Generali, cda al lavoro per la lista sotto l’occhio vigile della Consob

Proseguono i lavori di preparazione per l’assemblea dei soci della compagnia del Leone con una lista di candidati al nuovo consiglio uscita dopo una riunione fiume.

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Le indiscrezioni sulla lista

Board Generali sempre impegnato nella compilazione della lista per il nuovo consiglio di amministrazione della compagnia del Leone da presentare nel corso dell’assemblea dei soci prevista ad aprile e oggetto di scontro con i soci del patto di consultazione guidato da Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Crt.

Martedì si è svolta una lunga riunione del cda e ci sono volute otto ore per valutare una rosa di candidati che per ora contiene circa 30 nomi, da ridurre prima del fondamentale appuntamento di primavera.

Secondo il Corriere della Sera, i criteri utilizzati dal cda nell’individuare i 30 nomi usciti fuori dall’incontro comprendono l’internazionalità, la diversità, un mix di competenze e la parziale continuità con il board uscente, mentre il board avrebbe deciso che la maggioranza della composizione dovrà essere composta da consiglieri indipendenti.

Il quotidiano ha indicato alcuni nomi quali lo stesso Galateri, gli attuali consiglieri Diva Noriani, Ines Mazzilli, Clemente Rebecchini, Antonella Mei-Pochtler e Lorenzo Pellicioli.

Per quanto riguarda i nomi esterni, spunta il nome di Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria (2008-2021), oltre al Ceo Philippe Donnet, per il quale si tratterebbe del terzo mandato.

Secondo indiscrezioni diffuse da La Repubblica, inoltre, sarebbe stato inserito anche Andrea Guerra, ex ad di Luxottica, già sul piede di guerra contro Del Vecchio.

Un iter discusso

La possibilità per il cda di presentare all’assemblea una propria lista resta tra gli elementi di maggiore contrasto con i ‘pattisti’, i quali puntano a presentarsi come alternativi al board tramite una propria proposta.

Anche se Generali rispetta le linee-guida indicate dalla Consob per questo tipo di operazione (a seguito di modifiche all’iter), Caltagirone aveva attaccato l’iter, affermando che la lista non potrebbe essere presentata e che il cda sia guidato da da Mediobanca (17,2% dei voti).

L’imprenditore si era rivolto alla Consob, scatenando anche la reazione del board che aveva definito “offensive” le parole dell’imprenditore romano.

Il faro delle authority

Proprio la Consob è impegnata sul dossier Generali, ma secondo La Repubblica, la seconda riunione dell’authority prevista per oggi potrebbe non essere conclusiva, oltre a non rispondere ai quesiti di Caltagirone sull’iter della lista.

Tra le poche indiscrezioni filtrate sui lavori della Consob raccontano di un esame a 360° della vicenda Generali.

Intanto, la situazione nella compagnia è finita anche sotto l’occhio dell’Ivass, la quale ha inviato una lettera in cui richiedeva il testo integrale delle dimissioni di Caltagirone e Bardin dal board.

Le dimissioni quali mossa strategica

L’abbandono del cda da parte di Caltagirone e Bardin, consigliere legato a Del Vecchio, era stato motivato con parole di fuoco, in particolare da parte dell’imprenditore romano, il quale aveva accusato il board di averlo osteggiato.

Dietro l’attacco, però, ci potrebbe essere una mossa strategica da parte del patto di consultazione. Secondo gli analisti di Equita Sim, l’assenza dei consiglieri di riferimento (si era dimesso anche il membro in quota Crt) permetterebbe l’aumento delle loro quote “senza obblighi di segnalazione (fino al raggiungimento delle soglie rilevanti) e di rispetto di black-out period”.

Dalla sim milanese confermavano la valutazione hold e target price di 20,7 euro su Generali.

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