Bond Barclays: 10% fisso i primi due anni poi tasso variabile per altri tre
Rendimento del 10% fisso i primi due anni poi, per i successivi tre anni, si punta alla normalizzazione della curva dei tassi, con un rendimento pari a 3 volte lo spread tra il 10 anni americano e il due anni. A ritornare su una struttura classica nel mondo dei bond, lo steepener, è Barclays con la nuova obbligazione in dollari a 5 anni, Isin XS2648291867 ad altissimo rendimento fisso: 20% pagati tutti nei primi 8 trimestri di fila (2,5% a trimestre), per poi passare al variabile con un minimo di 0 a un massimo di 10% all’anno. Scadenza novembre 2028.
Il re dei Bond, Bill Gross, ex direttore investimenti di Pimco, ha cambiato idea, non è più tempo per scommettere contro i bond Usa ma al contrario è arrivato il momento di “investire nella curva” sulle obbligazioni che sono state più colpite dalle vendite. Il mese scorso i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni hanno raggiunto un picco di oltre il 5%, per la prima volta in 16 anni, mentre i titoli a 30 anni sono aumentati di circa il 5,2%.
Gross non è il solo tra i big a cambiare idea in poche settimane, anche un altro miliardario tra i più ascoltati a Wall Street, Bill Ackman, fondatore di Pershing Square Capital Management, ha scritto sempre su X: "C'è troppo rischio nel mondo per rimanere short (scommettere su un ribasso) sulle obbligazioni agli attuali tassi a lungo termine".
Un detto recita: “solo gli stupidi non cambiano mai idea”, Gross e Ackman non sono certo stupidi anzi, hanno fatto una montagna di soldi. I due strateghi hanno puntato prima sul ribasso dei bond a lunga scadenza e, le performance dei mercati gli hanno dato ragione, ora, hanno invertito le scommesse puntando invece sui bond a breve. Tassi "più in alto più a lungo è il mantra di ieri", ha scritto Gross. Quello di oggi, dunque, è che i tassi caleranno e probabilmente si normalizzeranno, il re dei Bond parla di recessione in arrivo.
La normalizzazione dei tassi
Ma cosa intende dire Gross con quella frase, “investire nella curva” sulle obbligazioni che hanno perso maggior terreno?
In un mondo “normale”, chi presta tassi a lungo termine esige un rendimento più alto rispetto a un prestito a breve termine. Il motivo è ovvio, più è lungo il periodo del prestito maggiori sono i rischi che qualcosa vada storto.
Negli ultimi 12 mesi negli Usa è andato in scena un mondo diverso da quello normale, uno scenario che gli economisti identificano con l'inversione della curva dei tassi, con quelli a breve periodo che rendono più di quelli a lungo. Proprio così, fino a poco tempo fa investire su un Treasury a 2 anni rendeva circa lo 0,8% l’anno in più rispetto a un investimento in un Treasury a 10 anni.
Il grafico sotto della Federal Reserve di Saint Louis mostra l’andamento dei tassi a 10 anni meno il due anni Usa. Solo per brevi periodi ci siamo trovati a una fase di inversione della curva dei tassi con quelli a breve più alti di quelli a lunga scadenza.
Stiamo, non è ancora finita, uscendo da un periodo caratterizzato proprio da questa inversione giustificata dal fatto che economisti e mercati si aspettavano che, per combattere l’inflazione, la Fed sarebbe stata costretta ad alzare i tassi, indurre una recessione economica e repentinamente abbassarli. Questo spiega, dunque, le attese per cui il rialzo dei tassi per combattere l’inflazione ha portato i rendimenti di breve superare quelli di lungo che, invece, riflettevano già uno scenario di recessione o post recessione con tassi già tagliati.
Il grafico della Federal Reserve di St Luis mostra come la situazione attuale con tassi a due anni maggiori dei 10, tenda a rientrare abbastanza velocemente. Spesso, non sempre, l'inversione è anticipatrice di un rallentamento economico ed è seguita da una lunga fase in cui la normalità domina per più tempo con un forte recupero del differenziale o spread 10 anni meno 2 anni.
E’ lo scenario descritto da Bill Gross, con i rendimenti a lungo che tornano a superare quelli a breve non importa se saranno quelli a breve a scendere di più di quelli a lungo o al contrario quelli a lungo a salire di più di quelli a breve. Non si scommette su dove andrà il tasso in generale, si scommette sul fatto che la situazione si normalizzi. Quelli a lungo si riportano a un livello, comunque, più alto di quelli a breve perché sale la remunerazione richiesta per un prestito di più lungo periodo, il premio a termine sale.
Scenari per il bond
A me piace partire sempre dallo scenario dei tassi peggiore per il bond, in modo da capire meglio come funziona uno strumento finanziario messo sotto stress e qual è il pericolo massimo a cui si sta incorrendo. Se dopo aver incassato il 10% fisso moltiplicato per due anni, in tutto un buon 20% reinvestibile fin dalle prime cedole trimestrali, la curva dei tassi dovesse rimanere negativa, l’investitore avrebbe portato a casa il suo 20% e poi nulla. Questo, chiamatelo brutto, è lo scenario peggiore sul fronte delle cedole.
Di fatto cosa succederebbe? In questo scenario, l’investitore si troverebbe in portafoglio un bond che, dopo aver staccato, per 8 trimestri di fila, una cedola del 2,5%, quota sotto la pari e, dunque, per recuperare i 1.000 dollari di valore nominale, dovrà aspettare la scadenza naturale del prodotto, quando Barclays lo rimborserà a 1.000 dollari. A venderlo prima rischia di vederselo valutare sul mercato meno di 1.000 dollari.
In questo scenario, con una curva dei tassi che rimane invertita, in cinque anni avrà portato a casa il 20% più qualcosina per aver reinvestito questo 20% ma null’altro diciamo poco meno di quel 4,8% che rende oggi un governativo a 5 anni americano non distante dal 4,88% di un bond a pari scadenza targato Barclays.
Il secondo scenario, è uno scenario intermedio dove, dopo i due anni di cedole al 10% fisso, lo spread 10 -2 anni quota circa 0,5% che moltiplicato 3 volte porta il rendimento a poco meno dell’1,5%. Se sul mercato ci sono rendimenti a 3 anni (quelli restanti) più alti il bond quoterà sotto la pari. L’investitore porta a casa le prime cedole, soldi che può subito reinvestire sfruttando l’efficienza dei tassi composti, e poi un magro 1,5% all’anno. In tutto 24,5% più il frutto dei reinvestimenti, allineandosi a un Treasury a 5 anni.
Il terzo scenario è quello che nel grafico vediamo più spesso, ovvero un differenziale, dopo l'inversione, dei tassi 10 -2 tra l’1 e il 2% che significa, moltiplicato per tre un rendimento tra il 3 e il 6%.
In questo scenario, tra due anni, è possibile trovare tassi già scesi sensibilmente, ad esempio a causa di rallentamento economico e quel 3-6% sarà in linea o addirittura superiore ai tassi a tre anni. Il risultato è che il bond prezzerà sopra il valore nominale e l’investitore, se lo vorrà, potrà uscire in anticipo dall’investimento, avendo incassato per due anni cedole altissime: 10% annue e magari spuntando una plusvalenza all’uscita oppure potrà aspettare la scadenza naturale del prodotto.
Il bond in questione per due anni non guarderà allo spread dei due tassi a lungo e breve termine, quindi l’inversione della curva non deve per forza avvenire domani o in poco tempo, ma nei prossimi due anni. Se così dovesse accadere il Bond potrebbe quotare sopra la pari e l’investitore potrebbe avere la facoltà di decidere se uscire anticipatamente dal suo investimento rivendendo sopra la pari il bond e incassando la parte ricca delle cedole.
Come funziona il bond
I primi quattro trimestri la cedola è fissa al 2,5%. Le date di pagamento delle cedole sono: 8 febbraio 2024, 8 maggio 2024, 8 agosto 2024, 8 novembre 2024, 10 febbraio 2025, 8 maggio 2025, 8 agosto2025 e 10 novembre 2025.
Dalla data del 9 febbraio 2025 e così per i trimestri successivi fino alla scadenza dell’8 novembre 2028, la cedola sarà pari a tre volte la differenza tra l’indice ICE Swap rate USD 10Y SOFR e l’ICE Swap l’USD 2Y SOFR ICE.
Il livello del tasso di riferimento per ciascun periodo degli interessi sarà determinato facendo riferimento alla schermata Bloomberg USISSO10 Index e USISSO02 Index ore 11:00 a.m. (Ora di New York) 2 giorni lavorativi a New York precedenti l'inizio di quel periodo di interesse. I due indici ricalcano abbastanza fedelmente l’andamento dei tassi dei Treasury a 10 e due anni.
L’ammontare sarà determinato dallo spread fra i due tassi nel giorno di rilevazione per il valore nominale e i giorni di maturazione degli interessi sull’anno.
Il valore nominale del bond è pari a 1.000 dollari, dunque 1.000 dollari rappresenta anche il lotto minimo.
In una scala di rischio 1 a 6, questo bond è stato valutato a rischio 2.
Il rischio è legato alla solidità di Barclays, il default dell’emittente potrebbe tradursi in un default nel pagamento del bond. Barclays ha un rating molto solido: A1 da Moody’s, A+ da Standard & Poor’s e A+ anche da Fitch.
Il rischio / opportunità cambio
Il bond è in dollari, significa che per acquistarlo bisogna cambiare gli euro in dollari. Avere una diversificazione monetaria in portafoglio è sempre utile, ma questa ovviamente va pianificata con il proprio consulente. Un bond in dollari significa che l’investitore è esposto al rischio o opportunità del cambio. Se nei 5 anni, o durante la durata dell'investimento, il dollaro dovesse rivalutarsi sull’euro allora l’investitore vedrà la performance del proprio investimento migliorare in funzione del cambio. Se il dollaro avrà guadagnato il 10% allora l’intero capitale investito più le cedole verranno rivalutate.
Al contrario un calo del dollaro sull’euro, diciamo del 10%, ridurrebbe le performance finali calcolate in euro.
Informazioni
Attenzione: Il Bond XS2648291867 è soggetto ad un livello di rischio pari a 2 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in bond espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente, caso che può comportare la perdita dell’intero investimento. Barclays gode di un buon rating:
- A1 da Moody’s
- A+ da Standard & Poor’s
- A+ anche da Fitch.
I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.
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