Fmi senza sconti: rallentamento economico, rischio default e climate change

10/10/2019 04:30
Fmi senza sconti: rallentamento economico, rischio default e climate change

Kristalina Georgieva, la nuova direttrice del fondo monetario internazionale, va dritto al punto e chiede interventi urgenti altrimenti il conto sarà salato. A rischio un calo del Pil mondiale dello 0,8% e default per 19mila miliardi oltre ai danni del cambiamento climatico

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L'esordio di Kristalina Georgieva

Esordio senza sconti per Kristalina Georgieva alla direzione generale del Fondo monetario internazionale. L'economia mondiale è alle prese con un "rallentamento sincronizzato" che spingerà la crescita del 2019 ai minimi dell'ultimo decennio. Complici della frenata sono le tensioni commerciali che 'costeranno' nel 2020 circa 700 miliardi di dollari, lo 0,8% del pil mondiale. "Tutti perdono in una guerra commerciale" prosegue Georgieva. "L'incertezza, legata al commercio ma anche alla Brexit e alle tensioni geopolitiche, sta frenando il potenziale economico. Questo potrebbe portare a cambiamenti in grado di durare una generazione" avverte Georgieva citando fra questi un "Muro di Berlino digitale" per obbligare a scegliere fra sistemi tecnologici concorrenti.

Solo l'inizio

Non è finita, anzi questo è solo l’inizio. L'economista alla guida del Fmi mette in guardia anche sui possibili effetti 'indesiderati' dei tassi di interesse bassi. Secondo il Fondo rischiano di creare o alimentare debolezze finanziarie: in caso di un forte rallentamento il debito delle aziende a rischio default salirebbe infatti a 19.000 miliardi di dollari, sopra i livelli della crisi finanziaria. "Le politiche monetarie e finanziarie non possono fare tutto. La politica di bilancio deve avere un ruolo centrale" spiega Georgieva. Da qui l'invito ai paesi a portare avanti le necessarie riforme strutturali e tenersi pronti a una richiesta di una risposta coordinata in caso un rallentamento maggiore delle attese.

Rallentamento economico, rischio default e per finire il climate change

Rallentamento economico, rischio default e per finire il climate change. Terzo fattore di rischio: il cambiamento climatico sul quale "tutti hanno la responsabilità di agire". La 'carbon tax' - ha dichiarato Georgieva - è una delle strade da seguire: funziona ed è efficiente ma deve essere accompagnata da riforme che prevedano l'uso delle ulteriori entrate per tagliare le tasse altrove e aiutare le famiglie”.

Nuove previsioni di crescita del Fmi

I rischi illustrati da Georgieva si rifletteranno nelle nuove previsioni di crescita del Fmi per il 2019 e il 2020 contenute nel World Economic Outlook che sarà presentato la prossima settimana. Le stime - per la quarta volta dall'ottobre 2018 - saranno riviste al ribasso rispetto a quelle del luglio, quando l'istituto aveva previsto un pil in crescita quest'anno del 3,2% e il prossimo del 3,5%.

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