Il Maxicedola che punta sul risiko bancario


Il cash collect autocall di Leonteq stacca una maxi coupon già ad agosto del 10% ovvero di 100 euro, se i tre sottostanti Banco BPM, Credit Agricole e Intesa Sanpaolo, non avranno perso più del 65% dal livello iniziale. Si passa poi a premi trimestrali dell'1% (4% annuo) se, alle date di valutazione, nessuno dei titoli sottostanti avrà perso più del 30% dal livello iniziale. I premi trimestrali godono dell'effetto memoria per recuperare eventuali cedole trimestrali non staccate. A scadenza la barriera sul capitale è al 70% dal livello iniziale durata 5 anni.


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Chi non risika non rosica

Si accende il risiko bancario. A sparigliare le carte, il blitz a sorpresa di Unipol salita, tramite la sua controllata UnipolSai, al 6,9% di Popolare Sondrio con l’obiettivo di portarsi al 9,5% appena sotto la soglia di rilevanza della Bce (10%). Unipol è già prima azionista di Bper con il 18,9% del capitale. Il collegamento è presto fatto, l’obiettivo sono le nozze tra Bper e Pop Sondrio per far nascere il terzo polo bancario italiano con una quota di mercato vicina al 13%. Gli altri contendenti non possono stare a guardare, in ballo ci sono crediti fiscali per 11,6 miliardi, sinergie ragioni di business e una forte pressione della Bce per le fusioni. Le pedine rimaste sullo scacchiere non sono molte: Unicredit, Mps, Banco Bpm, oltre a Bper e Sondrio. E il tempo stringe.

Il deus ex macchina di tutto il risiko bancario è Mario Draghi e il suo governo, con quella norma che, in caso di fusione fra istituti, prevede aiuti fiscali sulle perdite pregresse (Dta). Dote che facilita le nozze ma che ha una scadenza ben precisa: fine anno per le fusioni non amichevoli, ovvero non concordate dai due cda delle banche oggetto di fusione, e un anno e mezzo (dicembre 2022 ) in caso di matrimonio consensuale.

Secondo gli analisti di Deutsche Bank sul piatto c’è un tesoretto fiscale che vale 11,6 miliardi di euro, nel caso specifico la fusione di Mps-Unicredit ammonta a 3,4 miliardi, mentre Unicredit Banco Bpm a 3 miliardi, Bper Banco Bpm a oltre 1 miliardo.

Il maxicedola di Leonteq che punta sul risiko bancario e i suoi effetti

Siamo andati a cercare una soluzione di investimento che puntasse sul risiko bancario. Interessante il Maxicedola emesso da Leonteq con Isin CH1111680851 che già il 20 agosto (data di valutazione il 13 agosto) offre una maxicedola del 10% ovvero di 100 euro, se i tre sottostanti Banco BPM, Credit Agricole e Intesa Sanpaolo, non avranno perso più del 65% dal livello iniziale. Si passa poi a premi trimestrali dell'1% (4% annuo) se, alle date di valutazione, nessuno dei titoli sottostanti avrà perso più del 30% dal livello iniziale. I premi trimestrali godono dell'effetto memoria per recuperare eventuali cedole trimestrali non staccate. A scadenza la barriera sul capitale è al 70% dal livello iniziale durata 5 anni.

Dei tre sottostanti uno è oggetto di potenziale fusione Banco Bpm e gli altri due che a breve trarranno beneficio dalle nozze, Intesa con Ubi e Credit Agricole con Creval. Gli analisti parlano di 1 miliardo per Ubi-Intesa e 130 milioni per la minore Creval-Credit Agricole

Il certificate quota sulla parità a 1000 euro e dal marzo del prossimo anno potrebbe già essere ritirato a 1000 oltre al 13% di cedole staccate se i sottostanti si troveranno sopra al livello iniziale. Il livello di rimborso anticipato scende del 5% all’anno portandosi fino all’85% al maggio 2026. La durata è infatti 5 anni lasciando all’investitore, la possibilità, in caso ci fosse bisogno di recupero dei sottostanti.

Le cedole godono dell’effetto memoria per poter recuperare di eventuali premi non staccati. La barriera sul capitale, vale solo a scadenza, dunque se durante la vita del prodotto un sottostante si dovesse portare sotto la barriera la struttura del certificate rimarrà intatta.

I punti di forza sono una maxicedola del 10% con barriera profondissima del 35% già ad agosto, compensabile con eventuali minus in portafoglio, un settore in fermento e la possibilità di rimborso anticipato con livelli discendenti che aumenta la chance di ritiro a 1.000 euro prima della scadenza.

Punto di debolezza una barriera sul capitale al 70% ma a fronte di un arco di vita lungo che lascia aperti diversi scenari fra cui nozze a livello euroeo per i titoli coinvolti.

Di seguito una tabella con i livelli di riferimento e il link alla pagina dell’emittente dove è possibile scaricare tutta la documentazione.

La partita a scacchi preparata da Mario Draghi e Christine Lagarde

In un editoriale di pochi giorni fa, il Wall Street Journal, scriveva che “quando Draghi era alla Bce ha spinto, senza successo, per le operazioni di aggregazioni. Ora, come primo ministro italiano, ci riprova, sperando di stimolare un’ondata di consolidamento tra gli istituti”. Draghi non è solo, le fusioni bancarie nazionali sono solo un primo passo, poi il gioco si sposterà in Europa, con Christine Lagarde che punta a creare poli bancari europei in grado di competere con i colossi americani e cinesi.

Se ci si addentra nei dettagli ci si accorge che il risiko è una difficile partita a scacchi con tanto di clessidra, dove vince chi mette a segno la strategia migliore e muove bene le pedine valorizzando le caratteristiche di ogni pezzo. Carlo Cimbri, a.d. di Unipol, la sua mossa nello scacchiere l’ha appena fatta. Se il Consiglio di Stato confermerà, come atteso, l’obbligo per l’unica banca popolare rimasta a Piazza Affari di trasformarsi in società per azione, dovrà affrettarsi e utilizzare l’ultima assemblea con il voto capitario per approvare la fusione e la trasformazione in spa che poi diventerà operativa con il cambio di statuto.

Al contrario, dopo la trasformazione in società per azioni, cadrà il voto capitario ovvero i soci conteranno in base al numero di azioni possedute e non più una testa un voto, chi ha più azioni comanderà: la Sondrio sarà esposta ai venti del mercato e a quel punto chi metterà più soldi nel piatto vincerà la partita.

Per Mps, la situazione è più complessa, chi si “mangerà” la banca senese dovrà digerire una perdita da 1,6 miliardi nel 2020 mentre incombe un aumento di capitale da 2,5 miliardi, sommati si arriva a una cifra non lontana dai benefici fiscali. Sullo sfondo vi è poi l’impegno dell’esecutivo a dismettere la propria quota entro il 2021. L’ultima idea che sembra stuzzicare di più gli appetiti è quella di uno spezzatino di Mps. La banca più antica del mondo potrebbe addirittura essere divisa in tre, con un ruolo anche del Medio credito centrale pronto ad acquistare la aree del sud.

Ma la partita non è finita, lo scacco matto si gioca sul ruolo di Unicredit e Banco Bpm. Questa partita è complicata, la fusione potrebbe essere ostile e dunque Unicredit deve affrettarsi. Gli errori costano cari, come l’uscita di Jean Philippe Mustier, l’ex Ceo di Unicredit che ha lasciato l’incarico perché non voleva convolare a nozze con Mps. Ora Andrea Orcel deve correre ai ripari e ridurre il gap con l’altra grande concorrente Intesa, che questa partita ha iniziato a giocarla da tempo. Mentre Unicredit dismetteva le quote in Fineco, Intesa conquistava prima le banche venete

Gli ultimi rumors parlano prima di una fusione a tre Unicredit, Mps (tutta o in parte), Banco Bpm mentre prima si svolgeranno le nozze tra Bper e Pop Sondrio. Solo poche settimane prima si è celebrate l’unione tra Creval con Credit Agricole.

Il tempo stringe e ogni mossa rimette tutto in discussione. Da un lato il decreto sulle dta, con quegli 11,6 miliardi di benefici a scadenza, dall’altro il mercato che si concentra e la necessità di non rimanere escluso dai giochi a fronte poi di operazioni che portato con se sinergie importanti, e infine Draghi e la Bce di Christine Lagarde che premono.

Cosa pensano gli analisti

A livello di sinergie, gli analisti di Deutsche Bank calcolano che la fusione Bper Pop Sondrio avrebbe un impatto positivo di oltre il 40% sull'utile per azione di Bper nel 2024, con un Rote visto salire dal 5,4% al 7,1%. Insomma, associando un multiplo di 7 volte alle sinergie e sottraendo i costi di ristrutturazione, si ottiene un impatto positivo elevato a doppia cifra sia sul prezzo di mercato di Bper (+26%) sia di Banco Bpm (+52%).

Secondo Equita Sim un’aggregazione tra Unicredit e Mps “potrebbe rivelarsi neutrale sotto il profilo del rischio e del capitale solo con un pieno riconoscimento delle Dta di entrambe le banche (circa 3,6 miliardi di euro per ciascuna) e con un aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena di 2,5 miliardi di euro, scenario che ci sembra difficilmente realizzabile sotto il profilo politico”.

Stesso giudizio di Equita per la fusione tra Bper e Sondrio con un impatto neutrale sulla Bper, anche se la soluzione ha un frte senso indstraile e un effeto migliorativo single digit (non più del 9%) per gli utili della Sondrio.

Per gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods il merger tra Bper e Banco Bpm, sarebbe la «combinazione perfetta» per Bpm, portando a un aumento dell'utile per azione del 54% anche dopo il pagamento un premio di acquisizione del 40% e un Roi del 7% nel 2022 e del 25% nel 2023 grazie alle sinergie e senza di capitale. In questo modo inoltre banco Bpm potrebbe sfuggire alle mire di Unicredit.

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