inizio gennaio.

L’accordo con il fisco

L’accordo tra Exor e l’Agenzia delle entrate arrivava dopo una complessa contestazione in materia fiscale, con particolare riferimento all’Exit Tax, relativo allo spostamento di sede in Olanda.

Nel dettaglio, la contestazione riguardava la società di diritto italiano Exor Spa, fusa nel dicembre 2016 con la sua controllata olandese Exor Holding NV, dando così vita all’attuale Exor.

In quell’occasione, Exor Spa aveva applicato il regime di participation exemption (PEX) ottenendo un’esenzione, e dunque l’esclusione dal reddito imponibile, per le plusvalenze sul valore delle partecipazioni ai fini della determinazione della Exit Tax nella misura del 95% del loro ammontare.

L’11 maggio 2021, l’Agenzia delle Entrate definiva “inapplicabile” la PEX nei casi in cui una holding trasferisca la sua residenza fiscale all’estero senza mantenere una stabile organizzazione in Italia.

Da Exor confermavano di essere convinti di aver operato “secondo le regole” ma, “al fine di evitare tempi e costi di un rilevante contenzioso fiscale, la società ha deciso di sottoscrivere un accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate che comporta il pagamento di 746 milioni di euro, di cui 104 milioni di euro per interesse”.

Nonostante la decisione, ribadiscono da Exor, “la sottoscrizione dell’accordo non comporta né può essere interpretata come un’accettazione delle tesi sostenute a posteriori dall’Agenzia delle Entrate”.

Infine, da Exor comunicavano che il pagamento di questa cifra si rifletterà sul bilancio 2021 della società, mentre non sussistono ulteriori questioni fiscali pendenti.

Gli altri accordi

Una nota separata informava di un ulteriore accordo concluso tra la controllante di Exor, Giovanni Agnelli BV, e l’Agenzia delle Entrate per il pagamento di un totale di 203 milioni di euro di cui 28 milioni per interessi.

Anche in questo caso, l’accordo è relativo alle pendenze riferibili all’applicazione della PEX ai fini della determinazione dell’Exit Tax da parte della società uscente Giovanni Agnelli e C. Sapaz per l’anno fiscale 2016.

L’accordo non comprende alcuna sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate, ribadivano da Exor, confermando anche che non sussistono ulteriori questioni fiscali pendenti in capo a Giovanni Agnelli BV in relazione agli anni in cui essa ha avuto la residenza fiscale in Italia, per i quali risultano inoltre scaduti gli ordinari termini di accertamento.

La view degli analisti

Da Equita Sim definiscono la notizia “inattesa”, in quanto si tratta di una “questione sorta nel corso del 2021 e ha un impatto negativo del 3% circa sul Nav”.

Nonostante l’accordo comunicato da Exor, dalla sim sottolineano come “lo sconto sul Nav resti comunque elevato e pari a circa il 40%”.

Questi esperti hanno ridotto il target del 4% a 96 euro (confermato il giudizio "buy"), “continuando ad applicare uno sconto del 20%” sul Nav.

La notizia è “negativa” anche secondo Intesa Sanpaolo, considerando “l'ammontare dell'esborso one-off”. Gli analisti dell’istituto torinese confermano tuttavia la raccomandazione ‘buy’ su Exor, citando lo sconto sul Nav ben superiore alla media storica del 25%.

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