Future in calo, dubbi sulle scelte della Fed


Dopo un novembre positivo, la borsa di New York sembra volersi prendere una pausa in attesa dei dati macro in agenda per questa settimana che potrebbero dare segnali importanti in vista della prossima riunione della Federal Reserve.


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Wall Street in frenata

Seconda seduta settimanale che sembra all’insegna del freno a mano tirato per Wall Street, con i dati sull’occupazione negli Stati Uniti vero market mover, ma per i quali bisognerà attendere venerdì.

Ieri il Nasdaq 100 aveva chiuso con un ribasso dell’1%, la peggior seduta da fine ottobre, dopo che il mese scorso aveva segnato un +10,77%, il migliore dal luglio 2022.

Oggi i future sull’indice tecnologico cedono mezzo punto percentuale a meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, ma non brillano nemmeno i contratti sul Dow Jones (-0,20%) e quelli sullo S&P500 (-0,30%).

In calo i rendimenti dei Titoli di Stati, in discesa dell’1% sia per quanto riguarda il biennale che il decennale.

L’oro non si muove molto e resta a quota 2.045 dollari l’oncia, mentre il Bitcoin si avvicina a quota 42 mila dollari, i massimi dall’aprile 2022.

Previsioni sui tassi

Questa settimana si attendono i dati sull’occupazione statunitense e il rapporto sull’inflazione quali principali market mover da monitorare prima della prossima riunione della Federal Reserve prevista per la prossima settimana (13 dicembre).

Oggi si guarderà all’ISM sui Servizi Usa, con attese di una ripresa nel mese di novembre, a 52,3 da 51,8 punti, anche se ci potrebbero essere sorprese dopo che l’indice ISM manifatturiero di novembre è risultato più debole, con produzione e occupazione deludenti.

La maggior parte dei trader si aspetta che la Fed sia arrivata alla fine della sua campagna di inasprimento monetario, dato l’allentamento dell’inflazione, e ha quasi completamente scontato la probabilità che la banca centrale mantenga i tassi invariati la prossima settimana.

Le attese di un prossimo taglio vedono al 61% una riduzione di almeno 25 punti base a marzo e dell’87% a maggio, secondo lo strumento FedWatch del CME Group.

“Attualmente, i mercati scontano un taglio di circa 125 punti base da parte della Fed per il prossimo anno”, sottolinea in una nota Ipek Ozkardeskaya, analista di mercato senior presso Swissquote Bank.

Ottimismo eccessivo

Tuttavia, alcuni analisti ritengono che gli investitori potrebbero essere stati troppo ottimisti nello scontare i primi tagli dei tassi e ora stanno aspettando nuovi dati economici per ulteriori indicazioni politiche.

“L'ottimismo della Fed sembra eccessivo, gli asset rischiosi erano in territorio di ipercomprato fino a ieri, e abbiamo bisogno di dati statunitensi sufficientemente deboli per tenere addormentati gli orsi, altrimenti una folata di vento potrebbe facilmente risvegliare l'orso dal suo sonno”, ha aggiunto l’analista della banca svizzera.

“Non penso che la Fed sia ancora pronta a dichiarare vittoria sull’inflazione. E quindi tutti questi tagli dei tassi che sono stati prezzati sul mercato, non penso che effettivamente avvengano, a meno che non si assista ad una recessione”, è la previsione di Brent Schutte CIO di Northwestern Mutual Wealth Management Company

Secondo Schutte, la Fed resta “preoccupata per la crescita dei salari”, attualmente “compresa tra il 4% e il 4% medio”, ma l’istituto centrale vorrebbe vederla “tornare al 3,2%-3,5% per sentirsi sicura di aver spento le ultime braci di inflazione. Storicamente, l’unico modo in cui ciò è avvenuto è stato attraverso la perdita di posti di lavoro e si sta assistendo ad un indebolimento del mercato del lavoro cosa di cui credo troveremo maggiori prove nel rapporto di questa settimana”.

Notizie societarie e pre-market USA

Robinhood (+3%): i volumi di trading nozionale di criptovalute di novembre hanno superato del 75% i livelli di ottobre 2023.

Virgin Galactic (-3%): ieri aveva chiuso a -17,5% dopo che il miliardario britannico Richard Branson ha “escluso di mettere altri soldi nella sua società di viaggi spaziali in perdita”, secondo quanto riportato dal Financial Times.

Johnson & Johnson (-0,10%): prevede una crescita dei ricavi del 5-6% per il prossimo anno, grazie alla forte domanda dei trattamenti antitumorali Darzalex e Carvykti e alla ripresa delle vendite del farmaco Stelara.

Take-Two Interactive Software (-5%): ha previsto ricavi netti per il terzo trimestre inferiori alle aspettative del mercato, a causa di un rallentamento della domanda dei titoli di gioco dell'azienda.

SpringWorks Therapeutics (-7%): annunciate circa 9,5 milioni di azioni a 29 dollari per azione rispetto ai 31,66 dollari della chiusura di ieri, per una raccolta lorda di 275 milioni.

Designer Brands (-34%): prevede una crescita delle vendite nette a una sola cifra, rispetto alla precedente previsione di un calo a una sola cifra, e un EPS diluito tra i 40 e i 70 centesimi per azione rispetto alle precedenti previsioni di 1,20-1,50 dollari.

CVS Health (+2%): prevede ricavi totali di almeno 366 miliardi di dollari nel 2024, battendo le stime degli analisti di 345,81 miliardi di dollari (dati LSEG).

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