MontePaschi, è l’ora del rilancio per Mediobanca

Secondo alcune voci, oggi potrebbe riunirsi il cda della banca senese per rivedere i termini dell’offerta e arrivare a superare il 50% dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Borsa fredda sulle indiscrezioni, titoli poco mossi.
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L’ipotesi di un rilancio con denaro contante
La partita per il controllo di Mediobanca potrebbe entrare in una nuova fase. Secondo quanto riportato da La Repubblica, la Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) potrebbe riunire oggi stesso un consiglio di amministrazione per decidere se alzare l’offerta sul gruppo guidato da Alberto Nagel, aggiungendo una componente in denaro contante all’attuale proposta interamente in azioni.
L’indiscrezione arriva in un momento cruciale per l’operazione: l’attuale offerta di MPS, pari a 2,533 nuove azioni MontePaschi per ogni titolo Mediobanca, valuta l’istituto milanese circa 15,5 miliardi di euro, una cifra inferiore rispetto alla capitalizzazione di mercato si aggira attorno a 16,8 miliardi. In termini finanziari, si tratta di un’offerta con premio negativo, che di solito viene interpretata come il segnale che il mercato si attende un rilancio.
Reazione tiepida dei mercati
La notizia non ha scaldato i listini. A fine mattinata, le azioni MontePaschi segnavano un +0,6% a 7,89 euro, mentre Mediobanca guadagnava un più contenuto +0,2% a 20,75 euro. Nei primi scambi, i titoli erano arrivati a toccare rispettivamente 7,96 euro (+1,5%) e 20,94 euro (+1,2%), per poi ridimensionare i rialzi. Una risposta definita “fredda” dagli operatori, che attendono di capire quali saranno le effettive mosse della banca senese.
Secondo La Repubblica, l’eventuale aggiunta di una quota cash servirebbe a rafforzare l’attrattiva dell’offerta e ad aumentare le possibilità che MPS riesca a raccogliere oltre il 50% del capitale di Mediobanca. Oggi, infatti, le adesioni si fermano attorno al 28%, secondo quanto riportato in un filing del 29 agosto.
Il ruolo di Lovaglio e la soglia di successo
Per il momento, da Siena non arrivano commenti ufficiali. L’amministratore delegato di MPS, Luigi Lovaglio, ha più volte sottolineato come considererebbe positivo il risultato anche con un livello di adesioni pari al 35% del capitale di Mediobanca, pur essendo formalmente fissata a due terzi la soglia di successo dell’offerta. Questo rende la vicenda particolarmente fluida: anche in caso di mancata conquista della maggioranza assoluta, l’operazione potrebbe comunque avere un impatto significativo sugli equilibri di governance dell’istituto di Piazzetta Cuccia.
Un eventuale rilancio comporterebbe anche la possibilità di uno slittamento della scadenza dell’Ops, oggi fissata per l’8 settembre. Un dettaglio che potrebbe offrire a MPS più tempo per convincere gli azionisti reticenti e rendere più competitiva la propria proposta rispetto ai valori di mercato.
Prospettive e criticità
Per MontePaschi, l’operazione Mediobanca rappresenta una sfida industriale di primo piano. Da un lato c’è l’opportunità di creare un polo bancario di rilievo nazionale, rafforzando la presenza del gruppo senese in segmenti come l’investment banking e il wealth management. Dall’altro emergono le incognite legate alla capacità di sostenere l’operazione dal punto di vista patrimoniale, in un contesto di mercato che continua a guardare con attenzione alla solidità di MPS.
Gli analisti osservano che l’aggiunta di una componente cash aumenterebbe sì l’appeal per gli azionisti di Mediobanca, ma al prezzo di una maggiore pressione sui conti di MontePaschi. Un equilibrio delicato, che potrebbe diventare un tema centrale nel confronto tra il management della banca, le autorità e il mercato.
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