Ferrero, ancora shopping negli USA e punta Kellogg

Ferrero, ancora shopping negli USA e punta Kellogg

Secondo indiscrezioni di stampa, la vendita potrebbe concludersi a brevissimo per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari, permettendo al gruppo piemontese di espandersi ancora negli Stati Uniti dopo i recenti acquisti.

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Ferrero punta Kellogg

I mitici cereali statunitensi di Kellogg potrebbero diventare italiani. Indiscrezioni del Wall Street Journal, infatti, indicano che il gruppo Ferrero starebbe per concludere un accordo da circa 3 miliardi di dollari per acquisire WK Kellogg KLG.

Le fonti del quotidiano parlano di tempi stretti: l’operazione potrebbe concludersi già questa settimana, segnando così l’unione di due storici produttori alimentari.

L’indiscrezione sta facendo volare le azioni Kellogg, in crescita del 56% nel pre market USA di oggi, a 27,52 dollari. Secondo dati di LSEG, su 10 broker che coprono il titolo Kellogg, 5 valutano hold e 5 sell, mentre il target price mediano è di 17 dollari.

I numeri di Kellogg

WK Kellogg è l'azienda dietro Froot Loops, Frosted Flakes, Rice Krispies e una varietà di altri cereali. Oggi ha un valore di mercato di circa 1,5 miliardi di dollari e un debito di oltre 500 milioni di dollari.

Tutto iniziò nel 1894 quando nacquero i cereali Corn Flakes su iniziativa del fondatore Will Keith Kellogg, rivoluzionando l’industria della colazione. L’invenzione sarebbe avvenuta quasi per caso, racconta la leggenda, ma il prodotto è poi diventato un’icona a livello globale.

WK Kellogg è il risultato dello scorporo, circa due anni fa, della divisione nordamericana dei cereali di Kellogg in una società quotata in borsa. La restante attività globale di snack, chiamata Kellanova, ha accettato di cedersi a Mars in una transazione da oltre 30 miliardi di dollari lo scorso anno.

La strategia di Ferrero

Ferrero, nata circa 80 anni fa, è oggi il terzo gruppo dolciario al mondo nel settore del cioccolato e commercializza in oltre 170 Paesi oltre 35 marchi, tra cui Ferrero Rocher e Nutella, tra le più note.

Nell’ultimo anno fiscale ha generato ricavi per 18,4 miliardi di euro, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, trainata in particolare dalle performance negli Stati Uniti e in Italia.

Ora il gruppo sta puntando sul mercato statunitense per aumentare la sua presenza geografica e diversificare la propria offerta. Nel Paese ha già acquisito Wells Enterprises (produttore dei gelati Blue Bunny) e, prima ancora, quella del ramo statunitense del cioccolato di Nestlé, per un valore di 2,8 miliardi di dollari.

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