Moderna, le ragioni del ribasso. Cosa dicono gli analisti


In un mese il titolo ha perso il 20%. L’accelerazione è venuta dopo la notizia che AstraZeneca ha venduto la sua quota. Abbiamo raccolto il parere degli esperti sui motivi che possono avere determinato questa decisione. Con il vaccino anti-Covid Moderna incasserà quest’anno 18 miliardi di dollari e farà 8,5 miliardi di utile.


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La società capitalizza oggi 52 miliardi di dollari. Performance a 12 mesi del 370%.

Che cosa sta succedendo alle azioni Moderna? Martedì 2 febbraio sono scese di botto del 6,7%, il giorno dopo sono cadute del 10% finendo a 131 dollari. In un mese il titolo ha perso il 20% con una veloce progressione della discesa nelle ultime sedute, dopo avere toccato il top di 186 dollari l’8 febbraio. La brillante società delle biotecnologie, salita alla ribalta l’anno scorso per il vaccino anti-Covid con tecnologia MRNA messaggero, ha smesso di incantare gli investitori?

Proviamo a fare il punto su questa società che oggi capitalizza 52,4 miliardi di dollari e la cui azione, nonostante le recenti cadute, vanta una performance a 12 mesi del 370%.

Le possibili ragioni della discesa del titolo sono tre, vediamole una ad una.

  1. L’ingresso sul mercato del nuovo vaccino monodose Johnson & Johnson che ha recentemente avuto l’approvazione da parte dell’americana Food and Drug Administration (FDA). Inoltre il presidente Biden ha annunciato martedì che Johnson & Johnson ha siglato un accordo per accelerare la diffusione del suo vaccino facendolo produrre in parte alla concorrente Merck.
  2. Alcuni studi pubblicati nei giorni scorsi hanno evidenziato che già una sola dose di vaccino della Pfizer o della Astra Zeneca basta per ridurre il rischio di ricovero in ospedale dell’80%.
  3. Nei giorni scorsi il quotidiano inglese The Times ha riportato la notizia che Astra Zeneca, secondo azionista di Moderna, ha venduto la sua quota.

Delle tre ragioni di ribasso quella che ci sembra più preoccupante è l’ultima perché innesca una domanda: c’è la possibilità che anche altri importanti azionisti di Moderna decidano di monetizzare il loro investimento dopo il fortissimo rialzo del titolo?

AstraZeneca è stato uno dei primi investitori. Vendendo ha incassato circa 1,2 miliardi.

Nessuno ha la sfera di cristallo per potere rispondere con certezza, quindi abbiamo raccolto il parere di alcuni esperti (gestori e analisti) che sintetizziamo qui sotto.

Astra Zeneca è stata uno dei primi azionisti di Moderna, avendo fatto il suo primo investimento nella società biotech del Massachusetts nel 2013. Nel 2016 fece un secondo investimento di 140 milioni di dollari. Poi si arriva al 2018, l’anno dell’Ipo che vede a dicembre Moderna quotarsi al Nasdaq a un prezzo iniziale di 23 dollari ad azione.
Interpellata, AstraZeneca non ha voluto dare spiegazioni della sua decisione di vendere la quota di Moderna. Le ipotesi che gli esperti forniscono sono essenzialmente due: la prima è che Astra Zeneca fosse pienamente soddisfatta dell’investimento e abbia deciso di monetizzare per impiegare la liquidità in altri progetti. Il Times ipotizza che la cessione le abbia fruttato un incasso da 1,2 miliardi di dollari, denaro prezioso in questo momento per la Casa farmaceutica anglo-svedese che si è appena impegnata nell’acquisizione da 39 miliardi di dollari di Alexion Pharmaceutical.

Le previsioni sui conti di Moderna: nel 2021 un fatturato di 16,9 miliardi.

La seconda ipotesi possibile è che AstraZeneca sia arrivata alla conclusione che le azioni Moderna non manterranno in futuro lo stesso forsennato ritmo di crescita che si è visto nell’ultimo anno. Cosa del tutto logica, dopo che Moderna ha avuto l’autorizzazione per vendere il suo vaccine per il Covid in numerosi Paesi.

Moderna ha annunciato che prevede di incassare nel 2021 18,4 miliardi con la vendita del vaccino per il Covid. Questo porterà il totale dei suoi ricavi, secondo gli analisti, a 16,9 miliardi, contro gli 803 milioni del 2020, e farà esplodere l’utile a 8,5 miliardi (la metà del fatturato), contro la perdita di 747 milioni del 2020. Ma questi numeri impressionanti non sono una novità, sono ben noti agli analisti che elaborano le loro previsioni e le loro raccomandazioni. Come si dice in gergo, “sono già nei prezzi di Borsa”, quindi non è da qui che verranno altre spinte poderose al rialzo.

E’ significativo, però, che Astra Zeneca e Moderna continueranno ad avere stretti rapporti di collaborazione su alcuni programmi di ricerca che si basano sull’utilizzo dell’MRNA messaggero, la tecnologia d’avanguardia messa a punto da Moderna e alla base del suo vaccino anti-Covid.

La collaborazione fra Moderna e AstraZeneca prosegue: i nuovi progetti.

In particolare le due case collaborano sulla ricerca di un farmaco (nome in codice AZD86019) in grado di intervenire per disturbi alle coronarie. Il farmaco è in sperimentazione in fase 2.

Un altro progetto è denominato MEDI1191 e riguarda l’utilizzo dell’MRNA messaggero per migliorare l’efficacia dell’antitumorale Imfinzi di Astra Zeneca. Le due società hanno già concordato che divideranno al 50% gli utili derivanti dalla vendita in Usa.

Goldman Sachs conferma Buy e alza il target price a 207 dollari.

Alcuni analisti sottolineano che nei mesi futuri la battaglia contro il Covid e le sue varianti resterà il terreno principale di impegno di Moderna. La società ha appena sviluppato una versione del suo vaccino efficace contro la variante B.1.351, quella identificata in Sud Africa. L’americano NIH (National Institutes of Health) ha già programmato il lavoro di valutazione di questo vaccino.

Su 35 analisti che seguono Moderna, 20 hanno raccomandazione Buy e 12 Neutral. La media dei target price è 106 dollari. Fra gli ultimi broker che si sono espressi, il 26 febbraio sono scese in campo Goldman Sachs, che ha confermato il giudizio Buy e ha alzato il target price a 207 dollari da 171, JP Morgan che ha confermato il giudizio Neutral alzando il target price a 121 dollari da 89 dollari, e Morgan Stanley che ha ribadito la raccomandazione Hold indicando un target price di 201 dollari.

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Codice: MRNA.US
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