Iberdrola al massimo storico. Ubs vede nuovi spazi di crescita


La vendita di asset in Messico ha favorito il rialzo dell’ultimo mese che ha portato il titolo al livello del target price medio degli analisti. Leader mondiale delle rinnovabili, l’utility spagnola beneficia delle previsioni di sviluppo di eolico e solare. Il rapporto di Ember-climate.


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Il broker svizzero alza il prezzo obiettivo a 13 euro

Prosegue il rialzo della spagnola Iberdrola che mercoledì 12 aprile guadagna un altro 1,2% e si porta a 11,80 euro, ormai a un soffio dal massimo storico segnato nel gennaio 2021 a 12,51 euro. Nell’ultimo mese l’utility spagnola, leader al mondo nella produzione di energia da fonti rinnovabili, è salita del 10%, merito anche dell’accordo raggiunto una settimana fa con il governo messicano al quale Iberdrola ha ceduto la maggior parte degli asset posseduti nel Paese dell’America centrale, ovvero 12 impianti di generazione a gas e uno eolico, il tutto venduto per 6 miliardi di dollari.

Con i recenti rialzi, l’azione Iberdrola ha quasi raggiunto il target price medio dei 24 analisti  che coprono il titolo, pari a 11,89 euro (fonte Market Screener). E’ da segnalare che ieri Ubs ha alzato il target a 13 euro da 12 euro, confermando il giudizio Buy.

Sei miliardi di dollari dalla vendita di asset in Messico

Il controvalore incassato dalle vendite in Messico concorrerà a finanziare il piano triennale di investimenti al 2025, che prevede una spesa di 17 miliardi di euro per espandere la capacità nelle rinnovabili e 27 miliardi per le reti. Dal punto di vista geografico il focus di questi investimenti di Iberdrola è negli Stati Uniti e in Europa. Oggi la Spagna rappresenta il 36,7% delle attività di Iberdrola, attiva anche in Brasile (18,3%), Gran Bretagna (15,8%) e  Usa (15,8%). La società è una public company che vede come primi azionisti due fondi sovrani, il Qatar Investment Authority (8,5%) e Norges Bank (3,5%).

L’operazione in Messico rappresenta la più grande vendita di asset mai realizzata da Iberdrola, e se da un lato avrà un impatto sul conto economico, perché alla società di Bilbao verranno a mancare 550 milioni di Ebitda e 90 milioni di utile generati in Messico, dall’altro le permette di liberarsi di alcune centrali di produzione fra le più inquinanti.

Il confronto dei multipli con le altre utility euroopee

Non c’è dubbio che il titolo oggi non sembra offrire grandi spazi di rialzo. Ai prezzi attuali Iberdrola ha la maggiore capitalizzazione fra le utility europee con un valore di Borsa di 73,5 miliardi di euro che corrisponde a 16,5 volte gli utili previsti per il 2023. Enel vale 12 volte gli utili 2023, le tedesche E.On e Rwe sono rispettivamente a 12,9 volte e 11,7 volte.

Ma non bisogna dimenticare che Iberdrola è il primo player mondiale nelle rinnovabili, che sono il futuro dell’energia. A questo proposito è molto interessante riportare le conclusioni dell’ultimo rapporto del think tank inglese Emer-climate, diffuso proprio oggi. L’organizzazione non-profit specializzata nel monitorare l’evoluzione delle emissioni nel Pianeta, afferma che nel 2022 c’è stata una crescita record di produzione di energia da solare ed eolico, che è arrivata a rappresentare il 12% del totale dell’energia elettrica prodotta a livello globale, dal 10% dell’anno precedente. Il fotovoltaico ha avuto la maggiore crescita, pari al 24%, e la capacità che si è aggiunta l’anno scorso è pari al consumo annuo di un Paese come il Sud Africa. L’eolico ha registrato una crescita del 17%.

Ember: è iniziata la fine dell’età del fossile

Questi dati portano gli autori del rapporto ad affermare che “siamo all’inizio della fine dell’età del fossile”. Secondo il rapporto Ember, il 2022 potrebbe segnare il picco delle emissioni legate alla produzione di elettricità e l'ultimo anno di crescita dell'energia fossile, mentre l'energia pulita dovrebbe soddisfare l'intera crescita della domanda nel 2023. Gli analisti prevedono per quest’anno un calo dello 0,3% nella generazione da fonti fossili, con diminuzioni più consistenti negli anni successivi.

L'Agenzia Internazionale per l'Energia ha dichiarato l'anno scorso che il settore elettrico deve passare dall'essere il settore a più alta emissione ad essere il primo a raggiungere lo zero netto entro il 2040, se si vuole che l'economia globale si decarbonizzi entro la metà del secolo. A tal fine, secondo gli analisti di Ember l'eolico e il solare dovranno rappresentare il 41% del mix energetico globale entro il 2030, con un netto aumento rispetto al 12% osservato nel 2022. Per Iberdrola e il suo know-how c’è un enorme spazio di crescita.

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