Il punto di Antonio Tognoli

03/03/2022 08:00
Il punto di Antonio Tognoli

Cina e Russia, un nuovo ordine mondiale che dobbiamo temere? Lo scorso 4 febbraio le due potenze hanno dichiarato di voler costruire un nuovo ordine mondiale e riformare l’attuale sistema internazionale. Cinesi e Russi hanno ricostruito una fiducia reciproca e tra loro e gli occidentali si è creata una diffidenza davvero troppo profonda per essere sanata velocemente.

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PMI composito dell’Europa di febbraio in uscita oggi alle 10:00 (stima 55,8 punti contro 52,3 di gennaio), tasso di disoccupazione Europeo di gennaio alle 11:00 (stima 7% invariato rispetto a dicembre), richiesta di sussidi alla disoccupazione USA WoW alle 14:30 (stima 226k unità contro 232k), ISM non manifatturiero USA di febbraio alle 16:00 (stima 61 punti contro 59,9 di gennaio). Cina e Russia, un nuovo ordine mondiale che dobbiamo temere? Lo scorso 4 febbraio le due potenze hanno dichiarato di voler costruire un nuovo ordine mondiale e riformare l’attuale sistema internazionale. Con il senno di poi, la guerra in corso in Ucraina e le reazioni di Pechino potrebbero essere la prova di questa nuova prospettiva. Ma anche della natura dei rapporti bilaterali Russia-Cina, che mirano a coprirsi a vicenda per le scelte politiche degli ultimi 15 anni, sostenendosi sia politicamente che economicamente. Che non significa che truppe cinesi si uniranno a quelle russe in Ucraina né che i russi parteciperanno ad un’eventuale futura annessione di Taiwan, ma si tratta di una relazione interessata e opportunistica costruita su solide basi.

La concentrazione delle truppe russe in Bielorussia, principalmente attorno al confine sino-russo, credo sia stato possibile solo grazie alla fiducia strategica reciproca. Sono anche convinto che occorra guardare oltre la neutralità (di facciata) di Xi Jinping, che di fatto sostiene Vladimir Putin. La riprova sta nel fatto che non più tardi di 20 giorni fa, i due leader hanno firmato una dichiarazione comune che assicura a Mosca un cliente per i suoi idrocarburi, quindi una linea di credito per sopravvivere alle sanzioni occidentali. Inoltre, nel comunicato congiunto la Cina non ha nascosto di essere contro l’espansione della Nato, pretesto alla guerra in Ucraina. Mentre da parte sua la Russia ha riconosciuto le pretese della Cina su Taiwan. Da non sottovalutare inoltre che le due potenze hanno anche preso posizione sull’Indo-Pacifico, con un riferimento esplicito all’accordo Aukus in merito al quale Mosca ha preso le parti di Pechino.

Ormai è troppo tardi per allontanarli. Cinesi e Russi hanno ricostruito una fiducia reciproca e tra loro e gli occidentali si è creata una diffidenza davvero troppo profonda per essere sanata velocemente. Ma perché la Cina potrebbe essere interessata a sostenere Mosca nell’invasione dell’Ucraina? La Cina ha molti interessi economici da tutelare in Ucraina: i cinesi sono per esempio già entrati i rotta di collisione con il governo Zelensky sull’acquisto dell’azienda militare ucraina Motor Sich, produttore di motori per elicotteri (gli Stati Uniti hanno obbligato le autorità di Kiev a nazionalizzarla per evitare il trasferimento di tecnologie militari). E non dimentichiamo Taiwan che potrebbe essere la prossima preda con il consenso della Russia. Un primo segnale di un possibile collegamento tra le due crisi di fatto c’è stato. Quasi in concomitanza con le crescenti tensioni in Ucraina, il mese scorso l’aviazione cinese ha rilanciato le sue incursioni nella zona di difesa aerea intorno a Taiwan. Per giunta una nave da guerra cinese ha orientato un laser da combattimento su un aereo australiano nella zona economica esclusiva dell’Australia. Se i cinesi dovessero avere sentore che gli Stati Uniti non andranno in aiuto di Taiwan, potrebbero cogliere l’opportunità. E la Cina è economicamente molto più potente della Russia.

Dobbiamo temere l’alleanza? Se i risultati sono quelli che vediamo in Ucraina, la risposta mi sembra scontata. Se viceversa si va verso un nuovo ordine mondiale, occorre capire quale ordine si va profilando. La Cina sta mandando segnali di distensione: il 19 febbraio alla conferenza di Monaco il ministro degli esteri Wang Yi ha ricordato a Mosca che “nessuno è al di sopra del diritto internazionale”. Vedremo. Sugli investimenti, credo che continuerà a fare premio la diversificazione e l’acquisto di volatilità, almeno fintanto che non verrà trovata (e verrà trovata) una soluzione condivisa alla crisi.

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