Italia, generale miglioramento della fiducia a dicembre

Il clima di fiducia in Italia chiude il 2025 con segnali di miglioramento, pur senza indicare una vera accelerazione del ciclo economico. Consumatori e imprese dei servizi mostrano un tono più costruttivo, mentre industria e costruzioni continuano a evidenziare fragilità. Il quadro resta coerente con una crescita moderata del Pil nel quarto trimestre del 2025, in linea con uno scenario di ripresa graduale e ancora esposta a diversi fattori di incertezza.
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Consumatori più fiduciosi ma i consumi restano cauti
Dopo il netto arretramento registrato in novembre, la fiducia dei consumatori torna a salire in dicembre, riportandosi in linea con la media dell’anno. L’ultimo aggiornamento dei dati, analizzato da Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, evidenzia un miglioramento delle valutazioni sulla situazione economica della famiglia e sul bilancio familiare, accompagnato da una nuova riduzione delle attese sulla disoccupazione futura. In questo contesto, migliora in modo deciso anche l’indicatore relativo all’opportunità attuale di acquisto di beni durevoli, segnale che riflette una percezione meno difensiva delle famiglie rispetto ai mesi precedenti.
Nel loro insieme, questi elementi delineano una combinazione potenzialmente favorevole a un recupero dei consumi, che nel corso del 2025 si sono dimostrati meno dinamici delle attese. Secondo Pizzoli, la resilienza del mercato del lavoro continua a rappresentare un fattore di sostegno, ma il recupero ancora incompleto del potere d’acquisto induce a mantenere un approccio prudente. Nel breve termine, lo scenario più probabile resta quello di una crescita dei consumi molto graduale, più coerente con un riequilibrio lento della domanda interna che con una vera svolta ciclica.
Servizi in forte recupero, turismo motore della fiducia
Il quadro di dicembre mostra un progresso significativo dell’indice aggregato di fiducia delle imprese, che raggiunge il livello più elevato da marzo 2024. Il miglioramento è però tutt’altro che omogeneo tra i settori. Come sottolinea Pizzoli, il risultato complessivo è trainato soprattutto dal comparto dei servizi, che compensa ampiamente l’arretramento registrato nell’industria.
All’interno dei servizi, le valutazioni sugli ordini e sull’andamento degli affari migliorano in modo deciso. Il contributo principale arriva dal settore turistico, dove l’indicatore di fiducia torna sui livelli di marzo 2024. Pizzoli osserva come questo recupero possa essere alimentato anche dalle aspettative legate ai giochi olimpici invernali Milano-Cortina, che iniziano a riflettersi sulla domanda prospettica. Questo fattore potrebbe spiegare anche parte del miglioramento osservato nel comparto dell’informazione e comunicazione.
Positivo risulta inoltre l’andamento della fiducia tra le imprese che forniscono servizi alle aziende, segnale che suggerisce una tenuta delle attività terziarie a supporto del sistema produttivo. Nel complesso, spiega Pizzoli, il settore dei servizi continua a rappresentare il principale pilastro della fase di recupero in atto nell’economia italiana.
Industria in difficoltà, attesa per la domanda estera
Il quadro appare meno brillante nel settore manifatturiero. In dicembre, la fiducia nell’industria arretra leggermente, pur consolidandosi su livelli superiori a quelli prevalenti nel terzo trimestre. L’analisi di Pizzoli evidenzia una dinamica differenziata tra i comparti: la fiducia tiene relativamente meglio nei beni di consumo e nei beni intermedi, mentre risulta più debole nei beni strumentali, più sensibili al ciclo degli investimenti.
L’uscita dalla lunga fase di stagnazione dell’industria italiana si conferma un processo lento, non favorito dagli effetti diretti e indiretti dei dazi statunitensi sui flussi di esportazione. Al momento, secondo Pizzoli, manca una spinta domestica in grado di compensare pienamente queste pressioni. Nei prossimi mesi potrebbe però emergere un contributo positivo dalla domanda estera, in particolare quella legata all’implementazione del programma di investimenti infrastrutturali e di spesa per la difesa varato dalla Germania, che potrebbe sostenere gradualmente le esportazioni italiane.
Costruzioni sotto pressione e nodi sul PNRR
Un segnale di attenzione arriva anche dal settore delle costruzioni, dove la fiducia scende in dicembre. Per quanto riguarda i costruttori di edifici, spiega Pizzoli, il calo è spiegabile con il progressivo aggiustamento dell’attività dopo il venir meno degli incentivi legati al superbonus. Più delicato appare invece l’andamento della fiducia nel comparto dell’ingegneria civile, dove la flessione è particolarmente marcata.
Secondo Pizzoli, è proprio in questo segmento che si concentrano molte delle attività legate alla messa a terra degli investimenti del PNRR. Un arretramento della fiducia in prossimità della scadenza del programma, fissata ad agosto 2026, rappresenta quindi un elemento che merita attenzione. Il rischio è che difficoltà operative o ritardi possano rallentare l’impatto degli investimenti infrastrutturali proprio nella fase finale del piano.
Nel loro complesso, i dati di fiducia di dicembre restano coerenti con uno scenario di lieve crescita del Pil nel quarto trimestre. Dal lato dell’offerta, il recupero continua a poggiare prevalentemente sui servizi; dal lato della domanda, potrebbe emergere un temporaneo riequilibrio tra consumi e investimenti, favorito anche dagli effetti anticipatori delle Olimpiadi Milano-Cortina. In questo contesto, ING conferma una crescita del Pil italiano dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, coerente con un profilo di espansione moderata e ancora esposta a rischi esterni.
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