Il punto di Antonio Tognoli


Come si comporterà la Lagarde? Seguirà Powell e alzerà i tassi? Probabilmente sì, ma non in tempi brevi e non più di 0,25 bp. Quale strategia seguire dunque per gli investimenti?


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Produzione industriale tedesca MoM di marzo in uscita oggi alle 8:00 (stima -0,8% contro +0,2% di febbraio), tasso di disoccupazione USA MoM di aprile (stima 3,5% contro 3,6% di marzo) e variazione occupati di aprile alle 14:30 (stima 380k contro 431k di marzo).

La Lagarde seguirà la politica di Powell e alzerà i tassi? Ecco la domanda del mercato. La risposta è complessa, perché sicuramente anche la BCE aumenterà i tassi, ma difficilmente prima di luglio/agosto e probabilmente di 0,25 bp. L’economia USA e quella Europea hanno infatti dinamiche diverse a cominciare dal PIL che in Europa nel 1Q22 è cresciuto dello 0,2% (in USA è sceso dell’1,4%), anche se in assenza di alcune variazioni congiunturali la variazione sarebbe stata prossimo allo zero. Il filo comune, se vogliamo trovarlo, è che entrambe le economie si stanno fortemente indebolendo. Il futuro a breve, inutile negarlo, è legato a doppio filo alle vicende della guerra che ha ulteriormente esasperato il rincaro dei prodotti energetici, le strozzature all’offerta di beni e alimentato per questa via l’aumento dei prezzi. E’ quindi un’inflazione da costi, dipendente da fattori internazionali, che riduce il potere di acquisto e indebolisce la domanda per consumi e investimenti. Come noto, nell’inflazione da costi la politica monetaria ha le armi un po’ spuntate e questo rende le scelte della BCE più complicate, perché una restrizione monetaria indirizzata a contenere l’inflazione affosserebbe una crescita già in calo, scalfendo solo di poco l’incremento dei prezzi.

La strategia delineata dal Consiglio Direttivo della BCE per i prossimi mesi appare al momento ben delineata (la Lagarde è stata piuttosto chiara al riguardo). Con l’inflazione di medio termine effettiva e attesa intorno al 2%, è ragionevole ridurre gradualmente l’accomodamento monetario e gli stimoli all’economia. E’ possibile inoltre che, se il contesto macroeconomico lo consente, i tassi reali negativi potrebbero non essere più necessari. Vedremo.

Quale strategia seguire dunque per gli investimenti? Partiamo dalle certezze. Il livello dei tassi alla fine del 2023 sarà più elevato rispetto a quello attuale, il NGeu sarà operativo, la guerra sarà finita (è anche un auspicio). Motivi questi per i quali continuiamo a privilegiare tutti quei settori interessati dal NGeu. In particolare quelle imprese che operano nel settore della digitalizzazione di prodotto e di processo, della cyber security, della trasmissione di dati su rete fissa o mobile. Ma anche tutte le imprese la cui attività riguarda la rivoluzione verde, da quelle locali a quelli nazionali, senza dimenticare tutte quelle che operano nel settore delle infrastrutture e della cura alla persona.

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