Guyana è il nuovo Eldorado del petrolio e Exxon non vuole rivali


Il colosso americano ha avviato un’azione legale miliardaria per bloccare l’ingresso della concorrente Chevron nel consorzio per lo sfruttamento del maxi-giacimento Stabroek al largo del Paese sudamericano.


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Ottocentomila abitanti e una ricchezza infinita

La Guyana, uno Stato piccolissimo di soli 800.000 abitanti affacciato sull’Oceano Atlantico e incastrato fra il Venezuela e il Brasile, sta diventando il centro di una disputa legale miliardaria fra i due colossi Usa dell’energia, Exxon e Chevron. Il nodo del contendere sono i diritti di sfruttamento di uno dei giacimenti di idrocarburi più interessanti scoperti nell’ultimo decennio, lo Stabroek, situato al largo della costa del Guyana. Martedì 19 marzo Exxon, che guida il consorzio per lo sfruttamento del giacimento, ha annunciato nella zona una nuova importante scoperta di petrolio e gas attraverso il pozzo Bluefin.

Riserve recuperabili per 11 miliardi di barili

Anche se Exxon non ha fornito stime sulle nuove riserve recuperabili con Bluefin, la scoperta fa salire ulteriormente il valore del giacimento Stabroek, che si estende per ben 27.000 chilometri quadrati ed è un punto centrale del piano strategico di sviluppo del colosso Usa. Si stima che l’intera area contenga più di 11 miliardi di barili di petrolio e gas recuperabili, il che la rende un asset fondamentale nel portafoglio della compagnia. Exxon ha pianificato di investire 40 miliardi di dollari per lo sviluppo delle attività estrattive in Guyana, dove i prezzi di produzione sono molto bassi e il prodotto ha una bassa intensità di carbonio.

Nel 2027 Guyana avrà una produzione pari a quella dell’Angola

Exxon ha iniziato la produzione di greggio in Guyana nel 2019 come leader di un consorzio di cui ha il 45% e che vede come partner la società americana Hess (30%) e la cinese Cnooc con il 25%. Gli attuali livelli di produzione in Guyana hanno raggiunto circa 650.000 barili al giorno, con la previsione di raddoppiare la produzione a 1,2 milioni di barili al giorno entro il 2027. Tale crescita porterebbe la Guyana ai livelli di produzione dell'Angola, Paese membro dell'OPEC, segnalando un importante cambiamento nel panorama petrolifero globale.

Inoltre Exxon sta esplorando la possibilità di avviare la produzione di gas naturale offshore in Guyana.

A Wall Street Exxon sovraperforma il settore

E’ anche grazie alle prospettive di nuova produzione in Guyana che le azioni Exxon hanno sovraperformato il settore. Dall’inizio dell’anno il titolo ha guadagnato il 13,4% rispetto alla crescita del 6,1% dell’indice Oil & Gas americano.

La battaglia legale per stoppare le mire di Chevron

Le ottime prospettive di Stabroek hanno ingolosito Chevron, la storica rivale di Exxon, che nell’autunno scorso ha raggiunto un accordo per comprare l’intera Hess per 60 miliardi di dollari.

Ma Exxon non ha nessuna intenzione di fare entrare il suo principale concorrente in uno dei suoi business più promettenti e poche settimane fa ha deciso di avviare un arbitrato per rivendicare un diritto di prelazione sulla quota di Hess.

La mossa ha sorpreso Chevron che dice di avere svolto un'approfondita due diligence sull'accordo operativo tra Exxon e Hess in Guyana e di non avere trovato tracce di diritti di prelazione.

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