Il Medio Oriente non turba Wall Street

03/10/2024 06:30

Per il mercato un confronto diretto tra Iran e Israele “sarebbe certamente un enorme problema”, non una catastrofe economica. Diversi membri del comitato ristretto della Federal Reserve hanno ribadito che l’economia degli Stati Uniti ha basi solide. La Germania - ha detto ieri sera il membro tedesco del board della BCE, Isabel Schnabel - sta attualmente affrontando forti venti contrari "che non saranno risolti solo dai bassi tassi di interesse. In Asia si è fermata la corsa della borsa di Hong Kong, l’indice Hang Seng perde il 2,3%, primo calo dopo sei sedute consecutive di rialzo. In rialzo il mercato azionario di Tokyo (Nikkei +2%), mentre si indebolisce la valuta giapponese.

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L’azionario degli Stati Uniti sembra aver dato poco peso alla possibilità di un disastroso allargamento del conflitto in Medio Oriente: ieri l’S&P500 ha chiuso sulla parità, debolmente positivi il Nasdaq e il Dow Jones.

La corsa del petrolio si è fermata ed è invece proseguito l’apprezzamento del dollaro: stamattina il greggio Brent è intorno a 71 dollari il barile e il cross euro dollaro a 1,103.

NON E’ IL MOMENTO DI CHIUDERSI IN DIFESA

Un confronto diretto tra Iran e Israele “sarebbe certamente un enorme problema”, non una catastrofe economica, scriveva ieri in una nota operativa Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS. C’è infatti “un eccesso di offerta di greggio e anche l'Arabia Saudita sembra intenzionata ad aumentare la produzione”. La raccomandazione, in termini di strategia di portafoglio, è questa: “Mantenere posizioni prudentemente costruttive negli asset di rischio e forse anche nel dollaro, quest'ultimo logicamente come protezione (sia rispetto all'Iran sia in relazione alle elezioni statunitensi)”.

Se Wall Street non si è scomposta è anche perché diversi membri del comitato ristretto della Federal Reserve hanno ribadito che l’economia degli Stati Uniti ha basi solide. Tra questi, il presidente della Fed di Richmond, Tom Barkin, è tornato sul tema del maxi taglio dei tassi: "Vedo la nostra decisione di settembre come una ricalibrazione verso un orientamento un po' meno restrittivo", ha dichiarato il banchiere centrale. "Dopo oltre un anno con un tasso sui fed-funds del 5,3%, l'inflazione apparente si era avvicinata all'obiettivo, mentre la disoccupazione era vicina al suo tasso naturale. Il numero che ci sembrava fuori sincrono era il tasso sui fed-funds, che non aveva più bisogno di essere così restrittivo visti i progressi compiuti”. Insomma, detto in un altro modo, con il recente taglio, la Fed, ha solo tolto un po' di pepe dall'orientamento restrittivo della politica monetaria, in modo da agevolare l’atterraggio morbido dell’economia degli Stati Uniti.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future Dax di Francoforte -0,4%.

UNA SILICON VALLEY IN EUROPA

La Germania - ha detto ieri sera il membro tedesco del board della BCE, Isabel Schnabel - sta attualmente affrontando forti venti contrari "che non saranno risolti solo dai bassi tassi di interesse". Il suo modello di business - ha spiegato - si basa sulla crescita guidata dalle esportazioni, concentrandosi sul segmento di fascia alta delle industrie manifatturiere tradizionali. Dal 2000 al 2015, il conto delle partite correnti della Germania è passato da un deficit dell’1,8% del pil a un surplus dell'8,6%, un'impennata senza precedenti tra le economie avanzate. Di conseguenza, le esportazioni nette hanno rappresentato quasi un terzo della crescita in questo periodo. Ma in media dal 2016, le esportazioni nette non hanno più contribuito alla crescita, con la Germania che ha perso quote di mercato delle esportazioni a un ritmo preoccupante. E con la domanda interna che non aumenta, l'economia tedesca è cresciuta solo dell'1% in media all'anno in questo periodo. La Germania sta affrontando sfide profonde" e come l'Europa nel suo complesso, deve riacquistare la sua competitività per proteggere il suo tenore di vita e i suoi valori sociali. "Il Mercato Unico è lo strumento più efficace dell'Europa per mobilitare economie di scala e consentire la creazione di una Silicon Valley europea - ha concluso Schnabel.

In Asia si è fermata la corsa della borsa di Hong Kong, l’indice Hang Seng perde il 2,3%, primo calo dopo sei sedute consecutive di rialzo. In rialzo il mercato azionario di Tokyo (Nikkei +2%), mentre si indebolisce la valuta giapponese. Ieri sera il nuovo premier Shigeru Ishiba ha detto che il Giappone non è al momento pronto al rialzo dei tassi. Molti osservatori ritengono si sia trattato di un errore di comunicazione, i mercati comunque hanno dato corda. Lo yen ha perso stanotte il 2%.

CARTA FORBICE LINGOTTO

L’oro guadagna da inizio anno il 28%, eppure, “sorprendentemente, la performance straordinaria dell'oro non è stata seguita dai flussi degli investitori. Gli afflussi degli ultimi mesi hanno fatto poco per arginare la perdita di 3 miliardi di dollari dagli ETF globali sull'oro da un anno all'altro. Si tratta dell'estensione di una tendenza più ampia che esiste dal 2022, con flussi totali di ETF sull'oro in costante calo”, segnalava ieri in una nota Ned Naylor-Leyland, gestore del Jupiter Gold & Silver Fund.

Questo procedere su rotte opposte è dovuto all’andamento dei tassi d’interesse, al boom dei titoli tech e all’aumento della concorrenza nel settore delle asset class alternative.

In generale, “il mercato dell'oro è guidato principalmente da contratti cartacei, come futures, opzioni e fondi negoziati in borsa (ETF). Questi strumenti finanziari rappresentano il diritto di acquistare o vendere oro fisico a una data futura, ma non sono il metallo fisico stesso”, prosegue Naylor-Leyland. Secondo il gestore “l’impennata dei prezzi dell'oro sembra essere guidata principalmente da fattori come la forte domanda cinese, l'aumento degli acquisti delle banche centrali e le strategie di trend-following dei grandi fondi quantitativi, piuttosto che da significativi afflussi di ETF, un breakout più sostanziale dei prezzi potrebbe verificarsi quando i flussi degli ETF diventeranno costantemente positivi. Questo evento, quando si verificherà, sarà probabilmente rapido e rappresenterà un'interessante opportunità”.

TITOLI

Telecom Italia. Il Ministero dell'economia e delle finanze si fa avanti su Sparkle, questa volta insieme a Retelit (controllata dal fondo Asterion) con una nuova offerta a Tim per acquisire l'intero capitale di Sparkle. La proposta è 'qualitativamente' migliorativa perché, secondo quanto si apprende non prevede più degli 'earn out' - clausole contrattuali che a fronte di alcune condizioni modificano il prezzo - ma valuta la società dei cavi sottomarini 700 milioni di euro totali. La proposta è valida fino al 15 ottobre e il cda di Tim si riunirà quindi nei prossimi giorni, forse già nel fine settimana, per prenderne atto e capire quali passi fare per arrivare a un'offerta vincolante.

Stellantis. La produzione in Italia potrebbe scendere sotto i 500.000 veicoli nel 2024 dai 751.000 dello scorso anno, secondo la Fim Cisl. La German ia ha respinto la proposta dell’Italia di anticipare la revisione, prevista dall'Unione europea, sul divieto di vendita di nuove autovetture con motore a combustione interna a partire dal 2035, affermando che avrebbe abbassato gli standard e causato incertezza per l'industria.

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