Mps oltre il 70% di Mediobanca: strada spianata per la fusione

L’istituto senese ora potrà avere il pieno controllo dell’assemblea straordinaria di Piazzetta Cuccia, potendo così decidere in autonomia sul futuro dello storico istituto.
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Mps supera il 70% di Mediobanca
Ultimo giorno di riapertura dell’Opas lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca iniziata martedì scorso dopo che Siena aveva già superato il 62% del capitale di Piazzetta Cuccia.
Venerdì scorso le adesioni all’operazione avevano raggiunto il 70,48% delle azioni oggetto dell’offerta, con 66,6 milioni circa di azioni (compresa la prima fase), permettendo così a Siena di avere un pieno controllo dell’assemblea straordinaria, necessario per realizzare una fusione tra i due istituti.
Le azioni Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 19 e 22 settembre non possono essere apportate in adesione.
I manager aderiscono
Arrivano le nuove adesioni dei manager di Mediobanca all’offerta di Mps. Venerdì 19 settembre, l’AD di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, aveva ceduto 364 mila delle sue azioni, aderendo così all’operazione che lo aveva visto opporsi.
Aderiscono anche il direttore generale di Mediobanca, Francesco Saverio Vinci, il quale ha ceduto 263 mila azioni, e il presidente della banca, Renato Pagliaro, con quest’ultimo che ha trasferito un milione delle sue azioni dopo aver incassato circa 2,1 milioni dalla vendita di 100 mila pezzi.
Banche in difficoltà
A Piazza Affari, intanto, il settore bancario apre la settimana in difficoltà: cedono circa l’1% la stessa Mps, FinecoBank, Banca Generali, Banco Bpm, Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Negative anche UniCredit (-0,40%), Bper Banca (-0,30%), Banca Mediolanum (-0,20%) e Unipol (-0,10%).
In un contesto debole per le banche europee, ad indebolire il comparto ci sono anche le parole del vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, il quale ha rilanciato l’ipotesi di una tassa sulle banche da inserire all’interno della manovra finanziaria attualmente in preparazione.
"Tutti sono chiamati a dare qualcosa. Io sono liberale e credo che più uno guadagna e ha successo più è bravo. Ma le banche hanno incassato 46 miliardi di utili e una parte sono garantiti dallo Stato, a differenza di imprenditori e artigiani, e una parte dei guadagni sono dovuti non alla loro bravura ma alle commissioni. Se voi andate alla banca cosa vi danno per il deposito? Zero. Se andate a chiedere un prestito? Vi chiedono il 4%”, spiegava il Ministro a Rtl.
“Quindi”, concludeva, “le banche che guadagnano più di 500 milioni l'anno grazie alla differenza tra commissioni e contributi diano qualcosa come fa la Spagna e quei soldi possono servire a famiglie e imprese".
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