Intel vola a Wall Street: ipotesi di accordo con Apple

Intel vola a Wall Street: ipotesi di accordo con Apple

Cupertino avrebbe discusso con Intel un ritorno alla collaborazione, persino con un ingresso diretto nel capitale. Sarebbe la consacrazione della strategia del Ceo Lip-Bu Tan, che ha già ottenuto il sostegno di Trump, Nvidia e SoftBank. Gli analisti, però, restano cauti sul rilancio del gruppo

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Torna il dialogo con Apple, ipotesi di investimento

Il titolo Intel ha vissuto ieri una giornata di forte rialzo a Wall Street, chiudendo con un +6,4% a 31,22 dollari, dopo le indiscrezioni riportate da Bloomberg secondo cui il gruppo avrebbe avviato colloqui con Apple. Al centro delle discussioni, ancora in fase preliminare, ci sarebbe la possibilità che Apple torni a essere cliente di Intel per l’acquisto di chip, o addirittura che decida di investire direttamente nel capitale del colosso americano dei semiconduttori.

Un’alleanza che cambia lo scenario

Un eventuale ingresso di Apple rappresenterebbe un colpo strategico di primo piano per il nuovo amministratore delegato Lip-Bu Tan, impegnato in un complesso tentativo di rilancio di Intel. L’azienda, un tempo leader mondiale dei chip, oggi vale in Borsa appena 145 miliardi di dollari, una cifra irrisoria se confrontata con i 4.300 miliardi di capitalizzazione di Nvidia, il campione indiscusso dell’industria dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale.

L’ipotesi di un sostegno da parte di Apple si aggiunge a una serie di mosse che hanno già ridato fiducia al mercato. In agosto l’amministrazione Trump ha mediato un accordo che ha portato il governo statunitense ad acquisire circa il 10% di Intel, con l’obiettivo di rafforzare la produzione domestica di chip. Poco dopo è arrivata la risposta di Nvidia, che ha annunciato un investimento da 5 miliardi di dollari per rilevare il 5% del capitale, seguita dall’ingresso di SoftBank con 2 miliardi. Un eventuale arrivo di Apple sarebbe dunque la “ciliegina sulla torta” di questa campagna di rafforzamento.

Una storia di rapporti complessi

Apple e Intel hanno un lungo passato di collaborazione e competizione. Per anni i Mac hanno montato processori Intel, fino al 2020, quando il gruppo guidato da Tim Cook ha scelto di passare a chip sviluppati internamente e prodotti da Taiwan Semiconductor Manufacturing. Un ritorno alla collaborazione, quindi, non significherebbe necessariamente un ripensamento sulla strategia di indipendenza tecnologica di Cupertino, ma potrebbe offrire nuove sinergie, soprattutto nel campo della produzione di semiconduttori e dei progetti legati al rafforzamento delle filiere produttive negli Stati Uniti.

I numeri che rendono complessa la sfida del rilancio

Il mercato ha accolto con entusiasmo le notizie, tanto che dall’inizio dell’anno le azioni Intel sono salite del 54%, con un balzo del 27% solo nell’ultimo mese. Tuttavia, gli analisti restano cauti: su 43 broker che seguono il titolo, solo tre consigliano l’acquisto, cinque la vendita, mentre la stragrande maggioranza (35) mantiene una posizione neutrale. Il prezzo obiettivo medio, 24,8 dollari, è inferiore di circa il 20% rispetto alle quotazioni attuali.

I fondamentali restano fragili. Il consensus prevede per il 2025 una perdita netta di 5,4 miliardi di dollari, comunque un miglioramento rispetto al rosso di 18,7 miliardi del 2024. Anche il 2026, però, dovrebbe chiudersi in negativo (-760 milioni). I ricavi attesi per il 2025 sono pari a 52 miliardi, in leggero calo rispetto al 2024, e dovrebbero restare sostanzialmente stabili nel 2026. Sul fronte patrimoniale, il debito netto si attesta attorno ai 26 miliardi e le previsioni dicono che resterà stabile.

Il ruolo del Ceo Lip-Bu Tan

Lip-Bu Tan, imprenditore di lungo corso con una profonda rete di relazioni nella Silicon Valley e in Asia, ha assunto la guida di Intel con il compito di riportarla competitiva dopo anni di ritardi tecnologici e perdita di quote di mercato. La sua “magia”, come l’hanno definita alcuni osservatori, è stata quella di convincere l’amministrazione Trump a scommettere su Intel, attirando così a cascata altri investitori di peso. Un sostegno da parte di Apple completerebbe la rete di alleanze con i giganti tecnologici americani, rafforzando non solo la posizione industriale ma anche la percezione del mercato sul futuro della società.

Prospettive e incognite

Nonostante l’euforia borsistica, le sfide rimangono enormi. Intel ha perso la leadership tecnologica nei processi produttivi, è rimasta indietro sull’intelligenza artificiale e fatica a sviluppare un modello di business competitivo nella fonderia di chip. Senza clienti di peso e con costi elevati, l’azienda rischia di non avere la scala necessaria per reggere la concorrenza globale.

Un’eventuale intesa con Apple non risolverebbe tutte queste criticità, ma rappresenterebbe un segnale di fiducia e una fonte potenziale di nuove entrate.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: INTC.US
Isin: US4581401001
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