Pagamenti in cripto per il cloud di Google: accordo con Coinbase


Ieri è stata annunciata la collaborazione tra le due società per poter permettere agli utenti di pagare il servizio di ‘nuvola’ di dati e servizi di Alphabet tramite il Bitcoin e le altre monete digitali.


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Accordo tra Google e Coinbase

Il cloud di Google si potrà pagare in criptovalute. È questo il senso della collaborazione del gigante di Cupertino iniziata con Coinbase, annunciata ieri alla conferenza Cloud Next di Google.

L’offerta avverrà tramite un nuovo strumento previsto entrare in funzione all’inizio del prossimo anno e utilizzabile tramite Coinbase Commerce, la funzionalità che permette alle aziende di ricevere, accettare e convertire criptovalute come Bitcoin, Ethereum, USD Coin, Tether USD, Dogecoin e Shiba Inu.

L’accordo permetterà ad Alphabet (casa madre di Google) di ottenere una quota di mercato importante in un settore in rapida crescita e con una competizione molto forte, ma dove fino ad ora la concorrenza non offriva il servizio di pagamenti in criptovalute.

La notizia ha sostenuto le azioni di Coinbase a New York, ieri in crescita del 4,65% alla chiusura, mentre questa mattina mantengono il trend e aggiungono un altro 1% nel pre-market USA.

Poco mossa, invece, Alphabet, ieri in leggero calo alla chiusura (-0,69%) e oggi in lieve recupero (+0,50%) in un contesto positivo per i future USA dopo le perdite di ieri.

I vari passaggi

Il primo passo vedrà Google Cloud Platform accettare i pagamenti in valuta virtuale da un piccolo gruppo di clienti Web3, proprio grazie all’integrazione con Coinbase Commerce.

Dopo questa prima fase di test, la possibilità sarà allargata a tutti gli altri utenti, e vedrà Coinbase trattenere una commissione su ogni transazione effettuata, anche se ancora non sono stati resi noti i dettagli su questo aspetto.

Le difficoltà di Coinbase

L’accordo con Google arriva in un momento difficile per Coinbase, viste le notizie negative che hanno riguardato la piattaforma di scambio di cripto nel corso degli ultimi mesi.

La società era finita al centro dell’attenzione della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, accusando Coinbase di vendita di titoli non autorizzati.

Altre accuse arrivavano dal Wall Street Journal, secondo il quale la piattaforma avrebbe utilizzato fondi aziendali per operazioni di trading con le valute digitali, operazione a rischio elevato per i clienti che avevano affidato i propri soldi all’azienda.

A queste vicende si aggiungono i dati finanziari negativi, con le ultime due trimestrali caratterizzate da importanti perdite che hanno spinto gli analisti a parlare di un possibile crac, mentre il mercato delle criptovalute continua il suo momento difficile.

Il Bitcoin, infatti, resta ancora sotto i 20 mila dollari, indebolito dalle paure di recessione e dalle politiche di aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, prima fra tutte la Federal Reserve.

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