Ops Intesa-Ubi, il placet dell’Antitrust stimola le decisioni degli azionisti


Ok dell’Antitrust con condizioni all’Ops. Come preventivato, la decisione dell’Antritrust ha impresso uno slancio alle adesioni degli azionisti di Ubi all’Offerta pubblica di scambio, e questa mattina è arrivata quella del Sindacato azionisti di Ubi Banca, che riunisce i grandi soci bresciani dell'istituto raccogliendo circa l'8% del capitale.


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Il disco verde del Garante della concorrenza

Intesa Sanpaolo perde l’1,02% a metà mattina, scambiata a 1,82 euro, nonostante l’ok, con condizioni, di Antitrust all’Ops su Ubi Banca. Ieri l’istituto guidato da Carlo Messina ha superato un importante ostacolo a una delle più grandi fusioni bancarie europee degli ultimi dieci anni. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha definito l’operazione del controllo dell’istituto lombardo da parte di Ca’ de Sass «idonea a produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante di Isp in alcuni mercati locali della raccolta bancaria, degli impieghi alle famiglie consumatrici e degli impieghi alle famiglie produttrici-piccole imprese».

Secondo l’Autorità, inoltre, l’operazione di concentrazione può «costituire e/o rafforzare la posizione dominante di Intesa SanPaolo nei mercati del risparmio amministrato, dei fondi comuni di investimento e della gestione su base individuale di patrimoni mobiliari e in fondi, nonché nei mercati degli impieghi alle imprese di medie e grandi dimensioni e della distribuzione dei prodotti assicurativi rami vita, così da pregiudicare in modo sostanziale e durevole la concorrenza».

Le condizioni

Con riferimento alle preoccupazioni emerse nel corso dell’istruttoria, il Garante ha imposto a Intesa alcune misure di carattere strutturale. Per ottenere l'approvazione, Isp ha accettato di vendere 532 sportelli a Bper Banca in caso di esito positivo dell'offerta, ampliando un accordo iniziale per la vendita di 400-500 sportelli. «Le cessioni si dovranno realizzare nelle aree geografiche in cui si registrano le maggiori criticità concorrenziali e saranno rivolte a uno o più operatori indipendenti in grado di disciplinare la nuova entità post merger», hanno puntualizzato dall'Antitrust.

Il provvedimento, ha dichiarato Messina, «è l’ultimo atto autorizzativo in termini di tempo dopo il via libera ricevuto dalla Banca Centrale Europea, dalla Banca d’Italia, dall’Ivass e dalla Consob. Si tratta di un passaggio di importanza fondamentale perché garantisce agli azionisti Ubi, che aderiranno all’offerta, la totale correttezza dell’operazione dal punto di vista regolamentare».

Le adesioni all’offerta

Come preventivato, la decisione dell’Antritrust ha impresso uno slancio alle adesioni degli azionisti di Ubi all’Offerta pubblica di scambio. Questa mattina il Sindacato azionisti di Ubi Banca, che riunisce i grandi soci bresciani dell'istituto raccogliendo circa l'8% del capitale, ha annunciato il suo appoggio all'Ops. A dirlo è stato il presidente dell'accordo, Franco Polotti, in un’intervista al Giornale di Brescia.

Il 13 luglio era arrivato il «sì» dal Cda di Cattolica (1% di azioni e adesione al patto Car), mentre ha confermato la sua contrarietà, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, con il 5,9% di azioni. Ieri l’ok anche di Fondazione Cr Firenze, che detiene l'1,84% di Intesa Sanpaolo e possiede un pacchetto di 2.050.000 azioni Ubi pari allo 0,179% del suo capitale.

Oggi, intanto, è attesa la decisione di un altro Ente di rilievo nell’azionariato di Ubi, la Fondazione Banca Monte di Lombardia (3,16%), guidata da Aldo Poli, anche vicepresidente di Cattolica.

Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 2,2 euro su Intesa Sanpaolo e il giudizio reduce con target price a 2 euro su Ubi B. (+2,45% a 3,30 euro). Anche Santander conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 2,3 euro su Intesa.

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