Leonardo spinge a Piazza Affari in attesa del Cda sulla Ipo di Drs
Il titolo della società della difesa spinge in attesa del Cda che valuterà la quotazione (a marzo) della controllata Drs sul Nyse. Drs potrebbe essere valutata intorno ai 3,5 miliardi e Leonardo potrebbe prevedere un flottante del 40% mentre il restante 60% deriverebbe dalla cessione di azioni e un aumento di capitale.
Il titolo si posiziona nella parte alta del Ftse Mib
Leonardo spinge al rialzo a Piazza Affari, collocandosi nella parte alta del listino (in flessione dello 0,87%) dove a fine mattinata registra un guadagno del 3,31% a 6,80 euro. Ad alimentare la corsa sulle azioni della società della Difesa le attese per il Cda: all’ordine del giorno ci sarà la valutazione della controllata Usa Drs, in vista della quotazione alla Borsa di New York (Nyse).
Secondo quanto riportano i rumor (che si susseguono da venerdì scorso) il 25 febbraio la società riunirà il cda per avviare la quotazione di Drs, operazione prevista in conclusione entro marzo: tre mesi di anticipo rispetto alle attese dello scorso novembre.
Drs potrebbe essere valutata intorno ai 3,5 miliardi e Leonardo potrebbe prevedere un flottante del 40% mentre il restante 60% deriverebbe dalla cessione di azioni e un aumento di capitale. Secondo Equita Sim (Buy con Tp di 8,8 euro), il collocamento dovrebbe fermarsi al 35%. Sempre la Sim milanese sottolinea come, in base della valutazione, riportata da Il Messaggero la scorsa settimana, la società «ridurrebbe il debito netto di circa 1,2 miliardi».
Leonardo a Consob: ancora nessuna decisione formale
Ieri su richiesta della Consob, il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha pubblicato una nota in cui spiega che «sta valutando la possibilità di procedere alla quotazione di Drs... ma nessuna decisione formale in merito è stata ancora presa».
Il tutto in attesa della pubblicazione dei risultati 2020 in programma il 9 marzo. Si ricorda che la guidance di Leonardo per l’intero esercizio indica nuovi ordini per un valore tra 12,5 e 13,5 miliardi, ricavi previsti tra 13,2 e14 miliardi, Ebita tra 900 e 950 milioni, un flusso di cassa operativo (Fcof) “heading to neutral” e un indebitamento netto di circa 3,3 miliardi.
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