Mps, si avvicina l’ok della Bce alla cessione dei crediti deteriorati

Secondo indiscrezioni la Banca centrale europea potrebbe dare il via libera già a metà settembre. Intanto gli analisti si concentrano sull’entità del fabbisogno patrimoniale necessario per ristabilire i coefficienti dopo la scissione.
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Entro settembre atteso l’ok della Bce all’operazione
Mps conquista la scena sul listino milanese sulla scia delle indiscrezioni di stampa riguardo l’imminente via libera della Bce al piano per la vendita dei “bad loan”.
L’istituto ha messo a segno un guadagno del 2,79% in apertura di contrattazioni per poi ridimensionarsi, a metà mattina, su un più modesto 0,34% scambiata a 1,47 euro.
A focalizzare l’attenzione degli investitori, come anticipato, le indiscrezioni pubblicate oggi su MF secondo cui entro metà settembre (al più tardi entro la fine del mese), dovrebbe arrivare il disco verde della Banca centrale europea all’operazione di cessione di 8,1 miliardi di euro di Npl ad Amco, la controllata del Tesoro (il Mef possiede anche il 68,4% di Mps).
Il nodo Cet1 fully loaded
L’operazione, per quanto interessante, presenta delle complessità legate, come ricordano gli esperti di Intesa Sanpaolo, alle modalità e all’entità del fabbisogno patrimoniale necessario per ristabilire i coefficienti dopo la scissione.
Secondo gli analisti il Cet1 fully phased di Mps (ossia l’indicatore della solidità patrimoniale dell’istituto) scenderebbe al 9,7%, un livello considerato «tirato» in questo scenario di incertezza generato dalla pandemia di Coronavirus. Al momento dei conti semestrali, il 7 agosto scorso, la banca aveva anche confermato di avere allo studio un «piano sul capitale», con un rafforzamento patrimoniale di circa 700 milioni di euro (ora i rumors vanno su un aumento superiore a un miliardo) e «la potenziale emissione di strumenti di debito subordinato» della tipologia Tier2. Mps starebbe analizzando anche la possibilità di un’emissione Additional Tier 1.
Per gli esperti gli strumenti allo studio potrebbero aiutare a colmare il gap con le richieste dei regolatori, ma avranno «un impatto negativo sulla redditività già limitata della banca, senza risolvere il problema di un Cet1 troppo debole».
Secondo Equita un rafforzamento del capitale è «condizione necessaria» per rendere la banca maggiormente appetibile in ottica di M&A.
Una volta ottenuto l’ok della Banca centrale europea all'operazione, il progetto di scissione tra Mps e Amco passerà al voto delle assemblee straordinarie dei due gruppi. L’obiettivo è quello di stipulare l’atto di scissione entro il 15 novembre, perché l’operazione possa avere efficacia a decorrere dal primo dicembre 2020.
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