La BCE è attesa ridurre i tassi di 25 bps

12/12/2024 06:00

Ci siamo. Oggi la BCE è attesa ridurre i tassi di 25 bps, per alcuni analisti di 50 bps. L’alternativa potrebbe essere una riduzione di 25 bps oggi e un’altra il 5 febbraio 2025 (piuttosto che aspettare il 12 marzo).

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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A livello di dati, oggi alle 14:30 sono attesi i prezzi alla produzione YoY di novembre degli Stati Uniti (stima +2.5% da +2.4% di ottobre) e le richieste settimanali alla disoccupazione (stima 221k da 224k della scorsa settimana).

Mentre ci dirigiamo verso la fine dell'anno e la stagione delle feste, gli investitori hanno molte ragioni per rallegrarsi. I mercati azionari degli Stati Uniti hanno raggiunto massimi record e i mercati obbligazionari offrono ancora rendimenti tutto sommato favorevoli. Forse la cosa più importante, e che sostiene i solidi mercati finanziari, è che l’economia degli Stati Uniti continua a crescere in linea con il trend o al di sopra di esso, senza segnali di recessione all'orizzonte.

Dal 2020, la crescita economica degli Stati Uniti è stata impressionante, e ben al di sopra delle tendenze a lungo termine e il 2024 non ha fatto eccezione. I tassi di crescita annualizzati trimestrali di quest'anno del PIL, ad esempio, hanno raggiunto una media del 2,5% e il quarto trimestre sembra destinato a superarlo. Secondo le previsioni Fed GDP-Now, la previsione di crescita economica del quarto trimestre è vicina al suo massimo dall'inizio del trimestre e intorno al 3,3%.

Inoltre, i dati in arrivo continuano ad indicare anche mercati del lavoro resilienti: i nuovi posti di lavoro aggiunti a novembre sono stati superiori alle aspettative dopo un ottobre più debole per le note vicende. Il tasso di disoccupazione è aumentato ma rimane comunque ben al di sotto della media di lungo termine.

Nel complesso, lo sfondo fondamentale per i mercati finanziari rimane quindi sostanzialmente intatto con l’economia che sembra pronta a raggiungere l'inafferrabile "atterraggio morbido" (modesto rallentamento ma comunque in crescita al di sopra o al di sotto del trend). O magari a non atterrare proprio.

Mentre guardiamo al 2025, ci aspettiamo che i consumatori siano ulteriormente sostenuti da tassi di interesse più bassi e da una crescita salariale superiore ai tassi di inflazione. Nonostante la potenziale incertezza politica e la futura attesa volatilità del mercato, continuiamo a credere che i pull back possano offrire diverse opportunità per gli investitori, soprattutto perché non prevediamo una recessione economica, almeno per ora.

Sappiamo che la spina dorsale dell'economia è il consumatore, che guida circa il 70% del PIL degli Stati Uniti. Naturalmente, i consumatori hanno dovuto affrontare numerose sfide nell'ultimo anno, tra letture di inflazione elevate e tassi di interesse più elevati, che hanno messo sotto pressione sia la spesa che l'indebitamento. Tuttavia, i dati continuano ad indicare tassi di consumo sani, in particolare per i servizi, tra cui tempo libero, ospitalità, viaggi e ristorazione.

Forse una componente di questo è la dicotomia tra consumatori a basso reddito e consumatori a reddito medio/alto. Questi ultimi hanno beneficiato di maggiori effetti di ricchezza da aree come mercati azionari più elevati e prezzi delle case stabili e più alti.

Abbiamo anche visto tendenze positive negli aumenti salariali reali tra le famiglie. Dal 2023, la crescita salariale ha superato il tasso di inflazione, il che ha sostenuto la fiducia dei consumatori e i consumi. Ci aspettiamo che questa tendenza continui mentre ci dirigiamo verso il 2025, visto che l'inflazione, a nostro avviso, è attesa moderarsi ulteriormente e rimanere contenuta nell'intervallo del 2% - 3%.

Mentre ci dirigiamo a grandi passi verso il 2025, l’economia statunitense è comunque chiamata ad affrontare alcune sfide, mentre i mercati finanziari dovranno scalare nuovi "muri di preoccupazione". Questi potrebbero includere l'incertezza sulle politiche in arrivo dalla nuova Casa Bianca. Ma anche i cambiamenti di politica fiscale in aree come tariffe e immigrazione potrebbero pesare sulla fiducia dei consumatori, sull'inflazione e sulla crescita economica complessiva. Qualsiasi escalation nei conflitti commerciali potrebbe inoltre innescare volatilità e incertezza. Tuttavia, a nostro avviso, è improbabile che le versioni più estreme di queste proposte politiche vengano adottate e l'impatto complessivo sulle economie sarà probabilmente contenuto.

Non escludiamo che, oltre all'incertezza della politica governativa, i mercati possano anche trovarsi ad affrontare un’incertezza sulla politica monetaria, relativa al taglio dei tassi. Se la crescita rimane solida e riemerge qualsiasi rischio di inflazione, il ciclo di taglio dei tassi potrebbe essere più superficiale di quanto già previsto. Crediamo comunque che i tassi di riferimento si stiano dirigendo verso il basso nei prossimi 12 mesi, il che dovrebbe essere di supporto per i consumatori e le aziende.

Dopo un altro anno solido nei mercati finanziari e nell'economia, gli investitori dovrebbero comunque prepararsi ad una maggiore incertezza futura. Che sia guidata dalla politica governativa o dalle preoccupazioni sulla politica della banca centrale, i mercati probabilmente affronteranno alcuni venti contrari nel prossimo anno.

Tuttavia, dato il contesto fondamentale di un'economia che continua a crescere a ritmi sani, gli investitori possono sfruttare la volatilità del mercato come un'opportunità per assicurarsi che i propri investimenti di medio e lungo periodo siano ben posizionati nel contesto di solida crescita pur in presenza di elevata incertezza/volatilità.

In questo scenario riteniamo probabile che gli investitori mantengano un sovrappeso sui titoli azionari statunitensi, in particolare quelli a grande e media capitalizzazione, con un mix di settori growth e value. Mentre la tecnologia a mega-cap ha guidato la strada verso l'alto per gran parte degli ultimi due anni, crediamo che la diversificazione settoriale sarà un tema chiave e un motore dei rendimenti nel 2025.

Nel mercato obbligazionario, crediamo che occorra monitorare attentamente le obbligazioni a breve scadenza e gli strumenti simili alla liquidità per garantire che i portafogli non siano troppo sovrappesati sulla liquidità. Con rendimenti destinati probabilmente a scendere nel prossimo anno, crediamo che la liquidità in eccesso possa essere gradualmente impiegata in allocazioni strategiche in azioni e obbligazioni.

Nel mercato obbligazionario investment-grade, vediamo gli investitori favorire favoriamo le obbligazioni a scadenza intermedia che possono bloccare rendimenti più elevati per più tempo e possono andare bene se i tassi di interesse scendono.

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