La Brexit, la sterlina e i possibili rischi futuri: le previsioni degli analisti

Le elezioni in Gran Bretagna stanno spingendo in alto i mercati ma secondo gli analisti resta l’incertezza sui mercati
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Resta l’incertezza dopo le elezioni britanniche
Il risultato elettorale in Gran Bretagna ha consegnato una forte maggioranza ai Conservatori guidati dal Premier Boris Johnson, il quale affronterà la vicenda Brexit da una posizione di forza nettamente maggiore rispetto a Theresa May, e ha fatto partire il rally sui mercati mondiali.
L’attenzione dei mercati si sposterà verso la fine del 2020, quando il periodo transitorio avrà termine e si riproporranno i rischi di un’uscita “senza accordo” con l’Unione europea da parte della Gran Bretagna.
A questo si aggiunge l’incertezza sullo storico problema della Scozia, aggravato dall’ottimo risultato elettorale di ieri dello Scottish national party (Snp) che spingerà probabilmente alla richiesta di un nuovo referendum per l’indipendenza anche in funzione europeista.
“L'incertezza sulla Brexit continuerà'', prevede Daniele Vernazza, capo economista internazionale di UniCredit, in quanto l’accordo proposto da Johnson, “copre solo la separazione dall'Unione europee, che non è che il primo passo”, ma “i negoziati sulle future relazioni non sono nemmeno cominciati e probabilmente dureranno anni'.
Alla vittoria di Johnson si era arrivati con la proposta di una hard Brexit con l’uscita dal mercato unico e dall’unione doganale e con un nuovo trattato di libero scambio, ma “è altamente improbabile che un accordo del genere possa essere firmato entro la fine del 2020”, aggiunge Vernazza.
I rischi per la sterlina
Il rally innescato sui mercati è arrivato in quanto questi “si erano preparati da un po' e quindi dovrebbe esserci sollievo generalizzato per la possibilità di consolidare i recenti guadagni”, spiega Elliot Hentov, head of policy research di State Street Global Advisors.
Lo stesso vale per la sterlina “salita dell'8% da metà ottobre”, che per i titoli azionari del Regno Unito. “Una stabile maggioranza Tory potrebbe offrire una marginale opportunità di rialzo nel breve termine, in seguito agli stimoli fiscali del nuovo governo e alle ricadute positive sull'economia britannica del miglioramento del contesto globale”, aggiunge Hentov.
Un accordo con la Ue il 31 gennaio, inoltre, “semplifica il lavoro della Bank of England, consentendo al Governo di avere uno scenario di tassi stabili”, conclude l’esperto.
Sullo sfondo resta un’estensione del periodo transitorio ma secondo State Street, “pur senza essere l'ottovolante che si sono rivelati i negoziati per il divorzio dalla Ue, le trattative su un nuovo accordo commerciale continueranno ad alimentare la volatilità della sterlina per l'intero 2020”.
Lo "scenario base" previsto di UniCredit, infine, prevede una proroga del periodo transitorio e quindi dei negoziati tra Regno Unito e Ue per la firma del nuovo trattato.
Sullo sfondo, infine, resta il tema scozzese. 'La campagna elettorale dell'Snp era centrata sulla richiesta di un nuovo referendum per l'indipendenza - ricorda Vernazza - e la pressione non farà che aumentare dopo il risultato'. L'Snp ha infatti vinto 48 dei 59 seggi scozzesi. Johnson fino a oggi ha escluso un nuovo referendum, ma in futuro potrebbe cedere in cambio dell'ok del governo scozzese a trattati commerciali che richiedano anche il via libera delle amministrazioni decentrate (ad esempio quelli sull'agricoltura)
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