Leonardo rinvia l’Ipo di Drs e crolla a Piazza Affari

Mattinata in affanno per il titolo Leonardo, relegato in fondo al Ftse Mib dopo l’annuncio del rinvio della quotazione di Drs. Le azioni della società della difesa non riescono a fare prezzo in apertura, quando entrano in seduta scivolano subito del 9% per proseguire la mattina all’insegna delle vendite. Alle 12 il titolo si attesta in ribasso del 6,09% a 6,87 euro con circa 12 milioni di pezzi passati di mano a fronte di una media a 30 giorni di 10,7 milioni sull'intera seduta. Bruciato tutto il rialzo accumulato dal 19 febbraio quando emersero le prime indiscrezioni per il piano di quotazione della controllata Usa.

Sarebbero le «avverse condizioni di mercato» ad aver spinto la controllata statunitense Leonardo Us Holding a stoppare lo sbarco a Wall Street di Leonardo Drs. «Nonostante l'interesse degli investitori nel corso del roadshow, all'interno della fascia di prezzo definita», ha spiegato il Gruppo in una nota. Lo stop, in ogni caso, è momentaneo. «Un’Ipo – si legge nella nota – verrà valutata nuovamente quando le condizioni di mercato saranno favorevoli e sarà possibile ottenere un'Ipo di successo con una valutazione appropriata di questo business strategico».

Le rassicurazioni sul futuro non sono bastate a frenare la caduta del titolo, e neanche ad addolcire i giudizi degli analisti. Equita Sim ha riportato indietro il target price a 8,8 euro per azione, dopo averlo di recente rivisto a 9,4 euro « assumendo la valutazione di Drs al mid-point della forchetta proposta per l'Ipo e applicando uno sconto holding del 5%».

Il 15 marzo Leonardo US Holding ha annunciato l’Ipo alla Borsa di New York (Nyse) del 22% di Drs (24,7% includendo l’opzione concessa agli underwriters) con una valutazione compresa tra 20 e 22 per azione per circa 31,9 milioni di azioni. L’incasso atteso per Leonardo si attestava a un massimo di 800 milioni di dollari, «munizioni che saranno usate per lo shopping europeo» ha dichiarato in quell’occasione l'ad Alessandro Profumo.