OpenAI dice addio al non profit, e intanto perde 5 miliardi

Svelato per la prima volta il segreto dei conti di ChatGPT. Sta per chiudersi il round di finanziamento che porterà Apple ad entrare nella società, valutata 150 miliardi di dollari. Pronto il piano per cambiare la governance e attirare investitori che cercano un ritorno finanziario. Cosa può fare il piccolo investitore.

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Nel 2024 ricavi a 3,7 miliardi, saliranno a 11,6 miliardi nel 2025

OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT, prevede di chiudere il bilancio di quest’anno con una perdita di 5 miliardi di dollari su un totale di ricavi di 3,7 miliardi. I risultati finanziari di OpenAI, finora avvolti nel mistero, sono stati in parte svelati venerdì scorso dal New York Times. Fra i dati riportati dal giornale, c’è la previsione del board che i ricavi del 2025 saliranno a 11,6 miliardi di dollari.

Non sarà un caso che le indiscrezioni sui conti di OpenAI arrivano sulla stampa insieme alle indiscrezioni sul progetto di modifica della struttura dell’azienda, che oggi vede al vertice l’organizzazione non profit OpenAI, che controlla la società operativa OpenAI LP che si definisce una società “for capped profit”, cioè che che può fare utili, ma non oltre un determinato limite.

Il board si sdoppia: uno per la società non profit e uno per la società operativa

Secondo quanto riporta Reuters, il piano prevede di fare uscire l’azienda operativa dalla sfera di controllo dell’organizzazione non profit allo scopo di renderla più attraente per gli investitori. L'organizzazione non profit OpenAI continuerà a esistere e a detenere una quota di minoranza nella società a scopo di lucro, la quale sarà gestita da un suo consiglio di amministrazione, mentre oggi è lo stesso board di OpenAI che gestisce OpenAI LP. Sam Altman, il Ceo di OpenAI, riceverà per la prima volta una partecipazione azionaria nella società operativa.

A OpenAI si attribuisce il merito di avere innescato la corsa dell’intelligenza artificiale generativa con ChatGPT, un’app lanciata alla fine del 2022 che risponde alle interrogazioni con risposte simili a quelle umane. ChatGPT è diventata una delle applicazioni a più rapida crescita nella storia con oltre 200 milioni di utenti attivi settimanali.

Le infinite potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa hanno aperto un business enorme in cui si sono buttati a capofitto i colossi della tecnologia americana, da Apple a Meta, da Amazon a Google e perfino Tesla, ognuna di loro con piani di investimento miliardari per sviluppare la propria AI, a volte in collaborazione, ma nella maggior parte dei casi in competizione con OpenAI.

Dai primi finanziatori all’ingresso massiccio di Microsoft

Quando OpenAI fu fondata, nel 2015, la scelta di farne una società senza scopo di lucro corrispondeva all’obiettivo dichiarato di “far progredire l'intelligenza digitale nel modo in cui è più probabile che l'umanità nel suo complesso ne tragga beneficio, senza essere vincolata dalla necessità di generare un ritorno finanziario”.

Tra i primi finanziatori figuravano il gigante del venture capital Peter Thiel, Elon Musk, l'azienda di consulenza tecnologica Infosys, l'incubatore di startup Y Combinator, oltre ad AWS (Amazon), al fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, e all'attuale Ceo, Sam Altman. Il primo round di finanziamenti ammontava a 1 miliardo di dollari, e OpenAI non ha mai chiarito chi avesse contribuito.

Nel corso degli anni questa struttura è stata spesso messa sotto pressione. Basti pensare che dopo avere iniettato in più anni finanziamenti per 11 miliardi di dollari, oggi Microsoft è il principale azionista di OpenAI con una quota del 49% e ha svariati accordi per lo sfruttamento delle licenze di ChatGPT.

In dirittura d’arrivo un round che valuta OpenAI 150 miliardi

Delle cosiddette Magnificent Seven, Nvidia e Microsoft sono le due società che hanno tratto finora i maggiori benefici dallo sviluppo di OpenAI, e di conseguenza anche adesso sono le più coinvolte nel progetto di riorganizzazione. OpenAI è attualmente impegnata in un un round di finanziamento che valuterebbe l'azienda più di 150 miliardi di dollari. Nel 2021 OpenAI era stata valutata 14 miliardi di dollari.

Thrive Capital sta guidando il round e prevede di investire 1 miliardo di dollari, con la partecipazione di Tiger Global. Fra i nuovi finanziatori ci saranno anche Apple e Amazon. Sarah Friar, direttore finanziario di OpenAI, ha comunicato agli investitori giovedì scorso che il round di finanziamento è stato superato e si chiuderà entro questa settimana.

Come il pubblico retail può investire in Open AI

OpenAI è un'azienda privata che non ha in programma di quotarsi in Borsa. Il co-fondatore e Ceo Altman ha spesso dichiarato che OpenAI rimarrà privata sotto la sua guida. In altre parole, oggi non c'è modo di fare un investimento diretto in OpenAI, a meno di essere un venture capitalist molto ricco o un gigante della tecnologia con piani di partnership.

Per un normale investitore la cosa più vicina a un investimento in OpenAI è l'acquisto di azioni di Microsoft. Nessuno ha legami più stretti con OpenAI del colosso del software. Ma anche Nvidia è molto esposta alle sorti di OpenAI, suo grande cliente per l’acquisto dei superchip per intelligenza artificiale.

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