L’inflazione resiste: BCE verso nuovi rialzi dei tassi

I livelli dei prezzi al consumo nella zona euro hanno sfiorato il 10% a settembre, segnando un nuovo aumento che si aggiunge al +10% nel Regno Unito, e un sondaggio Reuters prevede il ritorno dell’inflazione al target del 2% solo a fine 2024.
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Inflazione ancora in crescita
L’inflazione cresce ancora nella zona euro aprendo, anche se meno delle previsioni, le porte a nuovi rialzi dei tassi da parte della Banca centrale europea.
Questa mattina il dato del livello dei prezzi al consumo di settembre su base annuale nell’area è aumentato al +9,9%, rispetto a previsioni del 10%, anche se ancora in aumento rispetto al +9,1% di agosto.
Su base mensile (MoM), i prezzi al consumo hanno segnato un +1,2%, in aumento rispetto al precedente +0,6% e in linea con le stime degli analisti.
Tra gli altri dati economici, questa mattina è stato diffuso quello sulla produzione costruzioni di agosto su base mensile, risultato in calo dello 0,6% rispetto al precedente +0,3%.
Inflazione in UK
L’inflazione a doppia cifra è stata registrata anche questa mattina nel Regno Unito, dove a settembre ha raggiunto il +10,1% dal +9,5% di agosto e oltre le previsioni del +10%.
Si tratta del livello più alto da 40 anni per i prezzi nel paese del neo Re Carlo III da poco salito sul trono, con l’aumento dei costi alimentari che ha compensato il calo del carburante.
Inoltre, l’inflazione core nel paese, che esclude cibo ed energia, è aumentata più del previsto allo 0,6% su base mensile e a un tasso annuo del 6,5%.
“Capisco che le famiglie in tutto il paese stanno lottando con l’aumento dei prezzi e le bollette energetiche più elevate”, ha dichiarato il Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt in una nota, promettendo che “questo governo darà la priorità agli aiuti per i più vulnerabili”.
A questo punto, le attenzioni si rivolgono verso la Bank of England, sulla quale pesano le pressioni inflazionistiche e il mercato prezza un rialzo di 100 punti base dei tassi di interesse per la riunione di novembre.
Un tale rialzo sarebbe problematico per il Comitato di Politica Monetaria (MPC), il quale, secondo Jamie Niven, Senior Fund Manager di Candriam, preferirebbe un aumento di 75 pb, considerando "il suo orientamento più dovish rispetto alle altre banche centrali nell'ultimo anno”.
La Bank of England, però, “non può permettersi di turbare nuovamente i mercati disattendendo le attese”, ma il tasso finale prezzato dai mercati “sarà difficile da raggiungere” senza colpire in modo considerevole i consumatori, “con una conseguente recessione inevitabile”, sottolinea Niven, rilevando che il MPC ne è perfettamente consapevole, ma ha le mani legate... ancora una volta”
Nuovo rialzo per la BCE
Un sondaggio Reuters diffuso in queste ore prevede un ulteriore aumento di 75 punti base dei tassi di deposito e rifinanziamento per la BCE, da decidere nella prossima riunione prevista per la prossima settimana, il 27 ottobre.
Anche alla luce del dato di questa mattina, gli attuali livelli risultano troppo lontani dal target del 2% previsto dall’istituto centrale europeo.
"L'inflazione è troppo alta”, sottolinea Brian Martin di Anz, pertanto “è necessario un rapido aumento dei tassi”, e “la Bce deve anche tenere d'occhio gli spread tra titoli sovrani, quindi più di 75 punti base sembrano improbabili”.
Con la pressione sui prezzi dell’energia che prosegue visto il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina, quasi il 65% dei 34 intervistati da Reuters prevede un peggioramento per il costo della vita nella zona euro, mentre solo 12 hanno previsto un miglioramento.
“L'impatto peggiore della crisi energetica sul settore domestico si svilupperà nel quarto trimestre del 2022 e nel primo trimestre del 2023, quando la domanda di gas è stagionalmente più elevata”, prevede Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo.
Sempre secondo il sondaggio Reuters, comunque, l’inflazione dovrebbe tornare all’interno del target BCE alla fine del 2024.
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