Intesa vola sopra il 90% di Ubi, al via l’incorporazione


Intesa ottiene il 90,2% del capitale di Ubi. Questa mattina il titolo dell’istituto lombardo è stato sospeso al rialzo a Piazza Affari per la prospettiva di poter consegnare alle stesse condizioni di Opas i titoli rimasti fuori dall’operazione.


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Ubi sugli scudi, vola oltre il 10%

Il titolo Ubi sugli scudi, questa mattina a Piazza Affari, dopo la comunicazione delle adesioni all’Opas lanciata da Intesa Sanpaolo sull’istituto lombardo, chiusa oltre ogni più rosea aspettativa (per Ca’ de Sass).

Ubi cresce in apertura di seduta, sospesa al rialzo mentre si avvicina a segnare +11%, ritorna in contrattazione a metà mattina con un guadagno del 10% a 3,76 euro, mentre Intesa si muove in frazionale rialzo dello 0,84% (1,64 euro).

All’origine della fibrillazione di Ubi, la prospettiva di poter consegnare a Intesa Sanpaolo anche i titoli rimasti fuori dall’Opas conclusa allo scadere della mezzanotte.

Le adesioni all’Opas raggiungono il 90,2% del capitale

Le adesioni all’Offerta pubblica di scambio lanciata lo scorso 17 febbraio hanno raggiunto il 90,2% del capitale sociale di Ubi Banca (1.031.956.527 azioni). Pertanto, specifica Isp nella nota pubblicata allo scadere del periodo di offerta sul sito di Borsa Italiana, «sulla base dei risultati provvisori dell’Offerta, la Condizione Soglia Percentuale (ossia la detenzione da parte dell’Offerente di una partecipazione complessiva pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale dell’Emittente) risulta avverata».

Il totale delle adesioni superiore al 90% ha fatto scattare, come anticipato, anche il meccanismo di Opa residuale (sell-out): chi detiene il restante 10% delle azioni ha tre mesi di tempo per ripristinare il flottante o effettuare il delisting. Questa, dunque, la miccia che ha innescato il boom di vendite di oggi.

Ora Intesa dovrà superare la soglia del 95% del capitale di Ubi o riconoscendo le stesse condizioni di Opas (1,7 azioni intesa per ogni azione Ubi più 0,57 euro cash) o con l’acquisto delle azioni al prezzo di chiusura da venerdì 24 a ieri (3,504 euro).

Delisting di Ubi, attesa per i dati ufficiali e le tempistiche di fusione

Il raggiungimento della quota del 90%, sostiene Equita, determina il delisting del titolo Ubi dato che Isp non ne ripristinerà il flottante. Secondo gli esperti un’adesione così ampia avrà anche ripercussioni positive sul deal perché determina un forte consenso sull’integrazione da parte di tutti gli stakeholder annullandone i rischi di esecuzione

Dall'integrazione delle due banche nascerà «una nuova realtà in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano e di ricoprire un ruolo di leader nello scenario bancario europeo», ha sottolineato l’ad di Intesa, Carlo Messina, commentando l'esito dell'operazione.

I dati definitivi sull'Opas saranno resi noti entro il 4 agosto, prima della pubblicazione dei risultati trimestrali di Intesa.

Il progetto di fusione potrebbe essere sottoposto al voto dell’assemblea già nella primavera del 2021. Le tempistiche saranno decise verosimilmente nel corso dell’assemblea straordinaria in autunno, quando il Gruppo nominerà il nuovo consiglio di amministrazione.

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