OpenFiber, Enel e Cdp prorogano i tempi per trovare accordo su cessione


Si discute un rinvio nella vendita della quota detenuta da Enel in OpenFiber al fondo australiano Macquarie. Cdp ha il diritto di prelazione sulla quota Enel e chiede di valutare l’intera struttura della proposta. Il governo indebolito dalla crisi rischia di perdere di vista la trattativa.


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La decisione sull’offerta di Macquarie slitta a febbraio

Potrebbe slittare a fine febbraio la decisione sull’offerta di Macquarie per la quota detenuta da Enel in OpenFiber. I due azionisti della società italiana della banda larga, Enel e Cassa depositi e prestiti (Cdp) tentano così di prendere tempo, nel tentativo di trovare un accordo sul nodo cessione.

A dicembre la società aveva dato il disco verde al suo ad, Francesco Starace, per la vendita entro giugno di una quota compresa tra il 40 e il 50% di OF al fondo infrastrutturale australiano. Le indiscrezioni davano l’offerta di Macquarie pari a 2,65 miliardi di euro (più un earn out) per l’intera quota.

A complicare i giochi era intervenuta Cdp comunicando di non essere a conoscenza dei contenuti dell’offerta di Macquarie, nonostante ne avesse fatto più volte richiesta.

Il termine, scrive Il Messaggero, scade oggi, ma tra le parti ci sarebbe stato uno scambio epistolare in quanto Cassa, per valutare la congruità del prezzo, ha richiesto di valutare l’intera struttura della proposta.

Il diritto di prelazione di Cdp sulla quota Enel

Cdp ha diritto di prelazione su qualsiasi vendita di quote da parte di Enel (secondo Reuters il diritto è sull'intera quota del 50% e non solo su una parte di essa) e potrebbe intervenire nella partita facendo ridurre la quota al 40% e cercando di assicurarsi la maggioranza di OpenFiber. Il 23 dicembre Enel ha notificato a Cdp le trattative aperte per la vendita della sua quota, dando a Cdp 30 giorni di tempo per decidere se esercitare o meno il diritto di prelazione.

Il problema torna sui prezzi: il finanziatore pubblico potrebbe non essere disposto a pagare in base alla valorizzazione offerta da Macquarie.

Anche il governo, impegnato nella creazione di una rete unica nazionale con l’unione delle attività di OpenFiber e le attività di rete fissa di Telecom Italia non vede di buon occhio la possibilità di una quota paritetica Cdp-Macquarie in OF. Tuttavia Roma in questo momento è alle prese con gli strascichi di una crisi che ha indebolito l’esecutivo e, di riflesso, anche la capacità di attivarsi su asset sistemici per l’economia del Paese.

Alle 12 il titolo Enel cede l’1,16% scambiato a 8,36 euro.

Enel e le mire sul Regno Unito

Intanto in Spagna emerge un possibile interesse di Enel/Endesa potrebbero su Western Power Distribution, società di distribuzione/vendita elettricità del Regno Unito, con oltre 8 milioni di clienti. Secondo un’indiscrezione riportata da El Economista il valore di Western Power Distribution potrebbe aggirarsi intorno ai 14 miliardi di euro. Per Enel un eventuale deal potrebbe aprire l’ingresso sul mercato elettrico Uk.

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