I tagli dei tassi potrebbero essere più aggressivi se l’economia si ferma

Un taglio dei tassi nel 2024, ma ben 4 nel 2025, secondo i dot plot, che scaccino il timore degli investitori che prevedevano addirittura un possibile aumento.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Settimana che vede importanti dati per i mercati. Si inizia oggi alle 10:00 con l’inflazione dell’Italia MoM di maggio (stima + 0,2% contro +0,1% di aprile). Domani è invece atteso l’indice ZEW di giugno e l’inflazione dell’Europa.
L’inflazione della Francia MoM di maggio è risultata in linea con le attese e pari a zero (+0,5% in aprile), che porta tuttavia il tendenziale annuo al 2,3% (dal 2,2% di aprile). Nettamente più bassa delle attese la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan di giugno (65,6 punti contro 72,1 atteso), che scende anche rispetto ai 69,1 punti di maggio. Il dato, come è noto, è il risultato di un'indagine su una base di 500 famiglie riguardante le loro condizioni finanziarie e il loro atteggiamento nei confronti dell'economia. La fiducia dei consumatori è direttamente correlata alla loro capacità di spesa. Come sosteniamo da un po’ di tempo, la fine dei risparmi accumulati durante la pandemia (oltre 2 trilioni di dollari) e l’effetto dei maggiori tassi di interesse che stanno filtrando nell’economia stanno smorzando la positiva dinamica che ha sostenuto i consumi nel corso degli ultimi mesi.
I dati USA della scorsa settimana (CPI, PPI, e sussidi alla disoccupazione) hanno dato più credito all'idea che l'economia potrebbe rallentare, dando alla Fed una più ampia pista per i tagli dei tassi e riducendo la pressione inflazionistica su aziende e consumatori.
Decisamente importante per i mercati è stato il riepilogo trimestrale delle proiezioni economiche che la Fed fornisce ogni tre mesi. La Fed si aspetta ora che l’inflazione rimanga elevata nel breve termine, ma prevede che diminuirà nel 2025, consentendo fino a quattro tagli dei tassi.
E proprio le proiezioni sui tassi mostrano che otto funzionari del FOMC pensano ancora che potrebbero esserci due tagli quest’anno, mentre il grafico a punti prevede, come dicevamo, quattro ulteriori tagli dei tassi nel 2025. Ciò suggerisce che un ampio allentamento potrebbe verificarsi in futuro un po’ più lontano. Il timore degli investitori alla vigilia del meeting era che la Fed potesse escludere tagli dei tassi quest'anno o addirittura segnalare un loro potenziale aumento.
Gli investitori stanno ricalibrando i portafogli alla luce delle nuove proiezioni della Fed, in realtà anche piuttosto aggressive. Tuttavia, gli indici azionari hanno registrato nuovi record e i rendimenti sono scesi grazie a quella che il presidente della Fed ha definito una lettura positiva dell’IPC di maggio e al FOMC che ha mantenuto sul tavolo i tagli dei tassi.
Nel complesso, possiamo dire che la politica della Fed rimane sostanzialmente invariata. E’ però vero che potrebbe volerci più tempo del previsto. Del resto, lo stesso Powell ha descritto l'atteggiamento della Fed come paziente. Non ci sentiamo però di escludere del tutto tagli dei tassi più aggressivi qualora la crescita economia mostrasse segnali di cedimento. Continuiamo quindi ad essere convinti che ci sia il potenziale per più di un taglio dei tassi nella seconda metà dell’anno.
Secondo il FedWatch Tool del CME, gli investitori scontano probabilità molto basse (12%) di un taglio dei tassi alla riunione del FOMC del 31 luglio, ma le stesse diventano del 62% per il meeting del 18 settembre. Lo strumento indica inoltre che il 65% degli investitori continua ad aspettarsi almeno due tagli entro la fine dell’anno.
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