Fincantieri delude: Ebitda in calo nei nove mesi 2022


Il più importante gruppo navale d'Europa ha aumentato i suoi ricavi del 17,2% nel 2022, ma il contesto economico e l’aumento dei costi continuano a impattare sul suo business anche se ha confermato le sue previsioni per il resto dell’anno.


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I numeri di Fincantieri

Risultati contrastanti per Fincantieri nei primi nove mesi del 2022, fortemente impattati dal contesto economico.

I numeri diffusi ieri dalla società hanno visto i ricavi crescere del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, arrivando a 5.315 milioni di euro.

A incidere sulla crescita sono stati gli aumenti del settore Shipbuilding (+9,1% a 4.268 milioni), Offshore e navi speciali (+84,4% a 554 milioni) e i Sistemi, Componenti e Servizi (+25,5% a 1.126 milioni).

In calo l’Ebitda, sceso a 170 milioni nei nove mesi rispetto ai 330 dello stesso periodo dello scorso anno, trascinata in basso dal calo dell’incidenza sui ricavi (dal 7,3% al 3,2%) e condizionato dalla flessione della marginalità del settore Infrastrutture.

Pesa l’incremento dei prezzi delle materie prime, soprattutto dell’acciaio, oltre agli effetti sul mercato del lavoro e nella catena di approvvigionamento negli USA emersi a causa delle spinte inflazionistiche.

A compensare questa situazione, seppur solo parzialmente, sono stati gli efficientamenti dei processi gestionali realizzati in Italia, grazie anche agli investimenti effettuati negli ultimi anni.

L’indebitamento finanziario netto è aumentato a 3.040 milioni dai 2.238 milioni al 31 dicembre 2021 a causa del posticipo della consegna di una nave da crociera dal terzo al prossimo trimestre 2022, degli investimenti di periodo e del finanziamento delle fasi finali della costruzione di due unità cruise in consegna nel quarto trimestre dell’esercizio.

Le previsioni

La società si attende una posizione finanziaria netta in miglioramento al 31 dicembre 2022, grazie alle consegne cruise nell’ultimo trimestre, anche se rimangono i condizionamenti dai fabbisogni finanziari a supporto del programma produttivo che prevede la consegna di tre navi da crociera nel primo semestre 2023.

Previsioni di ricavi in aumento anche per il settore Shipbuiding, per l’Offshore e Navi Speciali, mentre manterrà un livello di crescita nelle diverse aree di business secondo previsioni l’area Sistemi, Componenti e Servizi.

“Stiamo già tracciando una nuova rotta e ci stiamo impegnando con forte spirito imprenditoriale e coraggio manageriale nel raggiungere nuovi obiettivi grazie alle nostre caratteristiche distintive legate alle competenze storiche combinate con una forte capacità e credibilità nell’innovazione. Forti della nostra leadership nei core business in cui operiamo, capaci di trainare una delle catene di fornitura più importanti del Paese e con un ruolo proattivo nella transizione digitale e verde, Fincantieri mira a rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento competitivo nell’industria internazionale della navalmeccanica”, dichiarava Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato di Fincantieri.

La view degli analisti

Gli analisti di Banca Akros (‘neutral’ con target price a 0,5 euro) sottolineano i conti oltre le attese in termini di ricavi per Fincantieri, ma sotto le previsioni per l’Ebitda, mentre la Guidance 2022 resta “sostanzialmente confermata”.

A deludere, secondo gli esperti di WebSim, sono stati i numeri del terzo trimestre, definiti “deboli come da attese”, a causa delle “partite non ricorrenti evidenziate nel primo semestre e dal contesto macroeconomico”.

In particolare, proseguono dalla sim, “il margine nel terzo trimestre resta decisamente compresso (3% rispetto ai margini high single-digit nel 2021 e double digit in passato) a causa del peggioramento della marginalità del business delle Infrastrutture, riconducibile agli effetti, già rilevati nel corso del primo semestre, di un’analisi aggiornata dei rischi effettuata dal nuovo management, unitamente ad un incremento di costi di realizzazione emersi a conclusione della fase di progettazione di alcune opere infrastrutturali”.

Inoltre, l’evoluzione del debito netto risulta “in leggero miglioramento anno su anno, ma ci attendiamo che possa rimanere comunque su livelli molto alti ancora per diversi trimestri, per supportare lo sforzo produttivo”, concludono da WebSim, confermando il loro giudizio ‘poco interessante’ sul titolo Fincantieri, con prezzo obiettivo a 0,45 euro rispetto agli 0,529 odierni (-1,80%).

La scomparsa di Bono

“È mancato Giuseppe Bono, Peppino. Un amico fraterno, grande uomo, straordinario capitano d'industria. Ha dedicato tutta la sua vita a costruire ricchezza per l'Italia. Lo conobbi appena arrivato a Fincantieri, che era in grave difficoltà. Ora ha i migliori prodotti al mondo. RIP”.

Con queste parole il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha annunciato su Twitter la scomparsa odierna di Giuseppe Bono, per 20 anni alla guida di Fincantieri e definito ‘l’ultimo boiardo di Stato’ per i suoi 59 anni trascorsi nelle aziende pubbliche.

L’esperienza di Bono in Finmeccanica (ora Fincantieri) era iniziata nel 1993 e, dopo aver ricoperto la carica di Direttore Centrale Pianificazione e Controllo Amministrazione e Finanza, nel dicembre 1997 era stato nominato Direttore Generale e responsabile ad interim di Alenia Difesa e Ansaldo.

La nomina ad Amministratore Delegato e Direttore Generale è dell'ottobre del 2000, mantenuta da Bono fino all'aprile del 2002, quando viene nominato Amministratore Delegato di Fincantieri, uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo.Nella primavera del 2022 Bono lascia Fincantieri, sostituito da Pierroberto Folgiero, fino a quel momento alla guida di Maire Tecnimont, per volontà di CDP (che controlla Fincantieri) e dunque anche dal ministero dell’Economia (che controlla CDP).

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