La Commissione europea taglia le stime sull’economia italiana. Rischio coronavirus

Dall’Unione europea riducono le previsioni sulla crescita italiana mentre da più parti scatta l’allarme per l’impatto del coronavirus anche in Italia
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La Commissione europea riduce le sue previsioni per l’Italia
La crescita dell’economia italiana potrebbe essere inferiore alle previsioni sia per quanto riguarda quest’anno che per il 2021. La Commissione europea, infatti, ha ridotto le sue stime sull’espansione economica dell’Italia portandola allo 0,3% per il 2020 e allo 0,6% nel prossimo anno, riducendo entrambe le previsioni dello 0,1%.
L’Italia, dunque, potrebbe allontanarsi ancora di più dalla crescita della zona euro, prevista all’1,2%, restando ancora di più ultima in classifica sia nel 2020 che nel 2021.
"Le indagini sulla fiducia delle imprese mostrano una partenza debole nel 2020. Il clima del settore industriale è migliorato in gennaio ma non segnala ancora un'imminente ripresa del settore" spiega la Commissione nel rapporto “Winter Forecast”.
La riduzione delle previsioni della Commissione arriva a pochi giorni dal negativo dato sulla produzione industriale italiana, risultata in calo dell’1,3% nel corso del 2019, rappresentando il dato peggiore dal 2014.
“Tutti i nostri indicatori indicano una ripresa", cercava di rassicurare il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri. "A gennaio, la produzione industriale e il Pil dovrebbero aumentare", ha aggiunto, affermando che il governo è "fiducioso" di una ripresa economica.
Rischio coronavirus anche per l’Italia
A complicare le cose potrebbero esserci gli effetti sull’economia italiana che stanno arrivando a causa del coronavirus, mettendo a rischio gli obiettivi di crescita del governo.
"L'impatto del coronavirus rischia di essere significativamente negativo per l'economia globale e anche per l'Italia", ha detto martedì il viceministro delle Finanze, Antonio Misiani nel corso di un'intervista. "Ora è diventato più complicato raggiungere l'obiettivo governativo di una crescita pari allo 0,6%".
Dopo che alcune aziende italiane del settore lusso hanno lanciato l’allarme sulle loro attività a causa proprio del coronavirus, anche il settore del turismo potrebbe avere conseguenze negative. "La Cina è il terzo fornitore italiano, molti turisti cinesi vengono in Italia" e “acquistano quantità significative dei suoi beni di lusso”, ha detto Misiani.
Allarme per il coronavirus condiviso anche dalla Corte dei Conti, la quale ha invitato a “valutare con grande attenzione il quadro della finanza pubblica anche a valle della spinta al ribasso sull'economia derivante dal coronavirus, che si innesta su un panorama tutt'altro che confortante".
“Nel quadro economico generale si sono ora innestati impulsi nuovi e in parte imprevisti”, spiegava Angelo Buscema, presidente della Corte. Questi effetti “sembrano riportare verso il basso le prospettive economiche: dalle tensioni geopolitiche agli effetti, difficili da stimare, del 'coronavirus' sull’economia cinese e, di riflesso, su tutte le altre aree economiche mondiali", aggiungeva Buscema.
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