Il rally irregolare delle azioni cinesi apre nuove vie per la ripresa


Mentre in Cina inizia l’anno del bue, molti investitori si domandano se nel 2021 potremmo assistere a una nuova fase di rialzo. Dato il rally estremamente contenuto dello scorso anno, gli analisti di Alliance Bernstein credono che molti segmenti del mercato offrano un potenziale di rialzo inespresso.

A cura di John Lin, Portfolio Manager of China Equities e Stuart Rae, Chief Investment Officer of Asia-Pacific Value Equities presso AllianceBernstein (AB).


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Azioni cinesi tra le più performanti al mondo

L’anno scorso, le azioni cinesi si sono classificate tra i titoli più performanti al mondo. L’MSCI China All Shares Index ha guadagnato il 33,4% in termini di dollari USA, sovraperformando ampiamente il 18,4% dell’S&P 500, grazie alla risposta più aggressiva della Cina alla crisi da COVID-19. Una gestione più efficace della pandemia, abbinata a misure politiche mirate, ha prodotto chiusure più sporadiche, mentre le esportazioni hanno dato prova di buona tenuta. Di conseguenza, l’attività economica ha messo a segno un marcato recupero dalla contrazione del primo trimestre, e le imprese cinesi hanno beneficiato di una più rapida ripresa degli utili rispetto alle aziende dei mercati sviluppati.

I colossi del segmento growth hanno dominato il mercato

Nonostante i risultati complessivi, tuttavia, la performance del mercato è riconducibile in gran parte a un numero ridotto di titoli. Su più di 800 componenti dell’MSCI China All Shares Index, la forte crescita di Alibaba, Tencent, Meituan, Nio e JD.com ha rappresentato più di un terzo della performance totale dell’indice lo scorso anno. I primi 10 titoli hanno generato più della metà dei rendimenti dell’indice (cfr. Grafico in basso).

Questi trend hanno fatto eco a performance settoriali simili negli Stati Uniti. Le imprese in rapida crescita dell’Internet e dei beni di consumo si sono adattate velocemente a un contesto di business in evoluzione; ciò ha favorito la visibilità degli utili, alimentando la fiducia degli investitori. La crescente digitalizzazione del lavoro, dello shopping e del tempo libero durante la pandemia ha dato impulso ai rendimenti dei titoli della new economy, proprio come negli Stati Uniti.

Accelerazione della ripresa economica

Tuttavia, la forte concentrazione della performance sembra in contrasto con la ripresa più ampia. L’aumento dell’attività nel campo delle infrastrutture sta spingendo la produzione industriale, mentre la ripresa della domanda estera sostiene gli esportatori cinesi. I titoli azionari delle società cinesi sensibili alla crescita economica, dai produttori di macchinari a quelli di materie prime agli assicuratori vita, hanno nettamente sottoperformato le azioni growth più costose, nonostante il miglioramento del quadro macroeconomico.

Gli analisti di AB sono dell’avviso che il dinamismo economico dovrebbe continuare. Dopo la crescita del 6,5% registrata dal PIL cinese nel quarto trimestre, le prospettive per il 2021 sono ancora più incoraggianti, dato che la spesa per consumi è in aumento dopo l’iniziale ritardo accumulato rispetto al settore manifatturiero. Se tale dinamismo si rivelasse sostenuto, il ritmo di espansione del PIL cinese nella prima metà di quest’anno potrebbe superare di molto i tassi di crescita degli ultimi cinque anni.

Tuttavia, l’accelerazione economica ha spinto la People’s Bank of China a adottare un orientamento moderatamente restrittivo. I rendimenti sovrani cinesi a 10 anni sono aumentati di quasi 100 punti base dai minimi di aprile a fronte della progressiva revoca delle misure di stimolo monetario messe in atto nei primi nove mesi del 2020. Nel settore delle materie prime e in alcuni comparti manifatturieri iniziano a manifestarsi segnali di inflazione, il che secondo gli analisti di AB è di buon auspicio per le azioni cinesi che non hanno ancora partecipato alla ripresa del mercato.

Posizionamento in vista di un rimbalzo più ampio

La distribuzione delle performance nel 2020 ha creato enormi disparità: i titoli growth inclusi nell’MSCI China A Onshore Index hanno sovraperformato le azioni value del 46%, chiudendo l’anno a un multiplo prezzo/utili futuri (P/FE) di 36,1x, contro un livello di 10,5x per i titoli value (cfr. Grafico in basso).

Vista la significativa espansione dei P/FE dei titoli più costosi, lo scarto valutativo tra le azioni growth e value sembra agli analisti diventato eccessivo. Tuttavia, si ritiene che questo crei un’interessante opportunità di rischio-rendimento che rispecchia la più ampia ripresa economica in corso.

Alcune imprese che hanno sovraperformato nel 2020 potrebbero faticare nel ripetere la prodezza nel corso di quest’anno. Le Internet company potrebbero andare incontro a un inasprimento della regolamentazione antitrust, che metterebbe in difficoltà le aziende con valutazioni elevate. Analoghi timori per una stretta normativa riecheggiano nel costoso settore sanitario, dove le iniziative politiche volte ad abbassare i prezzi dei farmaci accrescono l’incertezza per gli investitori.

L’impegno sul fronte della vigilanza normativa e del benessere sociale dovrebbe secondo il parere degli analisti dominare l’agenda politica nel 2021. Nell’anno del centenario del Partito comunista cinese, è probabile che le politiche diano la priorità al mantenimento della stabilità sociale e alla gestione dei rischi sistemici. Le misure per migliorare il contesto degli investimenti in Cina sono già evidenti. Una serie di recenti insolvenze sulle obbligazioni emesse da imprese statali rispecchia gli sforzi di Pechino volti a eliminare un implicito azzardo morale, al fine di migliorare le dinamiche dei mercati dei capitali.

Queste misure dovrebbero compensare altri timori riguardo al fatto di investire in Cina. È ancora difficile prevedere come cambieranno i rapporti commerciali USA-Cina sotto l’amministrazione del presidente Joe Biden. Mentre le società cinesi quotate negli Stati Uniti devono ancora affrontare il rischio di essere escluse dalla borsa di New York, Pechino ha ampliato l’accesso al mercato interno per gli investitori esteri. Le quotazioni secondarie a Hong Kong e il potenziamento del programma Shanghai-Hong Kong Stock Connect dovrebbero inoltre sostenere la liquidità dei titoli cinesi.

I fanalini di coda sono destinati a recuperare

Le valutazioni relativamente basse e la solidità fondamentale degli utili di alcune aziende che non hanno partecipato al rally dello scorso anno meritano attenzione. Visti i persistenti segnali di ripresa ciclica in Cina, gli analisti di AB ritengono che i prossimi leader di mercato potrebbero giungere dai settori dei materiali, dei macchinari e dell’attività mineraria. La spinta di Pechino a raggiungere l’autosufficienza in campo tecnologico crea inoltre opportunità per i produttori di semiconduttori avanzati.

Per quanto il vigore del mercato del lavoro e la ripresa del reddito disponibile delle famiglie sostengano le prospettive a lungo termine dei settori dei consumi e della sanità, si crede che gli investitori debbano essere molto selettivi. Le nuove misure di stimolo per gli autocarri e i veicoli elettrici dovrebbero fungere da fattore d’impulso per il comparto automobilistico, dove secondo i due analisti gli investitori non hanno ancora preso atto dell’imminente punto di svolta sul fronte delle vendite.

Le azioni cinesi hanno molto da offrire nel 2021. Con le campagne vaccinali in atto in tutto il mondo, gli autori dello studio ritengono che i titoli value potrebbero iniziare a recuperare terreno con la progressiva riapertura delle economie sviluppate. In effetti, le azioni value globali hanno evidenziato un rimbalzo da novembre, mentre le omologhe cinesi hanno continuato a sottoperformare i titoli growth (cfr. Grafico a sinistra). Inoltre, alla fine del 2020, le azioni value cinesi erano ampiamente sottovalutate rispetto a quelle globali, mentre i titoli growth cinesi erano più costosi degli omologhi globali (cfr. Grafico a destra).

Le straordinarie performance di mercato del 2020 hanno celato una profonda divergenza. Mentre la Cina continua a dar prova di una solida gestione della crisi da COVID-19, si ritiene che una crescita economica regolare sosterrà gli utili di molte aziende trascurate, attenuando ogni potenziale fonte di volatilità di mercato. Puntare sui titoli rimasti indietro nel 2020 è un ottimo modo per costituire o allargare un’allocazione in azioni cinesi prima della prossima fase della ripresa.

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