L’escalation militare in Iran scuote i mercati mentre arrivano nuove minacce


Dopo l’attacco si assiste a forti vendite sui mercati azioni e tornano a salire i beni rifugio come il petrolio e l’oro


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L’attacco nella notte e le nuove minacce

Dopo l’attacco americano dei giorni scorsi, l’Iran ha fatto scattare la rappresaglia nel corso della notte scorsa, colpendo due basi irachene dove erano stazionati alcuni militari americani, Erbil e al-Asad.

Se l’azione militare era stata seguita da dichiarazioni concilianti da parte dell’Iran, definendo “completata” la risposta di Teheran agli attacchi degli Stati Uniti, a mettere benzina sul fuoco era stato il capo spirituale supremo, Ali Khamenei.

“Gli Stati Uniti e Israele sono i nemici dell’Iran”, tuonava Khamenei, aggiungendo che “l’Iran ha dato uno schiaffo agli USA ma non è ancora abbastanza”.

Trump cerca di tranquillizzare

Più conciliante il tono di Donald Trump, che affida al solito tweet le sue dichiarazioni dopo essersi riunito con i consiglieri militari.

“Tutto va bene!”, cercava di tranquillizzare Trump, per poi spiegare che gli Stati Uniti hanno i “militari più potenti e ben equipaggiati di tutto il mondo, di gran lunga”.

I movimenti di mercati

L’escalation militare ha portato nuovi movimenti bruschi sui mercati azionari di tutto il mondo, mentre gli operatori tornavano a rivolgersi verso i beni rifugio.

Chiudono negativamente le borse asiatiche, guidate da quella giapponese. Il Nikkei cede l’1,57%, con il settore industriale e quello dei beni discrezionali che soffrono particolarmente a causa del ribasso del produttore di robot industriali Fanuc e del rivenditore di abbigliamento Fast Retailing.

In rosso anche le borse del vecchio continente, con flessioni generalizzate che hanno colpito il Ftse Mib, il Dax, il Cac 40 e l’Ibex 35.

Tornano a crescere anche i prezzi del petrolio, con il greggio che superava i 63 dollari al barile e il Brent che veniva scambiato sopra i 69 dollari.

Rally anche per l’oro che nella notte superava i 1.600 dollari l’oncia, ai massimi dal 2013, a cui seguiva il ritorno di fiamma delle criptovalute e in particolare del Bitcoin, nuovamente sopra gli 8 mila dollari.

Notte di rialzi anche per lo yen, spesso considerato bene rifugio, toccando i massimi degli ultimi tre mesi appena diffuse le notizie dell’attacco.

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