Intesa Sanpaolo avvia il ricambio generazionale. L'impatto sul bilancio

La banca ha firmato un accordo con i sindacati per uscite corrispondenti a circa il 10% del personale che porterà ad un risparmio nel prossimo bilancio nonostante le assunzioni previste a compensazione.
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Ricambio per Intesa Sanpaolo
Accelera il ricambio generazionale di Intesa Sanpaolo dopo la firma di un accordo con i sindacati che permetterà 9 mila uscite senza impatti sociali. L’intesa, annunciata ieri sera e firmata con le delegazioni sindacali di gruppo di FABI, FIRST CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN riguarda 7 mila unità in Italia e 2 mila nelle controllate internazionali, da concludersi entro il 2027, di cui 4 mila uscite volontarie e 3.500 assunzioni a tempo indeterminato di giovani, dei quali 1.500 come Global Advisor per le attività commerciali della Rete per garantire maggiore vicinanza alla clientela in particolare nel Wealth Management & Protection.
Le assunzioni saranno destinate a sostenere la crescita del Gruppo e le nuove attività e si aggiungono a quelle già previste nel quadro del Piano di Impresa 2022-2025, pari a 4.600 entro il dicembre 2025 a fronte delle 9.200 uscite che si concluderanno entro il primo trimestre 2025. Inoltre, entro il 2027 sono previste, mediante azioni sul turnover naturale, 3 mila uscite per l'Italia e 2 mila uscite nette per le controllate internazionali, queste ultime interamente concentrate sulle funzioni centrali senza alcun impatto sui ruoli commerciali.
L’impatto sul bilancio
Complessivamente, dal ricambio si prevedono per il Gruppo risparmi nelle spese del personale a regime (dal 2028), tenendo conto delle predette assunzioni, nell'ordine dei 500 milioni di euro annui, e oneri da contabilizzare nel quarto trimestre 2024 nell'ordine dei 350 milioni al netto delle imposte.
Secondo la banca, questi numeri non avranno riflessi sulla prospettiva di utile netto del Gruppo per il 2024 a oltre 8,5 miliardi di euro già resa nota al mercato.
La lente degli analisti
"Intesa Sanpaolo accelera il ricambio generazionale mediante 9000 uscite e sono attesi risparmi annui di 500 milioni a regime", sintetizzano gli analisti di Equita Sim che confermano la raccomandazione ‘buy’ e il target price a 4,5 euro sul titolo dell’istituto torinese, rispetto ai 3,9045 euro di questa mattina (+0,50%). Le uscite, precisano gli esperti, "rappresentano poco meno del 10% del totale dei dipendenti del gruppo e saranno in parte compensate da 3.500 nuove assunzioni".
Per Equita "con questa manovra, possibile a nostro avviso solo grazie ai significativi investimenti in tecnologia e digitalizzazione effettuati dal gruppo negli ultimi anni, Intesa Sanpaolo rafforza la sostenibilità e visibilità futura dei risultati di gruppo".
Raccomandazione d’acquisto anche per Citi, con prezzo obiettivo a 4,35 euro, e i suoi esperti ritengono che la notizia dell’accordo non “rappresenti una sorpresa”, ma "i termini sono migliori" rispetto a quanto ipotizzato dagli analisti precedentemente. “La riduzione del personale non è ancora riflessa nel consenso e questo potrebbe rappresentare un margine di rialzo a bassa singola cifra percentuale del consenso nel medio termine (post 2027)", prevedono da Citi.
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