Il petrolio tenta il recupero ma la crisi in Cina spaventa ancora


I prezzi del petrolio recupero dal sell-off di lunedì scorso ma resta l'incertezza sulla domanda a causa del diffondersi della variante Delta che potrebbe portare il governo cinese ad inasprire le misure necessarie al contenimento della diffusione del Covid 19.


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Il recupero del petrolio

Continua il recupero dei prezzi del petrolio, già tornati ai livelli precedenti il sell-off di lunedì scorso, il quale era comunque seguito alla peggior settimana da ottobre 2020. L'inizio di settimana aveva visto il greggio WTI toccare un minimo di 65 dollari, mentre oggi viene scambiato oltre i 68 dollari al barile e il Brent supera quota 70 dollari.

A sostenere i prezzi sono state anche le stime sulle scorte riportate ieri dall'American Petroleum Institute (Api), secondo la quale gli stock di greggio sono calate di 816.000 barili nel corso della settimana chiusa il 6 agosto.

Nella giornata di oggi sono attesi anche i dati dell'Energy Information Administration (Eia), previsti in calo da S&P Global Platts per 600 mila barili.

Le preoccupazioni hanno anche attirato le vendite sui listini asiatici, protagoniste di una performance inferiore a quella di Wall Street, ieri su nuovi livelli record. L'indice MSCI Asia-Pacifico ex Japan ha ceduto lo 0,4%, con con il Kospi coreano a -0,7% e l'Hang Seng a -0,25%.

I diversi paesi asiatici, infatti, scontano i bassi tassi di vaccinazione che non permettono di contrastare al meglio la variante Delta, suscitando timori per la possibile introduzione di nuove restrizioni locali su viaggi e altre attività, danneggiando la ripresa economica.

Possibile intervento dell'Opec+?

Nonostante il recupero, resta l'incertezza causata dalle preoccupazioni sulla domanda di petrolio per il diffondersi della variante Delta in Cina, tra i principali consumatori di oro nero. “C'è ancora molta incertezza su come evolverà la situazione del Covid-19 in Cina e su cosa questo significhi per la domanda e i prezzi del petrolio”, spiega Warren Patterson, head of commodities strategy.

Secondo Patterson, tale debolezza potrebbe spingere l'Opec+ ad intervenire nel corso della prossima riunione, prevista per il primo settembre. "Quindi, se arriviamo a questo incontro e c'è stata un'ulteriore debolezza dei prezzi, c'è la possibilità reale che il Cartello possa tornare sul suo piano di allentamento”, ipotizza l'esperto.

Le scelte dell'OPEC+, infatti avevano portato i prezzi del greggio ad aumentare di circa il 40% da inizio anno, proprio grazie alla decisione di portare l'offerta ai livelli pre-pandemia.

Pertanto, anche gli analisti di ING ritengono che “se arriviamo a questo incontro e c’è stata un’ulteriore debolezza dei prezzi, c’è la possibilità reale di vedere il gruppo tornare indietro rispetto al suo piano di allentamento”.

La riduzione delle stime di crescita in Cina

A conferma delle difficoltà che sta incontrando la Cina, in settimana è arrivato il taglio delle stime per la crescita dell'economia del gigante asiatico nel corso del 2021. La decisione è arrivata da tre grandi istituti di analisi quali JP Morgan, Morgan Stanley e Goldman Sachs.

L'economia cinese potrebbe crescere 'solo' del 2% nel terzo trimestre secondo JP Morgan, mentre le previsioni precedenti dei suoi esperti arrivavano al 4,3%, mentre per l'intero 2021 vedono un aumento dell'8,9%, ridotto rispetto alle precedenti previsioni di 9,1%.

Riduzione per la crescita trimestrale cinese anche per Goldman Sachs, passando dal 5,8% al 2,3%, mentre il 2021 potrebbe chiudersi con una crescita dell'8,3% rispetto alle indicazioni precedenti di 8,6%. Infine, Morgan Stanley ha ridotto le previsioni trimestrali all'1,6%.

Sulle decisioni delle tre banche USA sono stati anche i nuovi dati macroeconomici pubblicati in questi giorni. La bilancia commerciale cinese è risultata inferiore alle attese, mentre l'inflazione è risultata in rallentamento, anche se superiore alle attese. In crescita del 9% i prezzi alla produzione, crescita maggiore degli ultimi 13 anni, segnalando una pressione inflazionistica che rappresenta ancora un pericolo per il recupero economico cinese.

“I recenti sviluppi indicano ulteriori rischi al ribasso per stime di crescita del terzo trimestre già deboli, legate alla diffusione della variante Delta, a una serie di modifiche regolamentari in nuovi settori dell'economia, all'erosione della fiducia dei mercati”, scrivevano gli analisti di JP Morgan.

Previsioni al ribasso che potrebbero trovare conferme nella “strategia Covid-Zero della Cina”, che potrebbe portare a nuove restrizioni, “intaccando il consumo di petrolio”, sottolineava Vandana Hari, fondatrice di Vanda Insights, secondo la quale “le epidemie di della variante Delta sono certamente causa di una rivalutazione della precedente traiettoria prevista della ripresa della domanda globale”.

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