La riscossa dei chip: dove puntare fra Nvidia, Intel e Broadcom?


Barclays ha alzato il giudizio sull’intero settore a Overweight e fra i titoli favoriti c’è Nvidia con un target price aumentato a 250 dollari.  Analisi delle prospettive e confronti con gli altri due big dei semiconduttori


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Ieri l’indice Philadelphia Semicondutor è balzato del 5%.

Nel rialzo di Wall Street di lunedì 23 gennaio hanno brillato i titoli dei semiconduttori. L’indice Philadelphia Semiconductor è balzato del 5% realizzando il maggior guadagno in una seduta dallo scorso 30 novembre, spinto dall’upgrade di Barclays che ha alzato il giudizio sull’intero settore a Overweight (sovrappesare in portafoglio) da Equal Weight. La sensazione che il rialzo dei tassi in America si avvicini alla conclusione è uno dei motivi che riaccende l’attenzione degli investitori su un settore ad alto tasso di crescita come i produttori di chip, anche se la domanda continua ad essere debole, soprattutto nel comparto dei personal computer e degli smartphone.

Si riaccende l’attenzione dei grossi investitori.

Fra i titoli favoriti da Barclays c’è Nvidia, che si è vista alzare il target price a 250 dollari da 170 dollari. Ieri l’azione è salita del 7,6% a 191,93 dollari. Blayne Curtis, l’analista che ha scritto il report, confessa che gli sarebbe piaciuto aspettare una nuova caduta del titolo per consigliare di comprarlo vicino ai minimi dello scorso ottobre (115 dollari), ma ormai è chiaro che sui mercati ci sono ingenti capitali che vogliono rientrare nei semiconduttori “e non rivedremo più quei livelli”.

In effetti, in uno scenario di Borse che anticipano la fine della recessione (che peraltro deve ancora arrivare), il settore dei chip si presenta particolarmente interessante. L’indice Philadelphia Semiconductors è già salito dall’inizio del 2023 del 15%, ma rispetto a un anno fa è ancora in negativo del 14%.

Shirina Bhogaraju, analista indiana di TipRanks, ha condotto un interessante confronto fra tre grossi nomi del settore dei chip, Nvidia, Intel e Broadcom, e la sua conclusione è che Intel è meglio lasciarla perdere, Nvidia è decisamente interessante e Broadcom forse lo è ancora di più.

2023, LA RISCOSSA DEI CHIP – 12 MESI DI QUOTAZIONI

Nvidia, il rilancio punta sui data center e l’AI.

NVIDIA - Il prodotto principale di Nvidia sono le Gpu (Graphic processing unit), processori grafici con alta capacità di calcolo molto richieste in diverse applicazioni e in particolare nel gaming, nei data center (cloud), nelle applicazioni di AI, nell’automotive e nel mining delle criptovalute.

Nel terzo trimestre le vendite di Gpu sono drasticamente scese soprattutto per il calo della domanda di console e pc per gaming e per il disastro delle criptovalute. Si è confermata molto forte, invece, la domanda per data center e industria automotive. Il trimestre si era chiuso (a fine ottobre) con un calo dei ricavi del 17% e il dimezzamento dell’utile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nvidia annuncerà il 22 febbraio i dati del suo quarto trimestre dell’esercizio 2022/23 (chiuderà a fine gennaio)  e il consensus degli analisti si aspetta un calo dei ricavi del 26% a 6 miliardi di dollari con l’utile drasticamente ridotto a 1,18 miliardi dai 3 miliardi di un anno fa (-60%).

Ma gli analisti guardano avanti e vedono grosse opportunità di sviluppo nell’intelligenza artificiale. Barclays sottolinea che le sue Gpu restano leader per applicazioni per AI. Su 28 analisti, 22 hanno una raccomandazione Buy e la media dei target price è 207 dollari, che implica una previsione di rialzo dell’8%. Dall’inizio del 2023 Nvidia è già salita del 34%, ma rispetto a un anno fa la performance è -18%.

Intel: i problemi vengono da lontano. Taglio dei costi.

INTEL – I problemi di Intel sono iniziati ben prima delle attuali difficoltà macroeconomiche. Negli ultimi anni la società ha perso quote di mercato soprattutto nei confronti di AMD (Advanced Macro Devices)  a causa della mancanza di innovazione nei suoi prodotti. Il rallentamento economico ha peggiorato le cose. Il terzo trimestre 2022 ha evidenziato un calo dei ricavi del 20% e l’utile è sceso del 59%. La società ha avviato un drastico piano di riduzione dei costi che dovrebbero scendere di 3 miliardi di dollari nel 2023, con l’obiettivo di arrivare a riduzione dei costi e aumenti di efficienza su base annua compresi fra 8 e 10 miliardi entro il 2025.

La società annuncerà i risultati del quarto trimestre il 26 gennaio. Il consensus si aspetta un calo dei ricavi del 25% a 14,5 miliardi di dollari e una perdita di 300 milioni, contro un utile di 4,6 miliardi di  un anno fa. Il broker Susquehanna ha recentemente confermato il giudizio Sell su Intel, pur alzando il target price a 24 dollari da 22 dollari. A suo giudizio l’erosione della quota di mercato a vantaggio di AMD non si fermerà. Ieri Intel ha chiuso a 30,27 dollari, in rialzo  del 3,5%. La media dei target price è 31 dollari.

Broadcom, la preferita di Mizuho Securities.

BROADCOM – La società di San José (California) realizza un’ampia gamma di semiconduttori e di soluzioni software. Fra i suoi prodotti ci sono amplificatori di potenza, filtri per radiofrequenze, trasmettitori e ricevitori per fibra ottica. I risultati del quarto trimestre 2022, annunciati a metà dicembre, hanno sorpreso gli analisti con numeri migliori delle attese.  I ricavi sono saliti del 20% a 8,9 miliardi di dollari e l’utile è balzato del 69% a 3,3 miliardi di dollari.

Recentemente Mizuho Securities ha confermato il giudizio Buy con un target price di 700 dollari, che si confronta con i 581 dollari della chiusura di ieri (+1,9%). La media dei target price degli analisti è 645 dollari.

Mizuho si aspetta una ripresa nella seconda metà del 2023 di alcuni settori chiave per i chip, compresi il gaming  e i data center. La forte preferenza per Broadcom è dovuta all’alta redditività dell’azienda che vanta un Gross margin del 75%,  un margine Ebit del 62% e un free cash flow di oltre 18 miliardi di dollari.

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Codice: NVDA.US
Isin: US67066G1040
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