L’oro si conferma il miglior bene rifugio disponibile

Per l’analista di Schroders, nel 2022 il prezzo dell'oro continuerà a salire indipendentemente dall'evoluzione della situazione in Ucraina. E il prossimo ciclo di rialzo dei tassi renderà il metallo giallo il bene rifugio tra i più richiesti
A cura di James Luke, Fund Manager, Metals presso Schroders
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La crisi ucraina
Come durante i precedenti periodi di turbolenze, con le tensioni geopolitiche in Ucraina gli investitori tornano a guardare al bene rifugio per eccellenza, l'oro. Il 24 febbraio, giorno in cui le truppe russe hanno invaso l'Ucraina, il metallo giallo ha raggiunto i 1.974 dollari/oncia, il massimo da settembre 2020.
Prima della crisi in Europa orientale, il prezzo dell'oro si aggirava intorno ai 1.800 dollari/oncia, senza grandi miglioramenti dalla fine del 2020.
“I prezzi dell'oro sono stati resilienti a gennaio e all'inizio di febbraio, nonostante i forti aumenti dei tassi d'interesse reali statunitensi, che di solito pesano su queste quotazioni”, spiega James Luke, Fund Manager presso Schroders, secondo cui questa resilienza è in parte dovuta allo stress geopolitico della situazione Russia/Ucraina. Se la situazione peggiorasse, o se le sanzioni contro la Russia non avessero l'effetto desiderato, i movimenti al rialzo dell’oro troveranno ulteriore sostegno.
Ma anche prima che la situazione si intensificasse, la domanda istituzionale di oro come strumento di protezione dei portafogli stava diventando positiva. Il manager di Schroders ritiene che ciò continuerà nel corso del 2022, indipendentemente dall'evoluzione della situazione geopolitica.
Rialzo dei tassi
Oltre ad essere una riserva di valore nei momenti di forte stress sui mercati, l’oro è un’ancora di salvezza per quegli investitori preoccupati dal prossimo ciclo di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali.
Le economie sviluppate, già altamente indebitate, sono diventate dipendenti dai massicci stimoli monetari e fiscali. “C'è quindi un elevato rischio che, quando gli stimoli verranno rimossi e i tassi alzati, si inneschi una reazione a catena con un impatto negativo su economia reale e mercati finanziari”, nota Luke.
Questo può sfociare in un periodo di stagflazione (bassa crescita e inflazione alta), oppure in un lungo periodo di repressione finanziaria con tassi di interesse reali negativi. Un contesto macroeconomico che Luke ritiene “molto positivo per l'oro”.
L’unica alternativa possibile
In un tale contesto, le istituzioni continueranno probabilmente a considerare maggiormente fonti di diversificazione del portafoglio come l'oro, dato che le altre opzioni sembrano meno attraenti. Ad esempio, le criptovalute, che negli ultimi trimestri potrebbero aver sottratto capitale all'oro, ora sono nel pieno di una crescente pressione normativa.
E le allocazioni sull'azionario? Come sottolinea James Luke, se nel 2013 l'oro venne trascurato a favore delle azioni, oggi le valutazioni azionarie di partenza sono molto alte.
Tradizionali strumenti di hedge, come i titoli di Stato, non sono più attraenti come in passato e i rendimenti sono ancora vicini ai minimi storici.
“Mentre il conflitto in Ucraina potrebbe sostenere ulteriori movimenti dell’oro verso l'alto, con poche altre opzioni per diversificare i portafogli, crediamo che l'oro sia sulla buona strada per diventare l'unica alternativa disponibile in quanto a beni rifugio nei prossimi anni”, conclude Luke, secondo cui il metallo giallo dovrebbe registrare una buona performance nel 2022.
ORO
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BNP Paribas
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