Oro, Goldman Sachs vede un target a 4.000 dollari entro il 2026

19/06/2025 07:00
Oro, Goldman Sachs vede un target a 4.000 dollari entro il 2026

In uno scenario segnato da incertezze geopolitiche, l’oro si conferma ancora una volta un bene rifugio fondamentale. Ma mentre le banche centrali rafforzano la loro esposizione, la speculazione resta sorprendentemente contenuta. Secondo Goldman Sachs, è proprio questa combinazione a sostenere la prospettiva di un rally strutturale dell’oro, con un target di prezzo ambizioso entro il 2026.

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Oro vicino ai massimi, ma la speculazione resta bassa

Nonostante l’oro abbia recentemente oscillato attorno ai suoi massimi storici a causa delle rinnovate tensioni in Medio Oriente, Goldman Sachs osserva come il posizionamento speculativo resti insolitamente contenuto. La domanda di rifugio è aumentata, ma molti investitori sembrano convinti di aver perso il momento migliore per entrare nel mercato, dirottando la loro attenzione verso metalli preziosi alternativi come platino e argento.

Tuttavia, la banca d’investimento sottolinea che i rally di questi due metalli sembrano guidati principalmente da spinte speculative piuttosto che da fondamentali solidi. In particolare, il rapporto oro-argento, che storicamente oscillava tra 45 e 80, si è modificato in maniera strutturale proprio perché l’oro è sostenuto da una domanda istituzionale assente nel caso dell’argento. Il platino, pur avendo superato la fascia storica di prezzo tra 800 e 1.150 dollari, difficilmente riuscirà a consolidare questi livelli a causa della domanda cinese sensibile ai prezzi, del calo previsto nella domanda automobilistica e dell’assenza di shock lato offerta.

Goldman Sachs evidenzia come l’interesse verso il metallo giallo sia supportato da una domanda stabile e crescente da parte delle banche centrali, in particolare asiatiche.

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La spinta delle banche centrali

Un punto chiave dell’analisi Goldman Sachs è il ruolo crescente delle banche centrali nel sostenere il prezzo dell’oro. Dopo il congelamento delle riserve della banca centrale russa nel 2022, l’accumulo di oro da parte delle istituzioni monetarie è aumentato in modo significativo, diventando una tendenza strutturale.

Il sondaggio annuale del World Gold Council del 2025, riportato nel report, è inequivocabile: il 95% delle 71 banche centrali intervistate prevede un aumento delle riserve globali di oro nei prossimi 12 mesi. Ancora più interessante, il 43% ha dichiarato l’intenzione di aumentare le proprie riserve nazionali, una percentuale mai così alta dal 2018.

Questo dato, secondo Goldman Sachs, riflette una crescente volontà da parte delle economie emergenti di diversificare i propri asset di riserva, specialmente in risposta a un sistema finanziario internazionale sempre più frammentato.

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Le previsioni sul prezzo dell'oro

Goldman Sachs mantiene intatta la sua previsione rialzista sull’oro. L’analisi si basa su due pilastri principali: da un lato, la domanda istituzionale guidata dalle banche centrali; dall’altro, l’attesa di una maggiore domanda da parte degli ETF in seguito a futuri tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.

Secondo il report, questi fattori congiunti dovrebbero spingere il prezzo dell’oro a 3.700 dollari l’oncia entro la fine del 2025, con un ulteriore rialzo fino a 4.000 dollari a metà 2026. La banca raccomanda quindi di mantenere una posizione lunga sull’oro nel portafoglio strategico degli investitori.

In un mondo dove l’inflazione resta una minaccia e l’equilibrio geopolitico è sempre più precario, l’oro sembra destinato a giocare un ruolo centrale come bene rifugio.

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Anche platino e argento sotto i riflettori

L’analisi di Goldman Sachs sottolinea come il crescente interesse per platino e argento non sia supportato da solidi fondamentali. Nel caso dell’argento, la speculazione è evidente: il posizionamento si trova all’86° percentile rispetto alla media storica dal 2014, a fronte del 59° percentile dell’oro. Questo squilibrio, combinato con l’assenza di una domanda strutturale da parte delle banche centrali, limita le prospettive di rialzo sostenibile.

Per il platino, l’aumento della domanda da parte degli ETF e il record dell’open interest non sembrano bastare a garantire una rottura duratura del range storico di prezzo. La domanda cinese resta altamente sensibile ai prezzi e la domanda automobilistica continua a essere debole.

Goldman Sachs predilige quindi l'oro che mantiene una posizione unica nell’universo dei metalli preziosi, grazie alla combinazione di domanda istituzionale e aspettative di politica monetaria favorevole.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: NYSE: GS
Isin: US38141G1040
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