La grana SVB investe le borse dell’Asia, arriva la recessione


Wall Street sta già ragionando sugli effetti positivi dello stop al rialzo dei tassi, il Nasdaq è salito dello 0,4%. Nomura pensa che non si sarà solo una pausa nella stretta monetaria, il 22 marzo la Fed taglierà i tassi.

Movimenti vorticosi nel mercato delle obbligazioni. Il rallentamento economico deprime i prezzi delle materie prime. Generali, utile operativo migliore delle attese.


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La scossa di terremoto provocata dal doppio fallimento di due importanti banche regionali degli Stati Uniti, sui mercati finanziari si sente di più in Europa ed in Asia.

L’immediata discesa in campo del terzetto Federal Reserve, Tesoro e Federal Deposit Insurance hanno contribuito a fermare il contagio, permettendo a Wall Street di limitare i danni. L’S&P500 ha chiuso con un modestissimo ribasso, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%. La borsa di Milano invece ha perso il 4%.

Stamattina i future di Wall Street e del Dax di Francoforte sono leggermente positivi.

Ieri è stata una seduta pesantissima per le banche regionali degli Stati Uniti, con First Repubblic Bank in calo del 60%, ma le grandi banche, quelle iper controllate dalle autorità, non sono andate sotto come nelle precedenti sedute. JP Morgan ha chiuso in rialzo dello 0,5%.

CREDITO

Il mondo delle banche, per gli investitori, è diviso tra quelle non sistemiche, ovvero, quelle con attivi totali inferiori ai 250 miliardi di dollari, e quelle Sistematicamente Importanti (SIB). Le prime hanno goduto dal 2018 di una regolamentazione più morbida per quel che riguarda i parametri chiave sullo stress finanziario, mentre le seconde, dovendo rispettare parametri stringenti sulla liquidità, hanno gestito in modo molto più prudente i rapidi cambi di contesto di mercato provocati dalla brusca accelerazione della Federal Reserve sui tassi.

La corsa dei clienti di SVB e di Segnature Bank a ritirare i soldi, è un effetto collaterale della velocità con la quale è stata portata avanti la stretta monetaria: i clienti di queste banche, tipicamente start up del mondo tech, hanno prima iniziato a prelevare per far fronte all’aumento degli interessi sul debito, poi, con il balzo dei rendimenti dei titoli a breve causato dall’inversione della curva dei tassi, hanno ritirato tutto quel che potevano dai conti correnti, per investirlo sui Treasury Bills.

RECESSIONE

Tutto ciò è costato nell’immediato, il fallimento di due banche e l’intervento d’emergenza delle autorità, ma nel medio lungo periodo, la vicenda SVB dovrebbe portare ad una brusca chiusura dei rubinetti del crediti, perché i prestatori diventeranno molto più selettivi. Il quadro economico dovrebbe subire un rapido deterioramento.

Il mercato delle obbligazioni sta da qualche giorno ragionando su questi scenari di recessione in arrivo già nei prossimi mesi. Le riflessioni sono accompagnate da movimenti rapidissimi e giganteschi.

Ieri il Treasury a due anni ha registrato la più forte discesa giornaliera del rendimento degli ultimi venticinque anni. La curva si è violentemente irripidita, lo spread tra il decennale ed il biennale è passato da -105 punti base della scorsa settimana, ai 40 punti base di ieri sera. Stamattina il rendimento del titolo a due anni risale.

I FAVORITI DALLA RECESSIONE

La frenata dell’economia dovrebbe spingere la banca centrale ha mettere in pausa la terapia sull’inflazione. Per gli analisti di Nomura, non sarà un semplice stop alla stretta monetaria, sarà un vero e proprio cambio di rotta.

La banca giapponese prevede che la Fed taglierà i tassi di interesse dello 0,25% in marzo in seguito al fallimento di Silicon Valley Bank e alle tensioni sul sistema bancario. Nomura - riporta il Financial Times - prevedeva in precedenza un rialzo del tassi dello 0,50% all riunione della Fed in calendario il 22 marzo.

Il mercato si è già portato avanti, con una corsa ad acquistare i tech, le utility e le società dell’immobiliare.

Scendono le borse della Cina, soprattutto quella di Hong Kong (-2%). In calo anche il Nikkei di Tokyo, -2,2%).

CINA

Xi Jinping parlerà al telefono nei prossimi giorni con Joe Biden, lo ha comunicato ieri sera la Casa Bianca. Il Wall Street Journal scrive stamattina che il presidente della Cina, fresco di rielezione, ha fissato una video conferenza con il presidente ucraino, Volodymir Zalensky. Il quotidiano riferisce che la chiamata dovrebbe seguire l’incontro al Cremlino tra i vertici di Cina e Russia.

La Cina inizierà da domani a rilasciare "varie categorie di visti" agli stranieri, in quello che è un importante segnale di ritorno alla normalità dopo le restrizioni di viaggio in vigore dallo scoppio della pandemia di Covid-19. La mossa, apparsa ieri sul sito dell'ambasciata cinese negli Usa, e' stata ufficializzata dal Dipartimento consolare del ministero degli Esteri di Pechino e presentata come l’ultimo passo verso la riapertura della Cina al mondo esterno.

COREA E TAIWAN

A due giorni dalla presa di posizione del presidente Xi Jinping su Taiwan, Schroders ha diffuso una nota nella quale afferma che le borse della Corea del Sud e di Taiwan “stanno iniziando ad anticipare una potenziale ripresa”.

Non c’è soltanto l’onda lunga della riapertura della Cina, “un altro fattore importante da monitorare sono le prospettive per il settore tecnologico e per le esportazioni più in generale”, si legge nel report firmato da Andrew Rymer (CFA, Senior Strategist, Strategic Research Unit) e Nicholas Field (Global Emerging Market Equity Strategist, Emerging Market Equities”.

Il mercato azionario di Taipei è interessante nel medio-lungo periodo, mentre nell’immediato, è meglio un po’ di prudenza perché “la debolezza post Covid nel mercato DRAM dei semiconduttori è stata più pronunciata rispetto ai recenti cicli industriali”. Completamente ottimistica la visione sulla Corea del Sud.

“Le deboli prospettive cicliche sono sempre più scontate, nonostante la recente performance. Il mercato offre un’opportunità settoriale diversificata e ospita diversi titoli tematici di crescita a lungo termine in settori quali le batterie per veicoli elettrici”.

TITOLI

Tod’s chiude il 2002 con utile netto pari a 23,1 milioni di euro che si confronta con una perdita di 5,9 milioni del 2021 dopo ricavi, già annunciati a fine gennaio, che hanno superato il miliardo di euro, in crescita di circa il 14% rispetto al 2021. Il Consiglio ha deciso di proporre all'assemblea di non deliberare la distribuzione di dividendi.

Nell call con gli analisti, Diego della Valle ha detto che il gruppo tornerà a pagare il dividendo il prossimo anno qualora i risultati del 2023 saranno in linea con il consensus.

Generali chiude il quarto trimestre con un utile operativo pari a 1,74 miliardi di euro, +22% anno su anno. Il consensus era 1,5 miliardi. Il gruppo finanziario propone la distribuzione di un dividendo di 1,16 euro per azione, tre centesimi sopra le stime degli analisti.

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