La performance delle azioni attesa nel 2026 difficilmente sarà lineare

Gli analisti suggeriscono di ridurre la liquidità per evitare di penalizzare gli obiettivi a lungo termine. Le azioni sono attese in buona performance per il quarto anno consecutivo, supportate da uno spread 10-2 anni più ampio (storico segnale positivo).
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Si apre una settimana che, nonostante l’inizio delle festività per il Santo Natale, vede dati importanti in uscita. Fra tutti domani quelli degli stati Uniti: il PIL QoQ del 3Q25 Uniti (stima +3,2% contro +3,8% del 2Q24), gli ordini di beni durevoli MoM di ottobre (stima +0,2, contro +0,6% di settembre), la produzione industriale MoM di ottobre (+0,1% a settembre) e la fiducia dei consumatori MoM di dicembre (stima 91,7 punti contro 88,7 di novembre). Dati che faranno sicuramente riflettere la Fed sulla conduzione della politica monetaria.
Gli investitori con ingenti liquidità o investimenti a brevissimo termine vedranno probabilmente i rendimenti scendere ulteriormente, poiché la Fed è attesa tagliare nuovamente i tassi l'anno prossimo. Le prospettive degli Stati Uniti potrebbero offrire una buona opportunità per ridurre la liquidità. Gli analisti privilegiano comunque il reddito fisso investment grade con scadenze comprese tra tre e cinque anni.
A livello di classe di attività, gli analisti si aspettano che le azioni registreranno un altro anno di buone performance (sarebbe il quarto di fila). Ma per quanto riguarda i mercati obbligazionari? Potrebbe essere utile comprendere i recenti andamenti dei rendimenti obbligazionari a breve e lungo termine. A metà dicembre il divario tra il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 e 2 anni si era ampliato a circa due terzi di punto percentuale, il divario più ampio da gennaio 2022. Storicamente, questo spread più ampio ha teso ad accompagnare una performance azionaria generalmente più solida, soprattutto se la Fed taglia i tassi a breve termine (il che tende a ridurre il rendimento a 2 anni) in vista di una riaccelerazione economica (che prevediamo all'inizio del 2026).
Naturalmente come sappiamo, le performance passate non sono garanzia di risultati futuri. Ciononostante, queste condizioni hanno storicamente indotto gli investitori obbligazionari a lungo termine a sostituire le azioni con le obbligazioni e hanno contribuito all'aumento del rendimento a 10 anni parallelamente ai prezzi azionari. Quindi, cosa dovrebbero fare ora gli investitori obbligazionari? Innanzitutto, è probabile che gli investitori con una grande liquidità o investimenti a brevissimo termine (come fondi del mercato monetario e buoni del Tesoro statunitensi) vedranno ulteriormente diminuire i rendimenti, dato che la Fed probabilmente taglierà nuovamente i tassi il prossimo anno.
Secondo gli analisti, le previsioni potrebbero offrire una buona opportunità per valutare la riduzione della liquidità. Inoltre, è probabile che un eccesso di liquidità possa potenzialmente penalizzare ulteriormente gli obiettivi di investimento a lungo termine: anche se i rendimenti dei certificati di deposito, dei fondi del mercato monetario e dei buoni del Tesoro statunitensi dovessero ulteriormente scendere come previsto, i Centers for Medicare & Medicaid Services degli Stati Uniti prevedevano che i costi sanitari sarebbero aumentati 5,8% in media tra il 2026 e il 2033. Questo è uno dei motivi principali per il quale gli analisti sono sfavorevoli al reddito fisso a breve termine. Nel frattempo, una certa volatilità potrebbe accompagnare l'aumento dei rendimenti a lungo termine.
Per quanto riguarda le azioni, riteniamo che l'espansione del mercato azionario nel 2026 difficilmente sarà lineare. Le persistenti domande sui dazi e sul tasso di adozione delle nuove tecnologie potrebbero generare volatilità nei prezzi azionari e di riflesso, nei rendimenti obbligazionari a lungo termine. Pertanto, vediamo gli analisti sfavorevoli anche al reddito fisso a lungo termine statunitense. Per evitare i due problemi nei rendimenti a breve e lungo termine, gli analisti privilegiano il reddito fisso investment grade con scadenze comprese tra tre e cinque anni. Riteniamo che queste scadenze dovrebbero superare i rendimenti a breve termine, ma proteggere meglio dalla volatilità delle scadenze più lunghe.
I sottosettori del reddito fisso che attualmente potrebbero offrire rendimenti interessanti includono obbligazioni societarie investment grade, titoli privilegiati, titoli residenziali e asset-backed e obbligazioni municipali investment grade. A nostro avviso, l'obiettivo principale per gli investitori che detengono un'esposizione al reddito fisso nei loro portafogli nel nuovo anno è il reddito, ma un fattore chiave da monitorare è la qualità del credito. Gli spread creditizi sono ristretti rispetto agli standard storici e in un'economia in miglioramento con un'inflazione in calo, riteniamo che gli spread probabilmente rimarranno in un intervallo relativamente ristretto.
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