Per inseguire Tesla, Ford ipotizza lo spinoff delle auto elettriche

Il Ceo Jim Farley starebbe studiando di separare il business degli EV da quello dei veicoli tradizionali. Lo scopo principale sarebbe migliorare la valutazione di Borsa. Ma il gap valutativo riflette differenze abissali di crescita e redditività.

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L’indiscrezione venerdì ha fatto salire la quotazione di Ford (+2,8%).

Dopo il Ceo di Volkswagen, Herbert Diess, anche il Ceo di Ford, Jim Farley, ha l’assillo quotidiano del confronto fra la valutazione della propria azienda e quella di Tesla. Colpito dall’abilità comunicativa di Elon Musk, capace di fare muovere le quotazioni a suon di tweet, un anno fa Diess creò una task force dedicata ad alimentare la sua personale presenza su Twitter. A 12 mesi di distanza non sembra che il manager tedesco sia particolarmente soddisfatto dell’iniziativa.

Farley, invece, sta studiando un’altra strada. Secondo un articolo di Bloomberg di venerdì 18 febbraio, Ford starebbe ipotizzando la separazione del business delle auto elettriche (EV) da quello delle auto tradizionali con motore a combustione, in gergo chiamate ICE (internal-combustion engine). L’indiscrezione è ancora piuttosto vaga: secondo l’ipotesi riportata, che Ford ha già  smentito, la mossa di Farley sarebbe di non puntare subito su uno spinoff vero e proprio, troppo difficile da realizzare, ma di avviare una divisione interna e aspettare eventualmente in futuro per una vera a propria separazione societaria.

L’indiscrezione ha comunque fatto bene al titolo e venerdì Ford ha chiuso in rialzo del 2,8% (a 18,04 dollari), mentre l’indice S&P500 è sceso dello 0,7% e Tesla ha perso il 2,2% a 856,98 dollari.

Tesla capitalizza 11 volte i ricavi, Ford solo 0,5 volte.

Interpellato da Barron’s, Mike Ward, analista di Benchmark, ricorda che non è la prima volta che questa idea circola, ma continua a ritenere uno spinoff troppo difficile  da realizzare per il formidabile intreccio di interessi che andrebbe districato, a partire dai rapporti con la rete di vendita e con i sindacati, e poi non sarebbe semplice dividere l’attività di Ricerca & Sviluppo e la gestione delle fabbriche.

Resta il fatto che fino a quando Tesla continuerà a capitalizzare in Borsa 11 volte i ricavi previsti per il 2022, mentre grandi produttori di auto come Ford e General Motors non vanno al di là di 0,5 volte, Farley e i suoi colleghi continueranno a svegliarsi di notte pensando a come migliorare le valutazioni delle loro aziende.

Il grafico che riportiamo qui sopra mostra l’ottimo andamento borsistico di Ford degli ultimi 12 mesi: il titolo è salito del 54%, battendo di gran lunga l’indice S&P500 (+12%), con una performance più che doppia rispetto a Tesla (+20%). Inoltre, dal primo gennaio 2022 mentre Tesla ha perso il 28%, Ford ha limitato la discesa a -17%.

Preso atto di questo ottimo andamento del titolo Ford, bisogna tornare a ripetere che ogni confronto fra Tesla e i produttori tradizionali di auto si gioca sulla crescita e sulla redditività. In un 2021 segnato dal problema di approvvigionamento dei componenti, tutti i grandi produttori di auto hanno accusato un calo delle vendite: quelle di Ford sono scese in volume del 6,8%. Al contrario, le vendite di Tesla sono salite l’anno scorso dell’87% e sono previste crescere quest’anno del 50%.

Redditività: i margini di Tesla irraggiungibili per Ford.

Quanto alla redditività, Tesla sta veleggiando su livelli ben difficili da raggiungere per i tradizionali produttori di auto. Il consensus degli analisti stima che Ford  realizzerà quest’anno un forte miglioramento, con il margine operativo (Ebit in percentuale del fatturato) che salirà al 6,5% dal 5,8% del 2021, per crescere ulteriormente nel 2023 al 6,8%. Il confronto con Tesla è impietoso: il gruppo leader mondiale dell’auto elettrica raggiungerà nel 2022 un margine operativo del 14,9%, destinato a salire nel 2023 al 15,7% e al 17,4% nel 2024.

E se queste cifre non bastassero, se si guarda in avanti a quello che succederà nei prossimi anni c’è da pensare che il gap valutativo facilmente si allargherà, piuttosto che restringersi. Infatti, nella corsa ad aumentare la capacità produttiva di auto elettriche, la maggiore capitalizzazione di Borsa crea un vantaggio competitivo. Creare una nuova fabbrica a Tesla costa circa lo 0,2% della sua capitalizzazione di Borsa, mentre a Ford e a General Motors una nuova fabbrica costa circa il 3% della capitalizzazione. Il vantaggio sul costo del capitale è ingente.

Certamente anche questo è un motivo per cui in casa Ford studiano i vantaggi di un’ipotetica separazione del business EV, che potrebbe avere i multipli di Tesla. Ma poi arriva la domanda che rende tutto più difficile: la vecchia Ford, che resterebbe a costruire solo auto ICE, a che multipli verrebbe valutata? Se oggi Ford è scambiata a un P/E 2022 di 9,4 volte, con la prospettiva della progressiva eliminazione delle auto a benzina e diesel quel multiplo potrebbe dimezzarsi, o anche peggio.

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