Focus su Poste Italiane: le previsioni degli analisti sui conti 2021

Il bilancio 2021 del gruppo potrebbe vedere un aumento dei ricavi secondo gli esperti, anche se l’ultimo trimestre resta a rischio, con le previsioni che parlano di un leggero calo degli introiti.

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Acquisti su Poste Italiane

Titolo Poste Italiane positivo a Piazza Affari nella mattinata di oggi, con una performance superiore a quella del principale indice di Milano.

Se il Ftse Mib guadagna il 3% dopo circa due ore di contrattazioni, infatti, le azioni Poste Italiane crescono del 6% e salgono sopra quota 9 euro, tornando ai livelli della scorsa settimana.

Resta comunque negativo il bilancio del titolo da inizio anno, in calo del 20% rispetto alle quotazioni di inizio gennaio (11,70 euro).

Le previsioni sui conti

L’appuntamento per il bilancio 2021 e gli aggiornamenti del piano strategico (Sustain and Innovate) è messo in agenda per il prossimo 22 marzo, con la presentazione dei numeri attesa per il giorno successivo.

I 12 analisti interrogati dal gruppo prevedono ricavi totali per 11,188 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2020, quando si fermavano a 10,526 miliardi.

La suddivisione dei ricavi ottenuti lo scorso anno dovrebbe vedere 3,653 miliardi nei servizi di Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione (superiori ai 3,201 del 2020), 863 milioni nei Pagamenti e Mobile (737 milioni nel 2020) e 4,791 miliardi relativamente ai servizi finanziari (4,945 miliardi), oltre a 1,881 miliardi sull’assicurativo (1,643 miliardi nel 2020).

Tra gli altri dati, il consenso prevede costi ricavi a 9,371 miliardi, un Ebit a 1,871 miliardi (superiori ai 1,524 miliardi del 2020).

L’utile netto 2021 è previsto in crescita dagli analisti, a 1,561 miliardi rispetto ai precedenti 1,206 dello stesso periodo dell’anno precedente, compresa la rivalutazione attesa di Sia per il quarto trimestre.

Ultimi tre mesi dell’anno che dovrebbero chiudersi con ricavi pari a 2,743 miliardi, questa volta in calo rispetto allo stesso periodo del 2020, quando erano arrivati a 2,964 miliardi.

L’acquisizione di LIS Holding

La scorsa settimana Poste Italiane ha firmato un accordo definitivo con IGT per l’acquisizione del 100% di LIS Holding, soggetto operante nel mercato italiano dei pagamenti di prossimità mediante una piattaforma paytech che dispone di quasi 54 mila punti vendita affiliati.

Tra i servizi offerti ci sono i pagamenti di bollette, carte di pagamento prepagate, ricariche telco ed e-voucher, oltre a soluzioni di servizio per merchant e imprese.

Lis ha generato circa 228 milioni di euro di ricavi lordi e circa 40 milioni di euro di Ebita nel 2021.

La chiusura della transazione è prevista entro il terzo trimestre del 2022.

Il deal analizzato dagli analisti

Gli analisti di Equita Sim considerano l’acquisizione “strategicamente positiva, in quanto consentirà a Poste Italiane di aumentare la rete da 13mila POS a 67mila e di concentrare la propria rete sulla vendita di prodotti a più alto valore aggiunto, utilizzando principalmente la rete LIS per i pagamenti di prossimità e rafforzando la propria strategia omnichannel”.

L’operazione, interamente finanziata per cassa, presenta un costo di 630 milioni di euro sulla base dell'enterprise value, di poco inferiore al multiplo pagato da Enel per Mooney.

Gli analisti della sim milanese ritengono equo il prezzo pagato per l’asset, con un upside rappresentato da potenziali sinergie che al momento non sono state quantificate, mentre a livello di Eps il deal è accrescitivo di circa il 2%.

Alla luce dell’operazione, Equita manteneva la view bullish su Poste Italiane con la raccomandazione ‘Buy’ e un prezzo obiettivo a 14 euro.

Confermata la view anche da Intesa Sanpaolo, con rating ‘add’ e un target price di 13,5 euro.

Sull’acquisizione di LIS Holding da parte di Poste Italiane, gli analisti della banca torinese parlano di un'operazione “coerente” con le indicazioni del piano strategico del gruppo.

Alla luce di una simulazione preliminare, gli analisti stimano un incremento dei ricavi di circa il 19% per la divisione pagamenti e mobile.Infine da Intesa Sanpaolo evidenziano che il deal ha un impatto del 2% a livello di ricavi ed Ebitda.

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