Oro, analisti ancora bullish con l’inasprirsi del conflitto in Medio Oriente

Oggi i prezzi del bene rifugio d’eccellenza si mantengono stabili in quanto gli investitori restano alla finestra per capire come evolverà la guerra tra Israele e Iran a seguito dell’entrata degli Stati Uniti.
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Quotazione oro oggi
Oro in lieve calo questa mattina nonostante l’attacco degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran avvenuto nel fine settimana, elemento potenzialmente rialzista per il bene rifugio per eccellenza.
Il prezzo del future sull’oro con scadenza ad agosto scambia a 3.374 dollari (-0,30%) dopo che nella notte italiana era tornato vicino quota 3.400 dollari l’oncia, mentre il prezzo spot (-0,20%) scende a 3.360 dollari dopo i 3.388 dollari toccati nelle ore precedenti.
L'attacco degli Stati Uniti ai tre principali impianti nucleari iraniani ha sostenuto il dollaro, rendendo così meno conveniente l’acquisto di oro, mentre il petrolio ha registrato un forte rialzo a causa dei timori che Teheran potesse attaccare le infrastrutture energetiche o il trasporto marittimo mediorientale nello Stretto di Hormuz.
L’impatto del conflitto in Medio Oriente
L’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, con l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran, aveva dato una nuova spinta ai prezzi dell’oro, ancora in rialzo di circa il 30% dall’inizio dell’anno.
Sebbene le probabilità di un’espansione del conflitto nel resto dell’area sarebbero teoricamente favorevoli all'oro, un aumento sostenuto dei prezzi dell'energia stimolerebbe l'inflazione e renderebbe meno probabili i tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, fattore negativo per un metallo che non offre alcun interesse.
"Il mercato non è ancora convinto che l'attacco degli Stati Uniti all'Iran porterà ad un aumento significativo delle tensioni geopolitiche", ha affermato Daniel Hynes, senior strategist di ANZ Banking Group Ltd. "Ecco perché non abbiamo visto investitori riversarsi sugli asset rifugio. Qualsiasi domanda di beni rifugio potrebbe essere compensata dal timore degli investitori che un eventuale aumento dei prezzi del petrolio possa potenzialmente indurre la Fed a mantenere alti i tassi a fronte di timori inflazionistici", ha aggiunto.
Allo stesso tempo, infatti, finora Teheran non ha lanciato importanti attacchi di ritorsione e in molti si attendono sostegni solo retorici da parte di Russia e Cina, mentre i gruppi militari che il Paese ha armato e finanziario per anni si rifiutano o non sono in grado di entrare direttamente nel conflitto. L'Iran potrebbe anche non voler inimicarsi Pechino intraprendendo azioni che porterebbero a un'impennata significativa dei prezzi del petrolio. Questo, insieme al fatto che i lingotti sono a soli 145 dollari l'oncia dal massimo storico raggiunto ad aprile, potrebbe frenare i guadagni in questo momento.
Banche di Wall Street rialziste
Molti analisti restano rialzisti dul prezzo dell’oro. "La duplice forza dell'incertezza e della politica monetaria accomodante probabilmente manterrà i prezzi dell'oro vicini ai massimi storici nel breve termine", prevede Bas Kooijman, amministratore delegato di DHF Capital SA.
Goldman Sachs ai attende quota 3.700 dollari l’oncia per la materia prima a fine anno, citando la forte domanda delle banche centrali.
Gli analisti di JP Morgan vedono l’oro salire tra i 3.675 e i 4.000 dollari quest’anno, a causa dei rischi geopolitici e dell’acquisto di circa 900 tonnellate da parte delle banche centrali.
Bank of America si attende quota 4.000, osservando che l’impennata del debito pubblico degli Stati Uniti è un rischio importante: è balzato a quasi 37 trilioni di dollari quest’anno e il Big Beautiful Bill peggiorerà la situazione.
Infine, gli esperti di Deutsche Bank ritengono che il prezzo dell’oro potrebbe salire a oltre 3.700 quest’anno.
Non tutti sono rialzisti sull’oro: UBS vede un picco di 3.200 dollari, già raggiunto, mentre Citigroup prevede che oscillerà tra i 2.500 e i 2.700 dollari e l’obiettivo di Morgan Stanley di 3.400 dollari è già stato toccato.
Principali catalizzatori per il prezzo dell’oro
L’oro ha numerosi catalizzatori che potrebbero spingerlo al rialzo nei prossimi mesi. In primo luogo, i rischi geopolitici potrebbero accelerare dopo che gli Stati Uniti hanno bombardato i siti nucleari iraniani durante il fine settimana, mentre il perdurare delle tensioni degli USA con Russia e Cina sembrano non diminuire.
In secondo luogo, il debito pubblico degli Stati Uniti ha continuato a salire quest’anno e gli esperti stimano che il Big Beautiful Bill porterà a un forte aumento del debito pubblico del Paese. Gli analisti vedono il debito aumentare di quasi 3 trilioni di dollari in un decennio.
Inoltre, i dati mostrano che gli investitori di Wall Street stanno ancora accumulando oro quest’anno. L’ETF GLD ha avuto afflussi nelle ultime sei settimane consecutive e la traiettoria sta guadagnando terreno. La scorsa settimana ha aggiunto 1,9 miliardi di dollari, superiore ai 711 milioni di dollari della settimana precedente e ai 426 milioni di dollari precedenti.
Il prezzo dell’oro potrebbe anche salire perché la Federal Reserve riprenderà presto i suoi tagli dei tassi di interesse. Alla fine della riunione della scorsa settimana l’istituto ha stimato che effettuerà 2 tagli quest’anno e altri nel 2026 e nel 2027. Il prezzo dell’oro spesso sale quando le banche centrali tagliano i tassi di interesse.
Inoltre, il prezzo spot (XAU) potrebbe salire poiché le banche centrali, in particolare in India, Cina e Russia, hanno continuato ad accumulare oro quest’anno a causa dell'abbandono della sicurezza del dollaro USA.
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