Nvidia colpita da nuove restrizioni USA all’export in Cina

Nvidia colpita da nuove restrizioni USA all’export in Cina

Il governo americano ha imposto nuovi limiti all’esportazione di chip per computer in Cina e in Russia e i nuovi requisiti richiesti potrebbero ‘costare’ a Nvidia 400 milioni di dollari nel prossimo trimestre.

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Tonfo di Nvidia

C’era una volta la ‘guerra dei dazi’ di Donald Trump contro la Cina, terminata con la fine del mandato dell’ex presidente USA, ma tornano le tensioni tra i due giganti.

A farne le spese è la società produttrice di semiconduttori Nvidia, obbligata dal governo americano attuale a richiedere una nuova licenza per poter esportare nuovi prodotti nel gigante asiatico, Hong Kong inclusa.

La notizia è emersa da una documentazione depositata lo scorso 26 agosto presso la Securities and Exchange Commission, la Consob americana, e ha attirato forti vendite (-6,5%) sul titolo Nvidia nel mercato afterhours di Wall Street, calo poi proseguito anche nel pre-market USA di oggi.

Male anche gli altri produttori di microchip come AMD (-3%) e Intel (-1,50%), mentre in Giappone hanno chiuso in forte negativo i titoli del settore, in particolare Tokyo Electron (-3,35%) e Advantest (-4%), trascinando il Nikkei ai minimi di un mese.

Le decisioni del governo

Il governo americano ha introdotto e immediatamente iniziato a imporre una nuova regola che limiterebbe l'esportazione di chip per computer utilizzati per i supercomputer e l'intelligenza artificiale verso Russia e Cina.

In particolare, sono stati indicati a Nvidia nuovi requisiti di licenza relativi a una delle sue GPU (A100) che riguarderà anche uno dei prossimi modelli (H100), progettate per accelerare le attività di apprendimento automatico.

Il nuovo requisito di licenza imposto a Nvidia cercherà di evitare il rischio di utilizzo per scopi militari in Cina, in quanto proprio l’IA e l’apprendimento automatico sono spesso utilizzati per varie applicazioni per lo sviluppo di armi e la sorveglianza, secondo quanto osservato dal New York Times.

Un portavoce del Dipartimento del Commercio USA ha spiegato che “sebbene non siamo in grado di delineare cambiamenti politici specifici in questo momento, stiamo adottando un approccio globale per implementare le azioni aggiuntive necessarie relative alle tecnologie, agli usi finali e agli utenti finali per proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e gli interessi di politica estera”.

L’impatto su Nvidia

Il management di Nvidia ha ammesso che le restrizioni potrebbero ostacolare la sua capacità di completare lo sviluppo dei chip H100, in particolare in Cina, visto che non vende i suoi prodotti in Russia.

Il mercato cinese rappresenta il 26% del fatturato della società e nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2023 è aumentato del 61% nel paese asiatico rispetto all’anno precedente, grazie al raddoppio delle entrate dai clienti hyperscale.

Le vendite del chip sotto osservazione, l’H100, sono previste arrivare a circa 400 milioni di dollari nel trimestre a fronte di un fatturato previsto di 5,9 miliardi di dollari nel paese, incasso a questo punto a rischio.

AMD non preoccupata

Oltre a Nvidia, anche AMD ha ricevuto una notifica simile dalle autorità statunitensi in merito ai requisiti di licenza.

In questo caso, la richiesta di nuova licenza riguarda i chip MI250 di AMD, ma l'azienda ritiene che la sua linea MI100 non subirà ripercussioni. AMD China ha dichiarato al media tecnologico cinese IC Smart che l’ultima mossa degli Stati Uniti mirava probabilmente a colpire le GPU che supportano il calcolo in virgola mobile a doppia precisione.

IC Smart ha anche riferito che Baidu, Tencent e ByteDance hanno confermato le restrizioni imposte.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: NVDA.US
Isin: US67066G1040
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