Lvmh: il 2023 in Cina è partito di slancio


I risultati 2022 frenati dalla caduta delle vendite in Asia a dicembre, dove l’affluenza nei negozi è crollata dell’85%. Arnault assicura che, nelle prime settimane di gennaio, il panorama in Cina è completamente cambiato.


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Rallenta la crescita della divisione Fashion & Leather Goods

Fra i commentatori affiorano tracce di delusione per i risultati del quarto trimestre 2022 di Lvmh, il gruppo francese numero uno al mondo del lusso, nonché la società europea con la maggiore market cap (403 miliardi di euro). La divisione Fashion & Leather Goods, a cui fanno capo i più rinomati brand della moda, da Lvmh a Dior, da Fendi a Loro Piana, ha registrato fra ottobre e dicembre una crescita organica del 10%, in drammatico rallentamento dal +22% del trimestre precedente. Questa divisione da sola rappresenta il 50% dei ricavi e tre quarti dell’utile dell’intero gruppo, che oltre all’abbigliamento e alla pelletteria vende gioielli, orologi, vini alcolici, profumi e cosmetici.

Stamattina alla Borsa di Parigi l’azione Lvmh segna un lieve calo dello 0,2% a 799,5 euro, dopo che ieri sera il presidente esecutivo Bernard Arnault ha annunciato i risultati.

Credit Suisse e JP Morgan alzano i target price

Eppure, nessuno dei grandi broker si è detto deluso. La società continua a collezionare un grandissimo numero di giudizi Buy (27 su 31 analisti che coprono il titolo) con Credit Suisse che stamattina ha alzato il target price a 960 euro da 785 euro, JP Morgan che l’ha alzato a 815 euro da 750. Solo Goldman Sachs l’ha lievemente abbassato a 880 euro da 900 euro, pur confermando il suo Buy.

Ma bisogna tenere conto che il titolo Lvmh è salito del 15% dall’inizio dell’anno e del 25% negli ultimi sei mesi.

In Cina a gennaio è tutto diverso

Insomma, Lvmh si conferma ancora una volta una società straordinaria e, come ha spiegato in un’intervista a Bloomberg il Cfo Jean Jacques Guiony, il rallentamento è dovuto alla situazione eccezionale si è verificata in Cina, dove a causa della pandemia nel mese di dicembre l’affluenza nei negozi del gruppo era crollata dell’85% sul dicembre 2019. Guiony e lo stesso Arnault hanno sottolineato come le cose sono drasticamente cambiate in Cina a gennaio: i dati delle prime tre settimane mostrano una ripresa delle vendite sensazionale, hanno detto, e permette di essere ottimisti sul resto dell’anno.

Risultati record per l’intero 2022

I risultati dell’intero 2022 sono da record, con ricavi e utile operativo cresciuti entrambi del 23%, arrivando a 79,2 e 21,1 miliardi di euro. La sola divisione  Fashion & Leather Goods ha chiuso il 2022 con ricavi a 38,6 miliardi (+25% sul 2021), e gli analisti stimano che circa 20 miliardi siano da attribuire ai ricavi della sola Louis Vuitton, che dal primo febbraio sarà guidata dal manager italiano Pietro Beccari.

Fra i perplessi per i risultati c’è Thomas Chauvet, analista di Citigroup, che sottolinea un utile operativo inferiore alle attese, dovuto anche al maggior sforzo nel marketing, con le spese per questa attività che sono salite del 30% nel secondo semestre.

Guardando al futuro, resta da capire che cosa succederà del mercato cinese. Lvmh non diffonde dati specifici sulla sua attività nel Paese del Dragone. Nel quarto trimestre i ricavi in tutta l’Asia (escluso il Giappone) sono scesi dell’8%, mentre sono saliti del 22% in Europa, del 29% in Giappone e del 7% in Usa.

Il Cfo Guiony ha detto di aspettarsi una forte crescita delle vendite in Cina, ma non un ritorno di massa dei turisti cinesi in Europa, almeno fino al 2024. Questo perché le compagnie aeree hanno ancora una capacità di trasporto intercontinentale limitata e perché i voli sono costosi. Secondo la società di consulenza Bain & Co., i clienti cinesi nel 2019 rappresentavano un terzo del mercato globale dei beni di lusso. Oggi sono circa il 17%. Se il mercato del lusso si riprende in Cina, Lvmh è pronta ad approfittarne.

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