Mix tra protezione e rendimento per il certificate sulle banche europee che rende fino al 18,88% annuo

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
11/06/2025 14:45
Mix tra protezione e rendimento per il certificate sulle banche europee che rende fino al 18,88% annuo

Il Certificate di Vontobel con Isin DE000VG656A7 su Banca MPS, Raiffeisen Bank e Société Générale si compra sotto la pari a 987 euro, ma tutti i sottostanti sono oltre il livello iniziale. Il rendimento potenziale annuo, calcolato sul prezzo attuale e sulla restante vita del certificate, è del 18,88%, grazie a premi mensili condizionati con memoria di 15,20 euro. Le barriere cedolari decrescono al ritmo dell’1% al mese: dal 100% del livello iniziale fino a dimezzarsi al 50%. Possibilità di rimborso anticipato da marzo 2026 con barriere decrescenti dal 100% al 65% del valore iniziale. A scadenza (marzo 2029) protezione del capitale fino a ribassi del 40% dal livello iniziale dei sottostanti.

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Sottostanti sopra il livello iniziale e prezzo sotto la pari

Rendimento elevato, barriere finali molto basse e tre banche solide in Europa. I punti di forza di questo certificate con Isin DE000VG656A7 sono dati da una struttura innovativa che, più passa il tempo, più migliora grazie al rapido calo delle barriere dei premi, aumentando le potenzialità di stacco di tutte le cedole pari a 15,20 euro al mese, a fronte di barriere cedolari a scadenza al 50%.

Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono i pregi e difetti.

Per poter offrire un rendimento così alto, Vontobel mette in campo una struttura molto efficiente: barriere premi e di rimborso anticipato che partono da livelli alti, pari al livello iniziale, per scendere velocemente. Il risultato è quello di avere una barriera finale delle cedole molto bassa: pari al 50%.

Il segreto del certificate è proprio questo: unire una barriera finale bassa con effetto memoria, risultato? L’investitore finale incassa tutte le cedole come se la barriera fosse sempre stata al 50%.

Lanciato sul mercato lo scorso 11 marzo a un valore nominale di 1.000 euro, il certificate ha come sottostanti tre banche europee: MPS, Raiffeisen Bank e Société Générale, che stanno beneficiando dal consolidamento del settore e da una curva dei tassi di interesse sempre più favorevole.

Oggi il certificate è acquistabile sul mercato secondario a un prezzo sotto la pari a 987 euro. A condizione che la barriera venga rispettata alla scadenza, l’investitore potrà ottenere 45 cedole mensili (i primi tre premi sono già stati pagati), per un totale di 684 euro. A questo numero si aggiunge il capital gain di 13 euro, ovvero la differenza tra il prezzo di acquisto (987 euro) e il rimborso a 1.000 euro, per un potenziale rendimento annuo pari al 18,88%.

Il conto è questo: 684 euro di premi più 13 euro di capital gain arriviamo a 897 euro, dividiamo questo numero per il prezzo di acquisto (usiamo quello attuale) ovvero 987 euro e arriviamo a un rendimento da qui alla scadenza (marzo 2029) del 70,62%. Ora annualizziamo il rendimento per capire, all'anno, quanto rende il certificate e confrontarlo con altri; dividiamo 70,62% per 3,74 (anni di vita residui del prodotto) e arriviamo a un ritorno del 18,88% annuo.

Il capitale a scadenza è garantito da una barriera al 60% del livello iniziale del sottostante con la performance peggiore. Dal dodicesimo mese di vita, marzo 2026, l’investitore può approfittare del rimborso anticipato.

Per rafforzare questo scenario, i tre sottostanti si trovano oltre il livello iniziale: Société Générale +14,1%, Raiffeisen Bank +0,5% e Banca MPS +0,2%.

Di seguito una tabellina che mostra i livelli di riferimento:

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Se rendimento elevato, barriere profonde, sottostanti solidi e possibile autocall possono rappresentare i pregi, il prezzo da pagare per avere un potenziale ritorno di oltre il 18,88% annuo è dato dal rischio di vedere un sottostante scendere più velocemente della barriera, quindi dimezzarsi senza mai recuperare. In questo scenario i premi potrebbero rimanere tutti in pancia al prodotto.

A compensare questo scenario, il possibile stacco delle cedole grazie all'effetto memoria potrebbe avvicinare il prezzo del certificate ai 1.000 euro di valore nominale.

Molto bassa anche la barriera di rimborso anticipato che può scendere fino al 65% del livello inziale. Anche in questo caso, ogni volta che i sottostanti si avvicineranno alla barriera di rimborso, il prezzo tenderà a salire vicino a 1.000 euro difendendo l’investitore dalla volatilità.

Investire sulle tre banche con un rendimento potenziale del 18,88% annuo

Andiamo ora ad approfondire tutte le caratteristiche del certificate. Dicevamo Isin DE000VG656A7 e come sottostante il paniere formato dalle azioni Banca MPS, Raiffeisen Bank e Société Générale.

Durata quattro anni, premi mensili con memoria dell’1,52% del nominale (1.000 euro), pari a 182,40 euro in un anno.

Oltre alle barriere cedola anche quelle di autocall scendono molto rapidamente, iniziando però un anno dopo. Questo significa che tra le due barriere si creerà una distanza molto limitata del 12% con due forze che spingono verso il valore nominale. Da un lato avremo l'effetto calamita del prezzo vicino a 1.000 euro dato dal potenziale rimborso anticipato a livelli decrescenti mentre dall’altro lato, eventuali cedole in pancia al prodotto ne attenueranno l’eventuale calo dei prezzi: un rialzo dei sottostanti farebbe scattare l’effetto memoria, con lo stacco in un’unica soluzione di tutte le precedenti cedole non distribuite. Poiché il certificate parte da barriere cedolari alte, non è improprio immaginarsi nel primo periodo di vita del prodotto il cumulo di qualche cedola.

A scadenza, dopo quattro anni, il capitale di 1.000 euro è garantito fino a un calo massimo del peggiore dei sottostanti del 40% dal livello iniziale.

È bene ricordare che, nell’arco di tutta la vita del prodotto, i premi sfiorano da soli il 70,62% (calcolato sul prezzo di oggi a 987 euro), rappresentando una forte protezione sul capitale investito fino alla barriera cedolare del 50%.

Altro aspetto, ogni volta che il certificate si porterà sotto la pari il rendimento sale. Oggi il certificate passa di mano a 987 euro, per un ritorno annualizzato del 18,88%. Per flussi cedolari bassi lo si avverte poco, ma con flussi cedolari elevati la differenza è sostanziale. Ad esempio, acquistando il certificate a 900 euro, il rendimento annuo salirebbe del 23,29% e quello finale dell’87,11% nei 3,74 anni rimanenti di vita del prodotto.

Premi mensili con memoria di 15,20 euro

Il certificate offre il pagamento di premi mensili con memoria dell’1,52% del nominale (1.000 euro), pari a 15,2 euro. I premi sono condizionati al rispetto di una barriera discendente nel tempo: infatti, parte dal 100% del valore iniziale dei sottostanti e si abbassa dell’1% ogni mese per arrivare fino al 50%, rendendo più probabile il pagamento del premio. Le cedole verranno quindi pagate anche in caso di netti ribassi dei sottostanti, basta che ogni mese alle date di osservazione il calo dal valore iniziale del titolo peggiore non superi il rispettivo livello barriera.

Molto importante la presenza dell’effetto memoria. Questo significa che una cedola non pagata non è definitivamente perduta ma rimane in pancia al prodotto e, nelle successive date di osservazione, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, le cedole non pagate in precedenza vengono distribuite tutte insieme compresa quella di pertinenza di detta data di osservazione.

L'obiettivo di questo certificate è quello di aumentare le possibilità di stacco di tutti i premi, grazie a una barriera decrescente fino al 50% del livello iniziale unita all’effetto memoria. In virtù di questo meccanismo, per chiudere l’investimento in bellezza e portare a casa tutti i 45 premi previsti (le prime tre cedole sono già state pagate), basterà che il peggiore dei tre sottostanti quoti sopra la barriera (o allo stesso livello) all’ultima data di osservazione, ovvero il 7 marzo 2029. A quel punto l’investitore avrà portato a casa un flusso di cedole pari a 684 euro. Acquistando il certificate oggi a 987 euro, il rendimento da qui alla scadenza (tra 3,74 anni) sarebbe del 70,62%.

Il punto di forza è quello di lasciare lavorare al meglio il tempo e i soldi investiti per poter offrire premi più alti e una barriera più bassa rispetto ai classici cash collect tradizionali. Di contro, rispetto ai classici certificate, l’investitore potrebbe, in una fase iniziale, non ricevere delle cedole se il prezzo dei sottostanti scenderà più velocemente del livello decrescente delle barriere.

Va sottolineato che i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore. Con questo sistema è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.

Possibilità di rimborso anticipato da marzo 2026

Può succedere che il certificate non arrivi alla scadenza finale, perché dal dodicesimo mese di vita può essere ritirato in anticipo (autocallability). A partire dalla data di osservazione del 9 marzo 2026, e poi in una qualsiasi delle date successive, il prodotto verrà rimborsato in anticipo se i tre sottostanti avranno un valore pari o superiore al livello autocall.

In particolare, tale soglia è decrescente nel tempo: parte dal 100% del valore iniziale e poi decresce dell’1% ogni mese fino al 65% del valore iniziale. Un meccanismo che viene incontro all’investitore incrementando le probabilità di restituzione del valore nominale (1.000 euro), più il pagamento dell’ultima cedola (15,2 euro) e dei premi eventualmente in memoria.

In uno scenario favorevole, già alla prima finestra utile del 9 marzo 2026, il certificate potrebbe essere ritirato anticipatamente: se i tre titoli si trovassero sopra il livello iniziale (come accade oggi), l’investitore riceverebbe 1.000 euro del nominale, a cui si sommerebbero otto cedole mensili più la nona maturata al momento del rimborso. Il totale dei premi ammonterebbe quindi a 136,80 euro (15,20 euro x 9), a cui si somma un capital gain di 13 euro (differenza tra il prezzo di acquisto di 987 euro e il rimborso a 1.000 euro). In meno di nove mesi (8,93 mesi) il rendimento sarebbe del 15,18%, che su base annua equivale a un ritorno del 20,4%.

Le barriere di autocall discendenti fino al 65% del livello iniziale hanno la funzione di difendere il prezzo del prodotto che, durante il suo arco di vita potrebbe trovarsi ad avere cedole in memoria e la possibilità di richiamo anticipato al valore nominale di 1.000 euro non troppo remota.

Gli scenari possibili alla scadenza finale

L’obiettivo di questa struttura è quello di arrivare comunque a scadenza, offrendo barriere dei premi molto basse (fino al 50% del livello iniziale), distribuire tutte le cedole sfruttando l’effetto memoria e riuscendo ad alzare il premio medio.

La barriera a capitale, osservata solo alla scadenza (7 marzo 2029), è posta al 60% e protegge da discese fino a -40% dal valore iniziale dei sottostanti. Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale saranno tre i possibili scenari:

  • Se tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera, o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 1.000 euro a cui vanno aggiunti 684 euro di premi. L’investitore riceverà quindi anche l’ultima cedola e i premi eventualmente non pagati trattenuti in memoria.
  • Se il peggiore dei sottostanti avrà perso tra il -40% e il -50% dal valore iniziale, l'investitore riceverà 1.000 euro meno un importo proporzionale alla performance del sottostante peggiore, ma in questo caso i premi cumulati grazie all'effetto memoria potrebbero più che compensare tale perdita sul capitale. Facciamo un esempio: un calo del 41% del peggiore dei sottostanti comporterebbe un rimborso del certificato a 590 euro, a cui si sommano 684 euro di premi arrivando a 1.274 euro, con una discesa del 50% del worst of siamo a 1.184,6 euro sempre in guadagno.
  • Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto il 50% dal valore iniziale (più che dimezzato), il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei titoli. Per fare il calcolo esatto, ad oggi impossibile, dovremmo sapere l'ammontare dei premi distribuito.

Ipotizziamo che il worst of accusi un ribasso del 60% dal valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 600 euro (40% del valore iniziale). A questo valore dobbiamo aggiungerci le eventuali cedole staccate. Ad esempio, se ne dovesse staccare 400 euro su 729,3 euro saremmo in pari sul nominale. Con un worst of al 30% del valore nominale (-70% di performance) con rimborso a 300 euro è facile aspettarsi una perdita.

Nello scenario negativo, ovvero a scadenza con uno sforamento della barriera sul capitale, le cedole elevate eventualmente distribuite durante la vita del certificato potrebbero aiutare a compensare, in parte o tutta la perdita sul nominale.

Il risiko bancario e la curva dei tassi di interesse

Il 2025 è un anno frizzante per il settore bancario europeo grazie all’andamento dei tassi e al risiko del comparto, in un contesto macro che punta a una distensione tra Ucraina e Russia.

Sul primo punto basta sfogliare la cronaca per cogliere la storicità del momento: i movimenti del risiko coinvolgono i nomi più blasonati della finanza e travolgono anche un’icona come Mediobanca, un tempo considerata intoccabile. Piazzetta Cuccia, che prende il nome dal fondatore della banca, Enrico, è messa sotto scacco da Banca MPS, fino a pochi anni fa a un passo dal fallimento per poi risorgere con la cura dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio.

Banco Bpm ha acquisito Anima tramite un’offerta pubblica di acquisto, ma l’ex Popolare di Milano è a sua volta oggetto del desiderio di UniCredit. Andrea Orcel è protagonista anche in Germania con la scalata su Commerzbank, della quale controlla il 28%. Alla logica del riassetto non sfugge Illimity, con Banca Ifis che la vuole far sua, e poi anche Bper si è fatta avanti per Popolare di Sondrio della quale condivide il principale azionista, Unipol.

Il tutto in uno scenario macro favorevole al settore grazie a una curva dei tassi di interessi in Europa che si fa sempre più favorevole ad aumentare i margini di profitto delle banche.

Prosegue il taglio dei tassi della Bce, l’ultimo il 5 giugno e l'ottavo consecutivo in un anno di 25 punti base. Secondo Bloomberg è prevista un’ulteriore riduzione a settembre, quando i colloqui con gli Stati Uniti dovrebbero essere conclusi e le nuove previsioni mostreranno le implicazioni più puntuali dei dazi. Sebbene la crescita e l’inflazione saranno probabilmente più deboli nei prossimi mesi, le ingenti spese militari e infrastrutturali europee potrebbero spingere queste due voci verso l’alto nel lungo termine.

Il taglio da parte dell’istituto di Francoforte ha un forte effetto sui tassi a breve termine (1-3 anni). Sul lungo periodo, invece, influiscono maggiormente dinamiche legate all’economia reale, come il piano di 1.000 miliardi di spesa del governo tedesco: 500 milioni nella difesa e altri 500 in infrastrutture.

Se uno Stato aumenta il suo deficit annunciando nuove spese, i tassi di interesse sul suo debito tendono a salire, poiché gli investitori chiedono rendimenti più elevati per compensare il rischio associato all'emissione di nuovo debito.

Il mercato ha già reagito. Il grafico in basso mostra come solo un anno fa la curva dei tassi era molto diversa da quella attuale. La linea tratteggiata verde mostra il rendimento dei Bund tedeschi di 12 mesi fa quando i tassi a breve erano più alti di quelli a lungo periodo. E oggi invece? La linea verde continua mostra la curva dei tassi attuale che ha subito un'inversione, ovvero i tassi a breve sono più bassi di quelli a lungo. La stessa dinamica si può notare in Francia, con la curva degli Oat (linee blu nel grafico). In Italia, invece, la situazione è diversa (linee rosse nel grafico): il tasso a breve è sceso molto rispetto a quello a lungo termine.

Ma cosa c’entra la curva dei tassi con i margini del settore bancario?

Molto, moltissimo, le banche tendono a finanziarsi a breve, a tassi bassi, e a prestare a lungo termine, vedi mutui e prestiti alle aziende, a tassi più alti. Il differenziale dei due tassi rappresenta il margine di guadagno delle banche. Più alto è questo differenziale più il settore fa il pieno di utili.

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Andiamo ad analizzare uno ad uno i sottostanti.

Banca MPS

Mps da quasi defunta a predatore: il miracolo Lovaglio. Fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe potuto prevedere un’operazione simile. A fine gennaio, Banca MPS ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria (Ops) da 13,3 miliardi di euro per conquistare Mediobanca, provocando un terremoto ai vertici della finanza italiana.

A metà aprile l'assemblea di MPS ha approvato con l’86,40% dei consensi l’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Mediobanca. Il via libera è arrivato pochi giorni dopo che il governo ha fatto sapere che non eserciterà il golden power. L’istituto di piazzetta Cuccia ha sin da subito rigettato l’offerta, lanciata il 24 gennaio, in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”.

Con l’offerta su Mediobanca, Banca MPS si candida a regista per la nascita del terzo polo bancario italiano, integrando la diffusione sul territorio della banca senese con le competenze di piazzetta Cuccia nell’investment banking e nella gestione del risparmio. L’operazione, secondo gli analisti, potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio e concludersi entro i primi di agosto. Ma la partita si è complicata dopo l'annuncio da parte di Mediobanca di un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.

Raiffeisen Bank

Poco conosciuta in Italia, Raiffeisen Bank ha una forte presenza nell'Europa centrale e orientale con focus su mercati più dinamici come la Polonia, l'Ungheria e la Romania. Il titolo è stato molto penalizzato per la sua esposizione in Russia e Ucraina, ma ha già reagito positivamente alle discussioni di una possibile pace e rimarrà sensibile a questo tema.

A maggio, il ceo Johann Strobl ha detto: “Continuiamo a lavorare per la vendita della nostra filiale in Russia, abbiamo colloqui in corso con diverse parti interessate, ma bisognerà vedere se gli sviluppi dello scenario geopolitico faciliteranno questo obiettivo”.

Dal punto di vista dei fondamentali Raiffeisen ha una solida posizione patrimoniale e una buona capacità di generare profitti, caratteristiche che le permettono di essere un potenziale attore di rilievo in un processo di consolidamento.

Société Générale

Société Générale, una delle principali banche francesi, ha mostrato un forte interesse nel partecipare al consolidamento del settore bancario europeo. Il presidente Lorenzo Bini Smaghi ha sottolineato l'importanza di creare grandi istituti bancari europei per competere con le controparti statunitensi e garantire la stabilità finanziaria del Vecchio Continente. ​

Banco Santander ha riavviato la copertura del settore bancario francese con un giudizio “outperform” per Société Générale con un target price in rialzo a 63,5 euro (da 48,5 euro precedente). Gli analisti della banca spagnola vedono un comparto bancario francese ancora zavorrato dal quadro macroeconomico nazionale, che limita la possibilità di sovraperformare rispetto ai concorrenti europei. L’unico vero fattore positivo, spiegano, resta il livello delle valutazioni, ritenute ancora attraenti. I tagli ai costi già avviati e la possibilità di buone notizie dalla divisione retail francese sono considerati da Santander i catalizzatori principali per Société Générale.

Di recente, la banca francese ha annunciato il lancio della stablecoin USD CoinVertible (USDCV), ancorata al dollaro statunitense e sviluppata sulle blockchain di Ethereum e Solana. USDCV si affianca così alla già esistente EURCV, la stablecoin in euro introdotta nell’aprile 2023, ampliando l’offerta crypto della banca.

Il debutto di USDCV si inserisce in un contesto di forte fermento: secondo il Wall Street Journal, diverse banche americane stanno esplorando progetti simili, mentre i dati de The Block indicano che il mercato delle stablecoin ha recentemente superato i 250 miliardi di dollari, dominato da Tether (USDT) e Circle (USDC). Anche la regolamentazione progredisce a livello globale, con il Congresso USA al lavoro sul controverso GENIUS Act e la Corea del Sud pronta a introdurre licenze specifiche per stablecoin.

Cosa dicono gli analisti sulle tre banche

Il consensus raccolto da Bloomberg sui tre titoli del paniere, che riportiamo nella tabella sottostante, è sostanzialmente positivo.

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Bloomberg censisce 9 analisti che coprono Banca MPS. Di questi, 3 raccomandano Buy, 5 suggeriscono Hold e solo 1 dice Sell. La media dei target price è 8,07 euro, con un upside potenziale del 12% rispetto alla quotazione attuale a Piazza Affari. Per toccare la barriera, fissata a 4,328 euro, l’azione Banca MPS dovrebbe scendere del 40,1% dal livello attuale.

Anche per Raiffeisen Bank la maggior parte degli analisti ha raccomandazioni positive. Su 16 esperti che coprono il titolo, 9 raccomandano Buy, 4 hanno un giudizio Hold e 3 Sell. La media dei target price è 26,85 euro, distante del 3% dal prezzo attuale a Vienna. La barriera è fissata a 15,84 euro, distante del 40,3% dai corsi attuali.

Su Société Générale 13 analisti raccomandano Buy e 9 hanno giudizio Hold. Sono 2 le raccomandazioni Sell. La media dei target price è 50,77 euro, +6% rispetto al prezzo attuale a Parigi. La barriera è posta a 25,245 euro, per toccarla il titolo dovrebbe perdere il 47,4% dalla quotazione corrente.

Attenzione: Il Certificate DE000VG656A7 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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