Leonardo resiste alle vendite, si scommette sul settore Difesa


Il titolo della società attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza è tra i pochi in verde tra le blu chip del FTSE MIB il giorno dopo le elezioni europee sulle attese di nuovi investimenti militari.


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Quale sarà la nuova Unione europea che uscirà dal voto di ieri? Il mercato sembra scommettere che il settore della Difesa continuerà a crescere come è avvenuto in questi ultimi due anni e Leonardo potrebbe continuare a essere protagonista, visto che da inizio anno le sue azioni hanno guadagnano oltre il 60% dopo il +85% del 2023.

Il ‘day after’ le elezioni europee vedono il titolo della società italiana tra i pochi in positivo (+1,50%) dopo due ore di contrattazioni, a 24,51 euro, livelli che non vedeva dal 2001, mentre il FTSE MIB perde l’1%.

Nel resto d’Europa, in rosso i titoli francesi del settore come Airbus (-1,20%), Dassault (-1%) e Thales (-1%) dopo la convocazione delle elezioni, mentre resistono alle vendite anche Rolls-Royce (+1,5%), BAE System (+0,50%) e Avio (+0,20%)

Le conseguenze delle elezioni

Se le elezioni europee hanno visto una crescita significativa dei partiti di destra con posizioni critiche rispetto alle recenti politiche europee come la transizione climatica ed il supporto all’Ucraina, gli analisti di WebSim Intermonte si attendono “un’accelerazione degli investimenti nel comparto Difesa seppur in un contesto di minore supporto per l’Ucraina e maggiormente votato alla protezione e difesa del territorio UE”.

Inoltre, secondo la sim “l’uso di aerei da combattimento in Ucraina (F16) dovrebbe sostenere il mercato degli Eurofighter nei prossimi anni”. Target price a 22 euro su Leonardo per WebSim, con un giudizio mantenuto ‘interessante’.

Necessità di aggregazioni in UE

Prezzo obiettivo (23,5 euro e ‘buy’) superiore, invece, per Equita Sim, con i suoi analisti che ci concentrano sul business della Difesa a seguito di un’intervista rilasciata a Il Messaggero dal Ceo Leonardo, Roberto Cingolani, nel quale il numero uno della società ha ribadito la necessità di aggregazioni o joint venture per il settore della difesa europeo.Rispondendo alla domanda a proposito dell’acquisizione della divisione Difesa di Iveco (Iveco Defence Vehicles), il manager ha definito l’acquisizione come “uno scenario prematuro”, pertanto attendono “di capire come la prossima Commissione europea intende muoversi verso i progetti di difesa comune, con quali piattaforme. Dobbiamo capire se ci sono opportunità di consolidare il settore in ottica comunitaria”.

“Interpretiamo questa risposta come un’ulteriore conferma del potenziale interesse per la divisione di Iveco che secondo recenti fonti di stampa potrebbe essere valutata 750 milioni di euro, rispetto alla nostra stima di circa 1 miliardo”, spiegano dalla sim, continuando “a non escludere un M&A deal”.

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