Petrolio, Biden risponde all’Opec+: ordinati altri rilasci di riserve strategiche USA

Petrolio, Biden risponde all’Opec+: ordinati altri rilasci di riserve strategiche USA

Mentre la sua posizione diventa più difficile a causa di sondaggi negativi in vista delle elezioni di novembre, il Presidente degli Stati Uniti reagisce al taglio della produzione di petrolio decisa dall’Opec+, cercando così di attenuare i prezzi del carburante.

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Il nuovo rilascio di riserve

Ulteriore tentativo del Presidente Joe Biden di ridurre i prezzi del petrolio, mentre aumenta la pressione derivata dai negativi sondaggi in vista delle elezioni di midterm.

Dopo le mosse dei mesi scorsi, Biden ha ordinato ulteriori rilasci delle riserve strategiche statunitensi, autorizzando così la vendita di 15 milioni di barili di petrolio a dicembre.

Se la decisione rappresenta l’ultima cessione dei 180 milioni di barili annunciati a marzo, Biden si è tenuto le mani libere per un ulteriore intervento, da decidere nel caso in cui i prezzi dovessero continuare a crescere.

Secondo la Casa Bianca, il Presidente ha intenzione di riacquistare greggio per le riserve strategiche “quando i prezzi saranno pari o inferiori a circa 67-72 dollari al barile”.

La mossa allenta le pressioni sul petrolio, già ieri in calo sulle indiscrezioni di Bloomberg che anticipavano la decisione, e oggi il WTI torna a scendere per attestarsi sotto gli 82 dollari, mentre il Brent scivola a 89 dollari al barile.

Le sfide per Biden

Il rilascio arriva in reazione alla decisione dell’Opec+ dei primi di ottobre di tagliare due milioni di barili al giorno la produzione di petrolio, cercando così di sostenere i prezzi.

Mossa che provocava la reazione dell’amministrazione Biden, considerandola un regalo a Putin e definendola “cieca”, oltre a minacciare di rivedere i propri rapporti con l’Arabia Saudita.

Il nervosismo di Biden deriva anche dalla pressione dei prezzi del carburante negli Stati Uniti, arrivati a circa 4 dollari al gallone, e più alti del 60% rispetto a quando il presidente è entrato in carica nel gennaio 2021, nonostante il calo del costo alla pompa arrivato durante l’estate.

Le difficoltà sull’inflazione stanno riducendo il consenso di Biden tra l’elettorato statunitense in vista delle elezioni di metà mandato dell’8 novembre, visto il vantaggio dei repubblicani sui democratici alla Camera (Senato in bilico) rilevato da un sondaggio diffuso dal New York Times.

Se molti analisti ritengono che il rilascio avrà un impatto limitato sul mercato petrolifero, “dopo la riunione dell’Opec+ e con in mente le scadenze intermedie, l’amministrazione Biden doveva mostrarsi più attiva”, spiega al Financial Times Amrita Sen di Energy Aspects.

Calano le scorte

Mentre restano le inquietudini sulla domanda di petrolio, aumentate dalle previsioni degli analisti di Bloomberg circa l’arrivo di una recessione nel corso del prossimo anno, ieri i dati sulle scorte hanno indicato un aumento inaspettato.

Secondo l’API, la scorsa settimana (al 14 ottobre) le scorte di greggio USA sono calate di 1,3 milioni di barili, mentre gli analisti si attendevano un aumento di circa 7 milioni di barili.

Scendono anche le scorte di benzina, in calo di 2,2 milioni di barili, al pari di altri prodotti raffinati (-1,1 milioni di barili).

Per domani si attende il report del governo, dal quale gli analisti si attendono un aumento delle scorte USA di 1,3 milioni di barili per la scorsa settimana.

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