Inflazione, calo oltre le previsioni nell’eurozona ma aumenta il dato ‘core’


Dopo che i dati delle scorse settimane avevano mostrato un allentamento dei prezzi in vari paesi europei, quello odierno della zona euro conferma un leggero raffreddamento dell’inflazione.


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Cala l’inflazione

I segnali erano arrivati nei giorni scorsi con i dati sui prezzi in Germania, Francia, Spagna e Italia e il dato di questa mattina ha confermato un rallentamento dell’inflazione anche nell’eurozona.

Secondo i dati preliminari diffusi oggi, i prezzi al consumo nell’eurozona sono scesi al 9,2% nel dicembre 2022, dato più basso degli ultimi quattro mesi e al di sotto delle previsioni del 9,7% e di quello di novembre (10,1%).

Notizie negative dal dato sull’inflazione core, quella esclusa energetici e alimentari, vista terminare dicembre in crescita del 5,2% rispetto al +5,1% previsto dagli analisti.

Se si considerano le principali componenti dell’inflazione dell’area dell'euro, “si prevede che il tasso annuo più alto a dicembre sarà quello dell’energia (25,7%, rispetto al 34,1% di novembre)”, scrivono da Eurostat.

Seguono i prodotti alimentari, alcol e tabacco (13,8%, rispetto al 13,6% di novembre), i beni industriali non energetici (6,4%, rispetto al 6,1% di novembre) e i servizi (4,4%, rispetto al 4,2% di novembre).

Picco tassi entro l’estate?

Il dato era particolarmente atteso dal mercato in ottica politiche monetarie della Banca centrale europea, impegnata nei rialzi dei tassi di interesse per combattere proprio i livelli di inflazione e farli tornare all’obiettivo del 2%.

Ieri il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau ha auspicato che il picco dei tassi dovrebbe essere raggiunto “entro questa estate”, pertanto i rialzi “non dovrebbero essere eccessivamente meccanici”.

“Sarebbe desiderabile raggiungere il corretto 'tasso terminale' entro la prossima estate, ma è ancora troppo presto per dire quale sarà il livello”, dichiarava Villeroy, aggiungendo che la banca centrale europea dovrà essere "pragmatica e lasciarsi guidare dai dati, inclusa l’inflazione sottostante, senza feticismi per aumenti troppo meccanici”, sempre con l’obiettivo di riportare l’inflazione verso il target del 2%.

“A questo punto saremo pronti a restare a questo tasso terminale per tutto il tempo necessario” e “lo sprint nel rialzo dei tassi nel 2022 diventerà più una gara sulla lunga distanza" in cui "la durata conterà almeno quanto il livello", ha concluso Villeroy.

Intanto, il mercato scommette su tassi poco sotto il 3,5% per settembre e la presidente della Bce Christine Lagarde, in occasione del board di dicembre, ha aperto ad ulteriori rialzi di mezzo punto percentuale alla volta, a partire da febbraio.

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